Disponibile in tutti i digital store da venerdì 7 ottobre, “IL PIANETA DELLA MUSICA e il viaggio di IÒTU” è il nuovo album di inediti di Franco Mussida. Ecco il significato di tutte le canzoni che compongono il progetto.
Franco Mussida, “IL PIANETA DELLA MUSICA e il viaggio di IÒTU”
Cos’è, dov’è il Pianeta della Musica? Immaginate uno spazio in noi stessi, in cui si compie la magia che trasforma la Musica in emozioni. Quest’opera musicale è un viaggio in questo spazio. A raccontarne le tappe è IÒTU, un bimbo che scoprì il Pianeta della Musica poggiando l’orecchio sulla cassa armonica della chitarra di suo padre. Aveva solo quattro anni quando apparve dentro di lui il luogo in cui sorge ogni passione. Crebbe portandosi dentro quel mondo. Un mondo in cui non esistono parole, ma puri suoni che raccontano tutto senza nominare nulla.
Da ragazzo scoprì che quello spazio vibrante, che gli aveva aperto le porte della gioia e della meraviglia, era tutt’uno con il suo mondo affettivo. Più tardi intuì anche che le pulsioni emotive erano un sistema di comunicazione, un sistema che agiva per contagio, proprio come fa la Musica. Capì inoltre che le pulsioni non solo poteva controllarle e orientarle, ma gli suggerivano addirittura cosa gli era affine e cosa no. IÒTU comprese allora che la Musica sta alle emozioni come l’acqua sta alle piante e che Musica ed emozioni sono parte della stessa natura, in perenne simbiosi con le correnti che le avvolgono, le muovono, le nutrono e le educano.
Da ascoltatore adulto, IÒTU si accorse poi che i flussi musicali non contengono plancton, ma “Oro del Suono“. Bagliori di preziosissima vita emotiva, che i musicisti estraggono da se stessi per donarli attraverso il suono a chi li ascolta. Infine, grazie alla Musica, IÒTU scoprì che possediamo un’unica struttura emotiva e che l’armonia del Pianeta della Musica, quando vibra all’unisono con il nostro Pianeta affettivo, illumina l’invisibile emotivo che ci pervade e ce lo fa apparire vivo, reale, libero di esistere.
In questo viaggio nel Pianeta della Musica e degli affetti IÒTU osserva questo spazio e, mentre Io fa, si osserva e si educa. Si scopre e riscopre tra i ricordi di un passato che non passa, tra visioni e riflessioni sul presente e su un’avvenire da reinventare. Un viaggio a tappe che compie salendo idealmente a bordo di Loke 4862: un asteroide, una nave comandata dalle leggi orbitali, un piccolo natante dalle vele rosse che naviga con lui fin da bambino nel mare della Speranza. I brani sono dunque gli appunti di ogni tappa, il diario di bordo di IÒTU.

Franco Mussida, il significato di tutte le canzoni dell’album “IL PIANETA DELLA MUSICA e il viaggio di IÒTU”
“IÒTU e il Piano Planetario”
IÒTU scopre presto che vivere è soprattutto un’esperienza emotiva. Il suo viaggio comincia quando, di fronte al sentire del suo piccolo cuore, si aprono dentro di lui le porte di un paesaggio vibrante, stupefacente, pervaso da un vento d’entusiasmo che soffia forte. IÒTU alza le vele rosse di Loke 4862 e libera gli ormeggi. Inizia così il viaggio nel Pianeta della Musica: quel pianeta interiore comune a tutti, in cui le emozioni si trasmettono per contagio.
“L’Oro del Suono”
Durante il viaggio tra adolescenza e adultità, IÒTU sopravvive alle fredde correnti d’inquietudine e d’incertezza, arpeggiando giorno e notte e generando il vento emotivo di cui ha bisogno. Cava da se stesso la Musica e l’energia adatta a sorreggerlo, a orientarlo con fiducia e coraggio nel suo viaggio adulto, in cui scopre il ruolo che la Musica può ricoprire nell’educazione di giovani e adulti.
“Il Mondo in una Nota”
Sulla coperta di Loke, IÒTU controlla la rotta. Per osservare appieno il Pianeta della Musica punta la prua verso l’estremità di quell’intima Galassia. Nella rotondità del microcosmo, nel macrocosmo, sperimenta la preziosità vibrante del tutto emotivo che vive nella goccia di rugiada come in una lacrima. In tutto questo c’è del familiare, del fraterno e IÒTU ne intuisce una forma “Nota“.
“Afromedindian Blues”
IÒTU, attratto da bagliori di un colore blu dai riflessi viola, si dirige verso quell’area di firmamento. È dello stesso colore e dello stesso dolore vibrante degli uomini sottratti con la forza dalle loro terre per essere trasformati in schiavi. IÒTU naviga così in quel flusso sonoro che nel Novecento i musicisti chiamavano Blues, ma è un Blues che ha profumi d’Africa, di mediterraneo, d’oriente e di un’Irlanda emigrata negli Stati Uniti.
“Democrazia Solidale”
In navigazione tra quelle correnti di Nostalgia velata di tristezza, la coperta di Loke è spazzata da freddi venti di Insicurezza, di dubbi e paure che provengono da Società che usano e abusano, che riducono tutto a mercato, a economia. Sale il pensiero di una nuova forma di Democrazia: una Democrazia Solidale che pratica l’Ecologia dei Sentimenti, che educa alla libertà emotiva e alla compassione.
“Ti Lascio Detto”
Mentre riposa, IÒTU viene tormentato dal risuonare nella sua testa di una strana telefonata. Pare quella di un genitore che rimprovera un altro suo coevo. Gli ricorda le responsabilità nell’aver contribuito a preparare i giovani del presente, una realtà ben diversa dalle loro alte e grandi aspirazioni giovanili.
“Io Noi La Musica”
Nel chiuso della cabina IÒTU si alza e semina sul pavimento immagini di un periodo passato, speciale. Fuori e dentro di lui cieli aperti. Immagini di un uragano al contrario, da cui escono correnti di luce benedicente, ricca di valori umanistici. Sentimenti tanto appaganti che ai giovani di quelle generazioni mancarono le parole adatte a trasferire quelle preziosità alle generazioni successive. Poi sulle vele di Loke un rigurgito di violenza, di spari e di guerra, che per un attimo le gelano e le induriscono, rischiando di farlo affondare. A soffiare sulle vele è ora il desiderio di raccontare quanto la Musica sia vitamina per la coscienza, quanto contrariamente alle parole sia incapace di mentire.
“È Tutto Vero”
È il tempo in cui il Noi che vive nel TU di IÒTU si fa largo, regalando segnali di saggezza. Sulla coperta di Loke IÒTU sorride rilassato, osserva e si osserva con il suo prodigioso cannocchiale emotivo. Entra in una zona dai riflessi giallo dorati, che incarnano gioiosa eccitazione ed entusiasmo. Cerca in cambusa una bottiglia vuota. La riempie con i suoi migliori sentimenti e pensieri sul viaggio della vita e la lancia nello spazio immenso del Pianeta della Musica. Chi la raccoglierà?
“Il Sogno e la Strada”
Dopo la danza è il momento del riposo. Il calore si quieta, sale la voglia di fermarsi, di riposare. IÒTU accosta Loke a dritta per avvicinarsi ad un’area con poco vento, illuminata dai riflessi verdi di quella calma quieta che pervade la natura. Poi si distende in coperta come su un prato d’erba in un pomeriggio domenicale e, accarezzato da un suono gentile senza scosse, a poco a poco si addormenta. Infine, sogna e si vede sognare in un mondo di anime che si toccano e si scambiano un senso di pace e di consolazione.
“Nini”
Loke naviga e si fa sera, poi notte. Oltre la piccola vela rossa, appare la grandezza del firmamento vibrante di zampilli luminosi di suono. IÒTU lo osserva ispirato come può accadere a due amici che, in una calda sera d’estate, alzano lo sguardo al cielo e si perdono in riflessioni sul senso religioso e sull’energia dell’universo. IO e TU sono quei due amici. In quella calma di bonaccia TU accenna un dialogo con IO. IO ascolta e tace. Non pronuncia una sola parola, ma lo segue, più convinto della sua amicizia.
“Incanto e Amicizia”
Tornato un’unità, IÒTU si rimette in viaggio. Loke percorre una rotta che lo porta in un tratto di spazio vibrante, in cui tutto si ferma come sospeso. Una sorta di bolla dove domina il silenzio. Uno spazio dove tutto si trasforma, dove lo straniero è accolto e diventa amico.
“Il Lavoro della Bellezza”
Ripreso il viaggio, IÒTU si sente attratto verso uno spazio dove gli appare un fremito come quello del calore dell’aria sull’asfalto assolato. Un’area dai riflessi rosso carminio, quella dell’energia della volontà operante. Pensa ai riflessi di un pericoloso vulcano. È invece l’opera di uno spirito saggio, amorevole, appassionato. Quello della Bellezza che lavora per servire l’uomo.
“Alberi”
IÒTU si appresta a terminare il suo viaggio nel Pianeta della Musica e vive il desiderio di far tacere il suo cuore, lasciandosi attraversare dall’armonia della vita. Si dirige così verso il suo ultimo posto, proprio al centro del Pianeta della Musica: un luogo in cui avverte quella sottile purezza del sentire, che appaga appieno la sua duplicità. Lì c’è un triplo cerchio sacro che genera l’energia della quiete, l’energia delle piante. IÒTU getta l’ancora, scende dalla piccola scaletta di poppa, lega Loke con una cima all’immagine del platano millenario, meta di tante sue passeggiate, e prova a toccarlo con le mani, ad appoggiarsi con la schiena al suo grande fusto.
Mentre ricorda le tappe di quel suo viaggio fantastico nel cielo delle emozioni, a poco a poco l’albero lo accoglie, lo sublima in lui. IÒTU può finalmente congiungere i suoi due opposti, unendosi all’energia degli immensi rami per poi uscire e liberarsi nella luce per fonosintesi e fotosintesi, attraverso tutte le sue foglie. Ora può infatti cominciare un altro viaggio: un viaggio verso le Stelle.
Bonus track (solo in vinile): “Stupore”
Il suono sospeso e gli intervalli musicali larghi lo inducono ad una ricerca nel cuore stesso del suono, in cui si celano le immagini emotive. Un cuore di suono che produce concitazione e calma, lucida riflessività e quel senso di assenza sognante che solo la Musica sa donare. Ma cosa contiene davvero la Musica, di cosa sono fatti tutti i suoi climi? E le note? Cosa contiene davvero ogni singola nota? La sorpresa è tanto forte da vedere gli occhi aprirsi a dismisura, dilatarsi di meraviglia. Il corpo smette anche di respirare e la bocca si apre come per parlare. Ma la sorpresa è troppa e non esce nulla.
Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.