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I Grateful Dead hanno annunciato la morte di Donna Jean Godchaux, storica cantante della band, scomparsa a 78 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro. La musicista è morta all’Alive Hospice di Nashville, come comunicato ufficialmente dalla leggendaria formazione californiana.

“È con estremo dolore che piangiamo la perdita di Donna Jean Godchaux. La sua voce inconfondibile e il suo spirito radioso hanno toccato le vite di innumerevoli fan e hanno arricchito in modo incommensurabile la famiglia dei Grateful Dead”, si legge nel messaggio diffuso sui canali social del gruppo.

Gli anni con i Grateful Dead

Nata Donna Jean Thatcher a Florence, Alabama, nel 1947, la cantante entrò nei Grateful Dead nel 1972, un anno dopo l’ingresso del marito Keith Godchaux come tastierista. La coppia rimase nella band fino al 1979, contribuendo a uno dei periodi più creativi e intensi nella storia del gruppo di Jerry Garcia e Bob Weir.

La voce di Donna risuona in album fondamentali come Terrapin Station, Shakedown Street, Wake of the Flood e From the Mars Hotel, oltre che in numerosi live storici, tra cui il concerto alla Cornell University del 1977 e le celebri esibizioni alle Piramidi di Giza, nel 1978.

“I suoi contributi rimarranno per sempre parte dell’arazzo che continua ad essere tessuto”, hanno aggiunto i Grateful Dead nel loro comunicato. “Porgiamo le nostre più sentite condoglianze ai suoi cari e chiediamo privacy per la famiglia in questo momento di lutto”.

Gli inizi a Memphis e le collaborazioni con Elvis Presley

Prima di unirsi ai Grateful Dead, Donna Jean Godchaux aveva già alle spalle una brillante carriera come corista e session singer negli studi di Muscle Shoals e Memphis, due dei cuori pulsanti della musica soul e rock americana degli anni Sessanta.

Collaborò a brani leggendari come Suspicious Minds e In the Ghetto di Elvis Presley, When a Man Loves a Woman di Percy Sledge, Take a Letter, Maria di *R.B. Greaves e Brother Love’s Travelling Salvation Show di Neil Diamond.

In un’intervista a Rolling Stone, Donna ricordò con affetto la prima volta che incontrò Elvis:

“Dopo la sessione ci siamo fatti fotografare con lui e poi siamo andati all’International House of Pancakes di Memphis, dove abbiamo urlato come matti per un’ora intera, tenendo in mano quella piccola Polaroid di noi ed Elvis insieme”.

L’incontro con Jerry Garcia e l’ingresso nella band

Nel 1970, Donna si trasferì a San Francisco, dove incontrò il futuro marito Keith e, poco dopo, Jerry Garcia. Fu lei stessa a proporre l’ingresso del tastierista nella band:

“Dissi a Jerry che Keith doveva entrare nei Grateful Dead e che mi serviva il suo numero di telefono di casa. E così ottenni il suo numero!”, raccontò in seguito la cantante.

La coppia entrò ufficialmente nel gruppo, ma la vita on the road, i ritmi estenuanti e gli eccessi finirono per logorare entrambi. “Eravamo esausti, e la band era esausta con noi. Tutto era così forte sul palco, e non posso difendermi molto… ma non posso dare tutta la colpa all’alcol o al caos”, ammise anni dopo.

L’uscita dai Grateful Dead e la rinascita musicale

Nel 1979, Donna e Keith lasciarono i Grateful Dead per dedicarsi a un nuovo progetto, la Heart of Gold Band. Tuttavia, nel 1980, la tragedia colpì duramente la cantante: Keith Godchaux morì in un incidente d’auto, a soli 32 anni.

Nonostante il dolore, Donna continuò il suo percorso musicale. Nel 1981 sposò il bassista David MacKay, con cui fondò un’etichetta indipendente, Heart of Gold Records, e continuò a registrare e suonare. Nel corso degli anni pubblicò diversi album, tra cui Back Around (2014) e Donna Jean and the Tricksters.

Nel 1994 entrò ufficialmente nella Rock and Roll Hall of Fame insieme agli altri membri dei Grateful Dead, ricevendo un riconoscimento per il suo contributo essenziale al suono del gruppo.

L’eredità di Donna Jean Godchaux

Fino agli ultimi anni, Donna non smise mai di cantare. Il suo ultimo album, Back Around, è stato definito dalla stessa artista come “il mio viaggio”: un ritorno alle origini del soul del Sud e al tempo stesso una riflessione sulle proprie scelte e sul passare del tempo.

“Ho molti rimpianti, come tutti, ma non puoi vivere guardando indietro. Se guardi avanti, la vita è ancora buona”, aveva dichiarato nel 2014.

La sua voce — calda, intensa, inconfondibile — resta una delle più riconoscibili nel panorama del rock americano degli anni Settanta. E con la sua scomparsa, i fan dei Grateful Dead salutano non solo una grande interprete, ma una parte viva della loro storia.

Foto Matt Tillett, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

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