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Giancarlo Bigazzi, il ricordo a dieci anni dalla scomparsa

Giancarlo Bigazzi

Dieci anni non bastano per dimenticare il genio di Giancarlo Bigazzi, uno dei produttori, musicisti e parolieri più influenti della scena musicale italiana. Durante il suo quarantennale impegno musicale, ha composto un bagaglio infinito di canzoni memorabili.

I suoi primi successi arrivano alla fine degli anni ’60, quando figura come autore dei testi di alcune hit dell’epoca, come Luglio di Riccardo Del Turco e Lisa dagli occhi blu di Mario Tessuto, oltre a Se bruciasse la città, Rose rosse, Vent’anni ed Erba di casa mia per Massimo Ranieri.

Debutta a Sanremo nel 1969 con Cosa hai messo nel caffè, eseguita da Riccardo Del Turco e da Antoine, ma al Festival regalerà numerose altre canzoni, firmando oltre una trentina di pezzi per la kermesse canora, vincendo due volte la categoria Campioni e aggiudicandosi due volte la sezione Nuove Proposte.

Come non ricordare Si può dare di più del trio MorandiTozziRuggeri, Passerà di Aleandro Baldi, Disperato di Marco Masini o Non amarmi della coppia Baldi-Alotta? A discapito di brani memorabili che non si sono aggiudicati il titolo della rassegna, tra cui Montagne Verdi di Marcella Bella, Cosa resterà degli anni ’80 di Raf e Gli uomini non cambiano di Mia Martini.

Non a caso, a partire dal 2013 il Premio per il miglior arrangiamento del Festival di Sanremo è stato a lui intitolato. Inoltre, Bigazzi è ricordato per aver fondato il gruppo degli Squallor, attivo dal 1969 al 1994, insieme ai colleghi Daniele Pace, Totò Savio, Elio Gariboldi e Alfredo Cerruti.

A distanza di dieci anni dalla sua prematura scomparsa, Giancarlo Bagazzi resta, senza ombra di dubbio, uno dei più prolifici parolieri e compositori italiani.

Le canzoni più belle di Giancarlo Bigazzi

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