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Primo Ascolto 5 dicembre: la Top 10 delle nuove uscite

Primo Ascolto; scopriamo la Top 10 delle nuove uscite musicali del 5 dicembre 2025 secondo Stefano Brocks: ecco i brani promossi, da ascoltare subito!

Primo Ascolto 5 dicembre: la Top 10 delle nuove uscite

5. – Laura Pausini – Ritorno ad amare
La travagliata genesi di un album di cover, unita al non proprio lusinghiero andamento dell’ultimo disco di inediti fa pensare alla difficoltà di mantenere la produzione ad alti livelli per tanti anni di carriera. Non vogliamo centrare il bersaglio grosso, nel criticare artisti che hanno il peso di un monumento, ma la scelta del brano non appare la più brillante, anche se l’arrangiamento aggressivo gli conferisce un’atmosfera più cupa rispetto all’originale versione di Biagio Antonacci, ma l’interpretazione vocale pare cercare registri più bassi e forse troppo potenti. 

4 – Bastille – Save my soul
Dopo un esordio col botto una dozzina di anni fa, hanno continuato a produrre canzoni intelligenti e brillanti, con stile sonoro personale, ma il music business sembra averli dimenticati. Peccato perchè anche questo brano non ha molto da invidiare a “Pompeii”o “Things we lost in the fire”, nel solco di un folk rock elettronico ormai però non più in voga. 

3 – Fabri Fibra – Vivo
La suggestiva voce di Andrea Laszlo De Simone canta il ritornello e il campionamento avvolgente con cui si apre il brano fa pensare o di avere sbagliato traccia o che sia accaduto qualcosa. Poi arriva Fabri con le sue barre, la pronuncia chiara, la capacità narrativa in cui mette in fila tante passioni e momenti, preso tra un bilancio della vita e un giudizio universale. Sempre una spanna sopra tutti, i veri cantautori oggi sono questi. E il suo rap ha sempre grande musicalità, oltre che andamento narrativo.

2 – Thomas Raggi – Getcha!
Il chitarrista dei Maneskin si toglie lo sfizio di suonare con i suoi miti: ci sono Tom Morello chitarrista dei Rage Against The Machine, il batterista Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, Beck a comporre il brano con lui, Nic Cester dei Jet (Quelli che riciclarono “Lust for life” senza essere accusati di plagio), più nell’album un sacco di altri miti contemporanei del rock, come i Kasabian. Che dire…pezzo forte e grande sound, ma da un momento all’altro ci aspettiamo uno stop in cui qualcuno urli “Got to do what they told ya””. Insomma tutto già sentito, anche se il rock degli anni del Millennio sconta un periodo di esposizione troppo breve e un repentino cambio di gusto del pubblico per cui chi suonava in quegli anni non ha avuto le chance di entrare nel mito dei predecessori. Non per meno talento, ma perchè le caselle erano già occupate. E in fondo quasi tutti era già stato inventato. Oggi strumenti veri poi non se ne sentono quasi più nei dischi, per cui, una spolverata è necessaria. Ma poi tutto tornerà in soffitta.

1 – Venerus ft Angelina Mango – Sentire
Grande classe e cura mirabile dei suoni, interpretazione sottovoce, armonie nella composizione che in alcuni attimi ricordano persino i Bee Gees. C’è bisogno di più dischi come questo. Intanto speriamo che i media lo valorizzino. Ed essendo un’aggiunta all’album di Venerus uscito un mese fa, viene il dubbio che ci fosse un’intenzione su Sanremo, sciaguratamente naufragata se il pezzo fosse stato davvero questo. 

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Rob – Cento ragazze
La vincitrice di X-Factor propone un pop-punk di personalità: nulla di nuovo, perchè Avril Lavigne è passata 25 anni fa e prima ancora ci fu la grande esperienza dei Blondie, ma ha “muso” e voce e può occupare in questo genere una casella ad oggi non troppo frequentata dagli artisti italiani. Per inciso, l’edizione di X-Factor ha proposto quattro finalisti di buona preparazione, meglio di tutte le più recenti edizioni. Una menzione anche per l’inedito di Delia, che riscopre atmosfere etniche unite al blues e al pop, tra Rosa Balistreri, Rosalìa e soprattutto Teresa De Sio. 

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