Recensione di “Ti amo ma non posso dirlo“, nuovo singolo dei Modà in duetto con Bianca Atzei
Era un attesissimo ritorno alla collaborazione e i risultati dei primi giorni di pubblicazione riflettono tutta la curiosità della vigilia intorno a “Ti amo ma non posso dirlo” dei Modà con Bianca Atzei: esordio direttamente al primo posto su iTunes e primato raggiunto anche nelle tendenze di Amazon Music, mentre su YouTube il brano è balzato ieri al secondo posto dei video più popolari sulla piattaforma, con 300 mila visualizzazioni raccolte in poco più di tre giorni. Numeri che vanno a premiare una collaborazione d’altri tempi, perché ha come principio base la grande intesa che coinvolge gli artisti in gioco e non l’obiettivo degli ascolti facili in più che riguarda gran parte dei duetti dell’oggi. Qui i risultati sono la conseguenza di un lavoro ben fatto, non il fine.
“Ti amo ma non posso dirlo” nasce, infatti, da una mano tesa che Kekko Silvestre ha rivolto a un’amica in un periodo di difficoltà personale ma anche artistica, tra un generale oscuramento dei media che ha negato alle sue ultime canzoni di arrivare al grande pubblico e le continue esclusioni da un Festival di Sanremo sempre meno meritocratico. Con questa canzone, quindi, i Modà non solo aggiungono una nuova hit a un palmarès già ricchissimo di successi, ma abbracciano anche la rinascita di un’artista sottovalutata per portarla negli spazi che merita un talento come il suo, fotografando tutto il loro modo di fare musica guidato dall’onestà, senza mai essere condizionati dal pensiero dei numeri o di cosa converrebbe più fare per funzionare.
La canzone piace proprio per questo, perché è sincera in un mare di proposte costruite, invece, a tavolino. Emerge chiaramente l’urgenza da parte di entrambi gli artisti di tornare a fare qualcosa insieme e si sente quanto sia figlia di un grande lavoro di squadra che parla di un modo molto simile di intendere la musica. Come, infatti, raccontato da Kekko Silvestre in un’intervista su RTL 102.5, l’idea musicale è partita da Bianca Atzei e lui, su quella melodia che gli era stata proposta, ha iniziato a scrivere il testo a cui poi lei ha apportato qualche cambiamento, e il tutto è stato, infine, rifinito dall’arrangiamento della band e dalla produzione di Diego Calvetti, da sempre al fianco della cantautrice sarda ma presente anche in diversi progetti dei Modà.
Il risultato è quello di una canzone che guarda alla grande tradizione melodica italiana: una prima strofa lenta e una seconda di grande pathos emotivo (inusuale ma assolutamente a fuoco la parte recitata), il maestoso crescendo dei ritornelli e un nuovo rallentamento nello special per anticipare l’esplosione finale. Una costruzione che la fa, da subito, suonare come un classico e che esalta la vocalità di entrambi gli artisti, sia nelle parti delicate che in quelle più potenti che rappresentano un porto sicuro sia per l’impeto di Kekko che per il graffio sensuale di Bianca.
Tradizionale, ma tutt’altro che scontato, anche l’argomento del testo perché parliamo di una canzone d’amore che non racconta, però, né una storia finita né una storia in corso. I protagonisti sono, infatti, due migliori amici che capiscono di essere innamorati l’uno dell’altra, ma hanno paura di dichiararsi a vicenda per non rischiare di rovinare una profonda amicizia. Lei si colpevolizza per la nascita di questo sentimento (“Mi ascolti, mi abbracci, per te son da sempre l’amica migliore che hai, io che colpa ne ho“) e lui, all’inizio, dice che era solo uno scherzo pensare a “come sarebbe la nostra vita insieme” per poi, però, sentire quasi il bisogno di ricevere da lei la prima mossa (“Sei una poesia, ti prego dimmelo prima di andar via“). Lei lo dice, “io ti amo e voglio troppo dirlo“, ma la sensazione è che lo faccia solo dentro sé stessa, perché la loro storia continua a rimanere in sospeso tra il desiderio di viversi e il timore di perdersi anche nel finale (“E se un giorno dovessi scoprirlo, sai già dove trovarmi, sai già come evitarmi“).
I Modà, qui affiancati da Bianca Atzei, continuano, quindi, a mettere il focus su una musica di sentimenti che ha come obiettivo quello di emozionare l’ascoltatore coinvolgendolo con lati dell’animo umano che a tutti è capitato di vivere, in questo caso la sensazione della paura di amare, tanto opprimente quanto contrastante e sostenuta da un incontro magico tra due vocalità che condividono la stessa potenza. E la notevole risposta che sta ricevendo in questi giorni, pur senza una grande visibilità, ci dice di quanto il pubblico, davanti a un mercato discografico sempre più orientato verso la superficialità, stia ritrovando il bisogno di emozionarsi con la musica, di sentire vocalità importanti e di assistere ad incontri tra anime affini, che collaborano perché lo sentono davvero e non perché obbligate a farlo.

Classe ’92, ho iniziato a scrivere di musica nel 2020 aprendo un mio blog con cui ho catturato le primissime attenzioni di artisti e addetti ai lavori, in particolare di Kekko Silvestre dei Modà, la persona che, più di tutti, mi ha spinto a credere in questa strada. Dal 2022 ho, quindi, iniziato a collaborare con due siti di informazione musicale focalizzandomi su recensioni, approfondimenti e analisi del settore
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