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Recensione – Tommaso Paradiso e il rifugio nelle certezze della “Casa Paradiso”

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Recensione di “Casa Paradiso“, terzo album solista di Tommaso Paradiso, disponibile da oggi nei negozi di dischi e sulle piattaforme digitali. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.

Recensione – Tommaso Paradiso e il rifugio nelle certezze della “Casa Paradiso”

Casa come luogo sicuro, come pensiero felice e come sinonimo di certezza in tempi sempre più difficili: è questo il tema centrale di “Casa Paradiso”, terzo album solista di Tommaso Paradiso in cui la casa del titolo non è ridotta alle sole quattro mura domestiche, ma si allarga a tutto l’insieme di affetti, amicizie, luoghi e passioni che rendono migliore il presente. Il cantautore romano si affida, così, a quella leggerezza pop a lui da sempre cara per proporre un album fortemente solare, speranzoso e consolatorio.

E’ “Tornare a casa” la canzone-manifesto del disco, una ballatona dalle tinte nostalgiche, in pieno stile Paradiso, in cui è evidente tutto questo senso di protezione che emerge dal pensiero del ritorno a casa. “Stare sotto un tetto che ci protegge” sembra la più grande aspirazione dell’artista, che si ritrova in una sensazione ormai comune a tutti: “Siamo tutti un po’ così, in fuga dall’inferno”, riferimento a una realtà scandita da troppe guerre, barriere e divisioni.

Pur senza entrare troppo in profondità, sono infatti presenti diversi sguardi verso l’attualità in questo disco. In “Comunque splendido”, una delle tracce più introspettive del progetto, Paradiso cerca un modo per provare ad essere “leggero ai tempi della guerra”, mentre nella spinta anni ’80 carica di synth di “Lasciamene un po’”, primo singolo estratto e già grande successo radiofonico, il rimando è ancora più chiaro: “O vuoi solo partire in un posto in cui i missili non cadranno”. È la fotografia di un album che accetta un presente drammatico, ma riesce a combatterlo grazie alla vicinanza dell’altro, al potere del sogno e una ritrovata positività.

La vita ogni tanto ci dà un calcio, ma è uno spettacolo”, canta Paradiso nell’arioso finale di “Spettacolo”, un modo per invitare l’ascoltatore a credere che, anche quando la vita colpisce forte, ci può essere sempre qualcosa da cui ripartire, che può essere anche un obiettivo normalissimo come la vittoria del Fantacalcio. Un focus sui desideri centrale anche in “Citofonare Paradiso”, tra i brani più rappresentativi della penna dell’artista per il suo testo fortemente immaginifico (“Mi piacerebbe volare, senza motore, solo allargando le braccia come i ragazzi di E.T.”).

Paradiso si muove continuamente tra sogni che richiedono una grande fantasia, e che sono, francamente, impossibili da realizzare, ed altri, invece, molto più semplici e terreni, spesso guidati da quelle che sono le sue grandi passioni oltre la musica, come il cinema e il calcio. La leggerezza estiva di “Non mi va”, che omaggia “Gringo” di Sabrina Salerno (sigla della commedia “Fratelli d’Italia” con protagonisti Christian De Sica, Massimo Boldi e Jerry Calà), è un modo per rivolgere un pensiero anche alla sua squadra del cuore, la Lazio, protagonista del calciomercato e talmente competitiva da arrivare a vincere lo Scudetto con la presidenza di Sergio Cragnotti mentre oggi, con la guida di Claudio Lotito, è ridotta a una dimensione da metà classifica: “Sogno un mercato stellare come quando c’era Sergio, ma questo non ce la fa”.

Immaginazione, quindi, ma anche vita di tutti i giorni e sono proprio le immagini prese dal quotidiano quelle che hanno da sempre contraddistinto la scrittura di Paradiso: la malinconia di “Forse”, il singolo attualmente in radio, mette al centro i ricordi di una storia oggi ridotta ai soli rimpianti per qualcosa che poteva essere e che, invece, non è stato, mentre “70.000 voci” è una carrellata di sequenze di istanti visivi che cercano di portare l’amore a vincere in quella centrale del ritornello (“Cercavamo solo un po’ d’amore sotto un gran cielo stellato”).

Sono le cose all’apparenza più semplici a rappresentare un porto sicuro per Paradiso: in “Ma come fanno i rapper” in duetto con Setak, cantautore folk e membro della band dell’ex frontman dei TheGiornalisti, c’è il racconto di una cena in trattoria a condividere ricordi su un’amicizia di lunga data, mentre in “Goditela”, la canzone più rock ed energica dell’intero progetto, ad essere narrata è una vacanza trascorsa a Santa Marinella anziché in California, tra immagini italianissime (“Le tavole mettile sul tetto della Panda che hai preso a noleggio”) e l’invito a godersi la bellezza della stagione più calda “fino a che arriva l’ora solare”.

Casa Paradiso” è, quindi, un progetto squisitamente pop, sicuramente il lavoro solista di Tommaso Paradiso più vicino al mood degli album dei TheGiornalisti per il connubio tra la nostalgia della penna dell’autore e i suoni spesso energici, positivi e solari. I testi, pur efficaci, sono, in alcuni casi, fin troppo semplici, non c’è una grande ricerca poetica e non c’è alcuna volontà di spiazzare l’ascoltatore, perché non è quello che ci si deve aspettare da un disco del cantautore romano. Da lui ci si aspetta una musica che possa essere di conforto nei momenti più delicati, da poter ascoltare con leggerezza, da canticchiare in macchina, da condividere con i propri affetti e “Casa Paradiso” soddisfa pienamente queste aspettative, risultando quindi un buonissimo lavoro di Tommaso Paradiso.

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