Sanremo 2024 pagelle brani.
Nuovo passo verso il Festival di Sanremo 2024. Oggi nella sede Rai di Via Mecenate a Milano (e al Teatro delle Vittorie a Roma) si è svolta la consueta sessione di ascolto dei brani in gara alla prossima edizione della kermesse.
Vediamo nel dettaglio il resoconto con le pagelle e i nostri commenti sui brani in gara al Festival di Sanremo 2024.
Sanremo 2024, l’ascolto in anteprima e le pagelle dei brani in gara
Clara – Diamanti grezzi
Il brano si caratterizza per una forma compositiva piuttosto classica, che si apre con un intro e una prima parte in cui gli archi la fanno da padrone, con la voce di Clara che riempie la scena. Poi entra la cassa che dialoga alla perfezione con la componente più melodica in un brano dal piglio moderno, ma che ha alcuni riferimenti agli anni ’90, soprattutto nel bridge. Una canzone d’amore moderna che funziona grazie al sapiente utilizzo dei vari elementi, combinati con maestria.
Voto 6,5
Diodato – Ti muovi
Il pezzo ha un chiaro approccio cantautorale con una prima parte in cui si caratterizza per un dialogo tra chitarra, pianoforte e percussioni. La ritmica nel ritornello si fa più piena e accompagna un testo semplice e sentito, in cui si avverte la volontà di omaggiare una forma canzone tipicamente italiana. Interessante il bridge strumentale, così come l’apertura del ritornello, che rappresenta uno dei punti di forza del brano. Bello il finale con chitarra e percussioni che precedono un accordo di pianoforte.
Voto 6,5
Mahmood – Tuta gold
Mahmood prova il tris con un uptempo con un inciso ipnotico con una ritmica martellante. Il cantautore propone nuovamente una storia personale (riferimenti al padre, al bullismo e alle discriminazioni) con un mood da club. L’interpretazione è sentita al punto giusto e dal vivo non potrà che essere un punto di forza. Il ritornello, cantato in maniera serrata, è il punto di forza di un pezzo che ha come perla anche il secondo pre-ritornello in cui la voce Alessandro dialoga con gli archi.
Voto 7,5
Sangiovanni – Finiscimi
Una ballata moderna, con una prima parte quasi eterea. Una presa di coscienza degli errori commessi in una storia finita, ma che fa ancora male. Nel ritornello gli archi accompagnano la voce di Sangiovanni, distrutto e disperato.
“Io non so come si controllano le emozioni.”
Nella seconda strofa le percussioni offrono un aspetto sonoro più incalzante, mentre il bridge accompagna l’ascoltatore all’ultimo ritornello solo con il pianoforte, offrendo al cantautore la possibilità di mettere in risalto le sue sfumature vocali e la crescita artistica.
Voto 6,5
Loredana Berte – Pazza
Un pezzo rock ricco di suggestioni con un testo ben costruito che affronta il tema delle consapevolezze personali, acquisite con il passare del tempo.
“Adesso vado dritta a ogni bivio”. “Mi sono odiata abbastanza!”
Si sente distintamente il graffio rock dell’arrangiamento curato da Luca Chiaravalli e il tocco autorale di Andrea Bonomo.
L’esibizione, nel bene e nel male, farà la differenza.
Voto 7+
Bnkr44 – Governo punk
Il brano è ricco di riferimenti al pop rock punk tipico degli anni ’90. Un crescendo continuo che esplode in un ritornello coinvolgente e convincente. Nelle diverse sezioni del brano gli archi e la chitarra elettrica evocano quell’attesa che poi esplode nel ritornello. L’effetto vocale sull’ultima parte del ritornello potrebbe diventare un tormentone. Il bridge diviso in due parti è stilisticamente interessante.
Voto 6+
Alessandra Amoroso – Fino a qui
L’esordio sanremese di Alessandra Amoroso convince, grazie a una ballata introspettiva e coinvolgente. L’intro e le prime note si muovono con il suono del solo pianoforte e descrivono alla perfezione consapevolezze e ansie di una notte romana.
“Questa città mi ascolta come nessun’altra ha fatto mai con me”.
Un continuo incalzare con un testo delicato e mai scontato e un bridge che si caratterizza anche per un riferimento a Vasco.
Dal vivo il pezzo non può che crescere, con l’emozione di Sandrina che sarà tangibile.
Voto 8,5
Fred De Palma – Il cielo non ci vuole
Dopo il successo di Extasi, Fred De Palma prosegue nella sua svolta dance, con un pezzo che esprima consapevolezza dopo una storia finita e che strizza l’occhio alla house della fine deli anni ’90 e dei primi 2000. La cassa in 4 non nasconde l’approccio armonico piuttosto originale.
Nonostante Fred De Palma sia più noto per pezzi differenti, è riconoscibile, soprattutto per la sua voce che si muove con disinvoltura tra i synth. Il ritornello ha un gran tiro e ha tutte le caratteristiche per funzionare.
Voto 7
Fiorella Mannoia – Mariposa
Le sonorità del brano ricordano il mondo di Sud e Onda Tropicale, progetti della cantante romana dedicati a un certo approccio musicale. Un pezzo con una chitarra ritmica che scandisce un testo forte, ricco di immagini anche piuttosto crude (‘Una nessuna centomila’). Un brano in cui il ritornello è furbo al punto giusto (‘Ahia ia ia ia ia’), ma non distoglie l’ascoltatore sulla tematica evocata.
“Sono la terra sono il cielo, valgo oro e meno di zero”
Voto 7+
The Kolors – Un ragazzo una ragazza
Le prime note ricordano vagamente l’intro di Pensare Male, il brano che diede il via a una nouvelle vague artistica per la band capitanata da Stash. Un ragazzo una ragazza musicalmente si può definire come il seguito più coerente di Italodisco, in un susseguirsi di riferimenti alle sonorità degli anni ’80 e ’90. Il mood funziona, la band è credibile e il pezzo ha comunque un piglio originale. Il ritornello (soprattutto l’ultimo che arriva in modo quasi trionfale dopo un interessante bridge) è una vera e propria bomba che si canterà a squarciagola fin dal primissimo ascolto.
Voto 8+
Emma – Apnea
Emma torna al Festival con un uptempo dal sapore dance. Una riflessione su una storia di amore e sesso.
“Non mi piace niente, ma tu mi togli il respiro”
Il ritornello si caratterizza per una cassa dritta e la voce di Emma che si muove con maestria su un terreno per lei inedito. Un approccio credibile grazie al continuo dialogo tra la voce e i vari elementi che compongono la produzione, fortemente legata alla dance.
Voto 7,5
Santi Francesi – L’amore in bocca
I Santi Francesi si presentano all’Ariston con una ballata che si discosta da quanto proposto finora. Il pezzo parte con il suono del pianoforte, al quale si aggiunge la voce di Alessandro, che si muove su un tappeto sonoro inizialmente minimale che incalza e cresce fino a un ritornello che risulta interessante, anche dal punto di vista armonico.
La seconda strofa ha un mood che ricorda gli anni ’80 con il giusto ritmo e delle percussioni che sottolineano la struttura semplice, classica, ma vincente.
Voto 7–
Rose Villain – Click Boom
Il brano inizia con un tappeto sonoro minimale, che si protrae fino al primo ritornello. Poi entra la cassa e il pezzo vira verso un universo uptempo.
“Non riesco più ad essere lucida”
La ricerca della consapevolezza personale è il tema di una canzone contaminata in cui non mancano numerosi riferimenti musicali a universi sonori anche differenti tra loro. Il bridge prepara l’ascoltatore a un finale che sembra etereo minimale, ma che poi esplode. Non da primo ascolto, ma funziona.
Voto 6,5
Negramaro – Ricominciamo tutto
Il suono del pianoforte introduce il brano in cui la voce di Giuliano apre a un mondo intimo, privato, ma allo stesso tempo coinvolgente. Un classico brano alla Negramaro che esplode in un ritornello in cui entra la band e crea quel mood sonoro unico, riconoscibile e che ha caratterizzato i vent’anni di carriera dei Negramaro. Il secondo ritornello è più prodotto e meno acustico.
Il bridge si chiude con un countdown che apre a un finaleprima trionfale e poi minimale.
Furbi i riferimenti a Lucio Battisti in una canzone che dal vivo farà la differenza grazie a Giuliano Sangiorgi che saprà interpretarla con il giusto pathos.
Voto 8,5
BigMama – La rabbia non ti basta
Una storia personale difficile, travagliata che trova spazio in un uptempo incalzante dal ritmo martellante e serrato. Nonostante un testo ricco di parole, è ben scandito ed esplode in un ritornello travolgente e che colpisce al cuore. La costruzione non è classica e il bridge riprende il testo della prima strofa ed esplode in un ultimo ritornello che invita a muoversi. La produzione è particolarmente interessante, grazie all’utilizzo di elementi per nulla scontati.
Voto 7+
Renga Nek – Pazzo di te
I due amici per la prima volta in gara all’Ariston con un pezzo dalla costruzione fin troppo classica. Un midtempo che è una riflessione sull’amore. Una ballad rock melodica in cui si riconoscono le voci dei due artisti, ma che non esplode mai.
Quella tra Francesco e Filippo è una combinazione che potenzialmente funziona, ma la canzone (un po’ come il disco) si caratterizza anche per una produzione non troppo convincente che non fa la differenza. Il bridge con gli archi è quanto di più classico si possa trovare in un pezzo sanremese. Peccato.
Voto 5
Ghali – Casa mia
“Siamo tutti zombie con il telefono in mano.”
Un dialogo che è una riflessione sulla società moderna e un uptempo che inizia con quello che poi si scopre essere il pre ritornello, che gioca sui colori verde e blu. Un testo che è un interessante gioco di parole che si poggia sulle contraddizioni dell’attualità accompagnato da un sound che ricorda i pezzi più orecchiabili e radiofonici di Ghali.
Voto 7
Irama – Tu no
Una ballata moderna in cui il pianoforte è l’elemento fondamentale, per una canzone in cui il titolo è ripetuto piuttosto spesso, per evocare quella disperazione che si prova alla fine di una storia. Un’interpretazione intensa per un pezzo che non può che crescere ascolto dopo ascolto e che dal vivo ha tutte le carte in regola per sorprendere. Un plauso per il bridge in cui entrano prepotenti i violini che accompagnano il finale, in cui il coro amplifica un messaggio doloroso.
Voto 6
Angelina Mango – La noia
Il pezzo è davvero travolgente e rappresenta al meglio la sintesi tra quello che è oggi Angelina e quello che è stata prima dell’esperienza ad Amici. Si avverte la penna di Madame e il lavoro di Dardust, ma allo stesso tempo si sente la personalità della cantante. Un uptempo coinvolgente, travolgente che funzionerà anche grazie alla capacità di Angelina di aggredire il palco.
“È la cumbia della noia”
Il bridge che parte senza musica e si chiude con gli archi accompagna a un gran finale che sorprenderà gli ascoltatori.
Voto 8
Geolier – I p’ me tu p’ te
Geolier non si snatura e propone un uptempo in lingua napoletana che funziona, ma che non sposta eccessivamente gli equlibri. Il ritornello inizia con un gioco di archi ed esplode in un dialogo tra synth, voce e archi. Il secondo ritornello, invece, ha come punto di forza la chiusura con una ripetizione quasi forsennata dal titolo. Un crescendo sottolineato anche da un bridge stilisticamente semplice, ma funzionale al brano. Il pezzo ha un bel tiro, ma al primo ascolto pare difficile che possa lottare per la vittoria.
Voto 7+
Maninni – Spettacolare
Una ballata cantautorale dal sapore classico ben interpretata e prodotta. Maninni si muove tra strofe e ritornelli ricchi di immagini e suggestioni, in un crescendo emozionale e coinvolgente. Una bella canzone d’amore con un ritornello dalla costruzione tradizionale, ma funzionale alla proposta.
Voto 6,5
La Sad – Autodistruttivo
“E sto nella sad!”
Il riferimento sonoro agli Offspring e ai Blink182 è fin troppo scontato. i tre ragazzi semplicemente fanno se stessi, ammorbidendo un po’ il testo di una canzone che racconta la storia di una persona che cerca un riscatto personale e sociale.
“Questa è la storia di un’altra vita sprecata”
Il ritornello funziona, ma al pezzo manca di qualche guizzo creativo, nonostante l’evidente apporto di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Un plauso all’arrangiamento, che sarà curioso ascoltare dal vivo con l’orchestra.
Voto 5,5
Gazzelle – Tutto qui
Il suono del pianoforte da il via a una canzone d’amore ipermoderna, con quel piglio che contraddistingue l’approccio anche autorale di Gazzelle.
Un pezzo dalla costruzione classica un cui il valore aggiunto è proprio il cantautore romano (che non brano non manca di vitare la sua città), che semplicemente propone un pezzo credibile che i suoi fan riconosceranno come parte di un percorso e coloro che conoscono solo alcuni brani avranno la conferma del suo talento compositivo. Il finale è da brividi e dal vivo l’emozione che evocherà l’interpretazione di Flavio potrebbe fare la differenza
Voto 7,5
Annalisa – Sinceramente
Annalisa prosegue nel solco dei brani proposti nell’ultimo anno e mezzo e torna all’Ariston con un uptempo in cui la prima parte lascia spazio alla sua voce. La cassa accompagna la cantante savonese verso un ritornello esplosivo. Un plauso al bridge che, con un tappeto sonoro coerente, mette in risalto la voce dell’artista, che punta davvero in alto.
Voto 7+
Alfa – Vai
Chi si aspetta un seguito di Bellissimissima non conosce la capacità di Alfa di cambiare pelle singolo dopo singolo. Il brano che il cantautore porta all’Ariston ha un sapore folk con un mood inaspettato che ricorda Rosa Linn, ma anche Black Horse and the cherry tree di KT Tunstall. Il furbo “uh uh” e il fischio hanno tutte le caratteristiche per diventare un piccolo tormentone. Il ritornello è forte grazie ed è interessante l’effetto vocale proposto, che dal vivo potrebbe essere ancora più evocativo grazie al supporto del coro.
Nel testo sono interessanti i riferimenti al sogno… che sta per diventare realtà.
“Sognandomi cantare dentro a un palazzetto”
“Punterò al cielo aperto”
Voto 6,5
Il Volo – Capolavoro
Terza partecipazione a Sanremo per Il Volo che propone un brano fondamentalmente diverso rispetto ai precedenti portati in gara all’Ariston. La prima parte della canzone si muove su un pianoforte che accompagna la voce di Gianluca che con disinvoltura interpreta un testo in cui si avverte la mano dell’autore Edwyn Roberts. Il ritornello, affidato nell’apertura a Ignazio, è preceduto da una sottolineatura di Piero che rende il brano davvero prezioso. Il gioco di archi dopo il secondo ritornello da il via a un finale trionfale. Una canzone che si caratterizza per un incalzare che mette bene in risalto l’evoluzione vocale del trio. Un pezzo che esalta l’idea di gruppo, ma anche le peculiarità vocali e l’approccio stilistico di Gianluca, Piero e Ignazio.
Voto 7,5
Dargen D’Amico – Onda alta
L’ironia di Dargen D’Amico è il punto di forza di un brano il cui testo è forte e ricco di immagini e suggestioni, con la denuncia sociale che era rimasta troppo celata in Dove si balla. Un ritmo travolgente e diversi riferimenti alle produzioni dei primi anni 2000 di Gigi D’Agostino. Il ritornello, da cantare fin dal primo ascolto, può funzionare molto bene anche dal vivo grazie alla cassa e agli archi che supportano la voce di Dargen e di un coro che sarà interessante capire come verrà proposto dal vivo.
Voto 6,5
Il Tre – Fragili
Una ballata che parte su un tappeto sonoro minimale che poi cresce grazie a una incalzante percussione che porta il brano verso un ritornello in cui si avvertono gli archi in maniera piuttosto distinta. Nella seconda strofa si avverte anche l’attitudine rap dell’artista che si confronta con un pezzo tutto sommato semplice, ma contaminato.
Il crescendo d’archi contraddistingue il bridge che porta verso l’ultimo ritornello che inizia solo con il suono della chitarra.
Voto 6,5
Mr Rain – Due altalene
Il pianoforte accompagna le prime note del brano in cui è riconoscibile l’approccio dell’artista terzo classificato nel 2023. Simbolico il ritornello, così come il gioco di archi che introduce la seconda strofa in cui Mr Rain approccia un rap. Le percussioni e i violini sono gli ingredienti del bridge che si chiude con “impareremo a cadere” e che introduce un ritornello tra un pianofotte accennato che poi esplode nel suono dell’orchestra.
Voto 6,5
Ricchi e Poveri – Ma non tutta la vita
Un pezzo davvero inaspettato che si apre con la voce di Angelo che canta… “Ma che confusione“. Un uptempo che come approccio ricorda Luna Piena di Orietta Berti e con effetti vocali che rendono il pezzo davvero sorprendente. Nella seconda strofa si avverte in sottofondo una chitarra flamenco, mentre il bridge dal punto di vista melodico è un riferimento ad alcuni pezzi passati del gruppo. Un brano divertente e che invita a non prendersi troppo sul serio.
Voto 6
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.