Matteo Ferrari Anteprima Video

Il 3 dicembre uscirà il nuovo singolo di Matteo Ferrari Ma l’amore no, pubblicato e distribuito dalla storica etichetta Bluebelldisc Music. Il videoclip, realizzato dal regista Matteo Scotton, è in anteprima su IMusicFun.

Ma L’amore No, celebre brano scritto da Giovanni D’Anzi e Michele Galdieri, anticipa l’uscita prossima di Maramao, l’esordio discografico del cantante e attore trentino.

Da appassionato di fonti storiche e nipote di un bisnonno musicista che cantava in Frac nei teatri del ‘900, da cui ha preso l’ispirazione e l’identità retrò, Matteo Ferrari ha realizzato questo progetto artistico e storico-culturale. Con grande freschezza e sensibilità, ha reinterpretato le più belle melodie italiane che hanno illuminato di speranza il periodo buio fra gli anni 1915 e 1945.

Matteo Ferrari

“Sono onorato di essere entrato nel catalogo della Bluebelldisc, l’etichetta storica che ha tenuto a battesimo un artista del calibro di De André e che ha mantenuto salde le proprie radici sapendosi rinnovare. Come è avvenuto per la mia “Ma l’amore no” che pur essendo una canzone storica, si presenta in una veste più contemporanea e personale.

“Ma l’amore no” non è una canzone perfetta ma è autentica nella sua poeticità disarmante. Nonostante io l’abbia reinterpretata in maniera più drammatica dell’originale, è un inno alla speranza e al vivere il presente con amore, cose necessarie in questo periodo di pandemia che ci ha messi difronte alle nostre fragilità.

È un mio omaggio a quei musicisti che hanno affrontato un clima di conflitti, dittature e censure cercando il “sole in fronte”; a chi si è avvinghiato con tutta la forza alla persona amata che partiva per il fronte.”

Queste le parole di Matteo Ferrari.

Matteo Ferrari Anteprima Video

Anteprima Video Matteo Ferrari Ma l’amore no

Il regista Matteo Scotton nel videoclip si è ispirato ad uno stile asciutto ed essenziale con rimandi al cinema italiano degli anni ‘50.

Ha sfruttato l’architettura di una villa di inizio ‘900 situata a Telve, in Trentino, per restituire l’idea malinconica di eterna attesa di futuro o nostalgia del passato che contraddistingue il brano Ma l’amore no.

Il passaggio dall’ambiente esterno, notturno e piovoso, a quello interno diurno e luminoso, rappresenta una sorta di discesa interiore alla ricerca di un Amore tanto lontano quanto sfuggente.

Il look elegante e senza tempo curato dalla stylist Veronica Pattuelli, si è ispirato allo stile classico inglese e al cinema degli anni ‘20 filtrati attraverso uno sguardo fresco e contemporaneo.

“Nel video ‘Ma l’amore no’ io e Matteo abbiamo optato per uno stile asciutto ed essenziale che richiamasse il cinema italiano degli anni ’50. Abbiamo sfruttato l’architettura di spazi vuoti e disadorni per restituire un’idea sia di straniamento che di attesa solitaria. Quella del protagonista è una sorta di discesa interiore alla ricerca di un Amore tanto lontano quanto sfuggente.”

Queste le parole del regista Matteo Scotton.

Ma l’amore no

Ma l’amore no è un brano del 1942 scritto da Giovanni D’Anzi e Michele Galdieri, cantata per la prima volta da Alida Valli, incisa da Lina Termini e reinterpretata nella famosa versione di Alberto Rabagliati a cui Matteo Ferrari si è ispirato.

Attraverso un lavoro di ricerca dell’essenza basato sullo spartito originale del brano, Matteo Ferrari e il pianista Riccardo Barba hanno immaginato nuovamente Ma l’amore no in una veste che unisce il passato e il futuro di questa musica.

Un arrangiamento di voce e pianoforte registrato in un solo take, senza alcuna sovraincisione. Ma l’amore no storicamente interpretata sia da cantanti che da attori, ben si adatta alla poliedrica formazione artistica di Matteo Ferrari che la ha affrontata con un approccio teatrale privilegiando la spontaneità come se il brano fosse un soliloquio basato su un flusso di pensieri.

“Il personaggio che ho interpretato dichiara all’amata che, nonostante tutto, lui l’amerà per sempre e che riuscirebbe a perdonarle un tradimento. La ripetizione quasi ossessiva di questo pensiero lascia spazio a diverse interpretazioni.

Amare vuol dire anche correre il rischio di ammalarsi, di impazzire. Non è facile affrontare un abbandono, ancora più difficile è accettarlo.”

Le radici trentine di Matteo Ferrari si mescolano all’America che per prima ha influenzato la musica italiana dell’epoca con lo swing e il jazz d’oltreoceano.

Matteo Ferrari

“Quello riproposto da Matteo è un patrimonio nazionale di notevole caratura. La musica “leggera” in un’epoca buia per l’Italia come quella del Ventennio, serviva come divertimento e distrazione, nella sua garbata ironia verso i presunti “valori” del regime. Si trattava di canzoni spesso trasognate e disincantate, che nascevano “sotto le bombe” e che trovavano un agile veicolo di affermazione nel nascente cinema sonoro e nel fiorente mercato del disco 78 giri. Il tutto affidato a penne veramente ispirate e immortali come Giovanni D’Anzi, Cesare Andrea Bixio, Carlo Innocenzi, Mario Consiglio. Pubblicare oggi un repertorio come questo non è soltanto un’operazione musicale ma un vero culto della memoria, della storia della canzone italiana e della sua fortuna nel mondo.”

Spiega Andrea Natale, Managing Director di Bluebelldisc, a proposito di Maramao. Prosegue Isabella Turso, A&R.

“Maramao è un progetto discografico che mi ha incuriosito per due motivi in particolare: l’aspetto nostalgico del repertorio proposto e la freschezza interpretativa di Matteo Ferrari.

Una combinazione interessante che può far nascere curiosità ed empatia nel mondo dei giovani. Con la speranza che ritrovino in questa eredità storico musicale anche un po’ della loro storia.”

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