Ieri, venerdì 1° luglio, al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI) si è tenuta la prima edizione di “Evanland – Festival Internazionale del Mondo Interiore“: “Ci siamo chiesti cosa accadrebbe se per un intero giorno, anime con lo stesso intento di percorso si dovessero ritrovare a mangiare insieme, a giocare, a confrontarsi, a dialogare e a praticare esercizi di crescita personale. Abbiamo fantasticato sulla magia che potrebbe scaturire, se, persone interessate alla crescita spirituale, emotiva e intellettuale, si incontrassero tutte nello stesso punto, lo stesso giorno. Così, abbiamo trovato la data: 1° luglio 2022“.
Dalle ore 16.00 alle 23.00 il Carroponte ha così preso vita tra workshop, incontri, laboratori, spettacoli, letture, pratiche, giochi e approfondimenti culturali. Unico filo conduttore: la crescita personale. Varcati i cancelli non c’è più spazio tutti quei pensieri che affollano la mente, appesantendola. Perché “non siamo i nostri pensieri“. L’aria è frizzante. L’energia si espande e ravviva tutto. C’è chi balla, chi non riesce a smettere di sorride e chi, almeno per un momento, abbraccia senza vergogna le sue fragilità. Accoglienza, pace, lentezza e gioia. Potremmo, forse, sintetizzare con queste quattro parole l’esperienza che centinaia di persone hanno fatto in questo “pazzo” parco di divertimento spirituale.
Gio Evan, l’unico concerto del 2022
La prima edizione di “Evanland – Festival Internazionale del Mondo Interiore” si è conclusa con un concertone che ha visto alternarsi sul main stage Caterina, Comete, Chiara Galiazzo e Simona Molinari. A chiudere il “raduno dei buoni” è infine Gio Evan, ideatore del Festival che ha scelto il palco del Carroponte per il suo unico concerto del 2022. “Abbiamo bisogno di radunarci lì dove non possiamo essere attaccati e di praticare l’empatia universale“, chiosa lo scrittore, cantante e poeta. E aggiunge: “È solo giocando che si cresce“.
Durante il live Gio Evan ha dimostrato di avere un’ottima presenza scenica, intrattenendo il suo pubblico e facendolo cantare a squarciagola. Le canzone si alternano così a momenti di dialogo, talvolta molto giocosi, per poi lasciare spazio alla lettura di una poesia, o meglio di un augurio che lo stesso Evan si è fatto quest’anno poco prima di partire per il Messico. Di seguito riportiamo i versi:
Portati al mare da sola
Mangiati un cinema d’autore
Riempiti la bocca di libri prima di parlare
Sorprendi prima te stessa
Racconta le tue avventure agli alberi
Fiorisci sempre davanti a tutti
ma raccogliti di nascosto
Prenditi delle sane disabitudini
Commetti meraviglie in faccia agli altri
Non andare mai a ridere dall’altra parte
Se non sentono la tua musica
Nessuno ti obbliga a non ballare
Danza ovunque
Ama dritto negli occhi quando parli
Ascolta più del dovuto
Regala i tuoi brindisi a chi ha smesso di augurare
Prenditi sempre un sorriso di ferie
Conta fino a centoventi quando ti lavi il cuore
Togliti le scarpe quando entri nella vita degli altri
Lascia la finestra aperta quando dormi chiusa in te stessa
Anche l’arte è cibo
Anche la musica, i musei, il cinema, i concerti… divorali
Mastica bene, ma ingozzati
Anche dentro di te ci sono luoghi, visitati
Il cielo è fatto con gli stessi ingredienti con cui sei stata fatta tu
Prenditi a costellazioni in faccia
E se succede qualcosa, qualsiasi cosa
chiamati, non mancarti mai
e portati al mare da sola.
Molto interessante è infine la scelta di rendere fruibile il concerto anche a coloro che soffrono di un deficit dell’udito. Grazie all’Associazione “Guanti Rossi“, il concerto è stato infatti disponibile anche nella Lingua dei Segni.

Gio Evan, la scaletta del concerto
- Metà Mondo
- Estrospezione
- Himalaya cocktail
- Joseph Beuys
- Glenn Miller
- L’amarea
- Mantra allegro
- Regali fatti a mano
- Buster Keaton
- Arnica
- A piedi il mondo
- Scudo
- Marinconia
- Hopper
- Klimt
- Amazzonia
- Mark Rothko
La videointervista a Gio Evan
Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.