Alanis Morissette

A 30 anni dall’uscita di Jagged Little Pill, Alanis Morissette celebra l’album che ha rivoluzionato la musica degli anni ’90, dando voce alla rabbia femminile e restando attuale ancora oggi.

Un lavoro nato dal desiderio della cantautrice canadese di creare un disco che fosse un riflesso autentico di sé stessa, delle sue emozioni e delle sue esperienze. A trent’anni di distanza, quell’opera è ancora considerata una pietra miliare della musica contemporanea, capace di parlare a più generazioni.

Negli anni precedenti, Alanis era stata incasellata in un’immagine da teen pop star che non le apparteneva. I discografici la volevano in una dimensione sicura e commerciale, senza lasciare spazio alla sua vera voce creativa. Di fronte a queste pressioni, la giovane artista decise di trasferirsi a Los Angeles per lavorare alla sua musica in totale libertà. «Volevo scrivere un disco che fosse il riflesso diretto di ciò che stavo vivendo», ricorda oggi a Elle.

Il risultato fu un album potente, che attingeva dalle sue esperienze personali per affrontare temi come il sessismo, gli abusi di potere e le contraddizioni di un’epoca. Brani come Right Through You denunciavano apertamente i comportamenti predatori dell’industria musicale nei confronti delle giovani donne, intrecciando rabbia e melodia rock in un linguaggio diretto e innovativo.

Il successo fu travolgente: 33 milioni di copie vendute, cinque Grammy Awards (tra cui Album of the Year) e la consacrazione di Morissette come voce simbolo degli anni ’90. Jagged Little Pill divenne “la colonna sonora di una generazione”, come lo definì Rolling Stone, ma anche un manifesto di resistenza femminile in un’epoca segnata da forti tensioni di genere.

Il disco continua a vivere ancora oggi, sia attraverso il musical omonimo di Broadway, sia grazie alla forza universale dei suoi testi. «Quelle canzoni non appartengono solo agli anni ’90», sottolinea la regista Diane Paulus. «Parlano di temi che sono attuali ancora adesso».

Alanis Morissette, oggi 51enne, non si è mai fermata: tra attivismo, podcast, scrittura e nuova musica (è in lavorazione il suo undicesimo album), resta una delle poche artiste della sua generazione capaci di rinnovarsi senza trasformarsi in semplice nostalgia. E quando riascolta Jagged Little Pill, lo fa per ritrovare la giovane donna che, contro tutto e tutti, scelse di raccontarsi senza filtri.

«Posso ancora cantare quelle canzoni perché credo profondamente in quello che dicono», afferma. E mentre sorride con ironia, ammette: «C’è ancora molto di cui arrabbiarsi. Ma adesso lo siamo in modo più consapevole che mai».

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