Con un post pubblicato sui social, Bugo parla della sua passione per la musica degli anni ‘60.
“Perché amo così tanto la musica anni ‘60?”
Questo il testo di un tweet in cui il cantautore riflette sulle differenze tra la musica di ieri e di oggi.
“Perché quei dischi erano veramente liberi, e il pubblico ed il sistema avevano voglia di sperimentare. Dopo gli anni 60 non c’è più stato un periodo così.
Negli anni 60 era tutto nuovo, c’era entusiasmo nell’aria e questa cosa si riflette nella musica. Da lì in poi la decadenza: il pubblico sempre più critico e la discografica che impone il gusto.
Degli anni 60 colpisce l’incredibile numero di dischi potenti e ispirati. Un decennio pieno di capolavori insuperabili. Era veramente tutto nuovo. Dopo sono arrivati i cloni, i derivati. Gli anni 60 saranno l’unico decennio che verrà ricordato della musica cosiddetta pop.”
Perché amo così tanto la musica anni 60? Perché quei dischi erano veramente liberi, e il pubblico ed il sistema avevano voglia di sperimentare. Dopo gli anni 60 non c’è più stato un periodo così.
— Bugo (@BugattiCristian) January 9, 2023
Bugo parla del suo amore per la musica degli anni ‘60
“Mi ispiro a quel modo di fare e a quello spirito ma non faccio musica vintage. Ascolto quei dischi per rubare quella potenza, quella semplicità, quella essenza. Quei dischi mi fanno stare bene, mi mettono in pace, li sento puri.”
Afferma Bugo, che non si considera un nostalgico.
“Adesso è tutto diverso. Pubblico tiranno e pecorone che non si entusiasma ma giudica. Guarda caso gli artisti che vanno in classifica sono artisti ruffiani che hanno paura del giudizio. Questa non è libertà. La musica bella c’è ma non è quella che va in classifica.”
Poi una considerazione sul pop e… sulla sua musica!
“Quindi anni 60 unico decennio valido, a seguire gli anni 90 che non a caso si rifacevano agli anni 60. E chi andava in classifica? Anche artisti ribelli, scomodi. E com’era il pop? Era vero, fatto con le chitarre, non di plastica. Guardate me. Perché sono così brutto e scemo? Perché sono cresciuto ascoltando la musica dei sixties! Musica vera, non di plastica, oggi sono tutti così carini, ci fosse un solo artista un po’ ignorante e fuori luogo! Ecco, io mi sento sempre fuori posto, colpa di Hendrix!”
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.