Claudio Baglioni

Claudio Baglioni In Questa Storia Che È La Mia cinema
Uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali. È In Questa Storia Che È La Mia, l’opera-concerto totale registrata presso il Teatro dell’Opera di Roma, tratta dall’omonimo e ultimo album di inediti di Claudio Baglioni, già certificato disco di platino.

Il progetto arriverà nelle sale cinematografiche per tre giorni, 2-3-4 novembre, distribuito da Medusa Film.

L’opera-concerto totale In Questa Storia Che È La Mia è una esclusiva ITsART, la piattaforma streaming promossa dal MiC dedicata a teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d’arte, con contenuti live e on-demand, disponibili in Italia e all’estero.

È la storia di un grande amore e dell’amore stesso: amore personale, reale o ideale, fisico o mentale, vissuto o semplicemente vagheggiato ma, sempre inatteso, sorprendente, travolgente, di un “uomo di varietà” e della sua “principessa”.

Ma anche amore universale: antico, eppure ogni volta incredibilmente nuovo, che anima ogni venatura del tempo, passato, presente e futuro, e dà senso e valore a tutte le stagioni della vita: fanciullezza, adolescenza, gioventù, maturità.

Lo spettacolo, della durata di novanta minuti, si apre con un monologo evocativo e rapsodico, scritto da Claudio Baglioni e interpretato da Pierfrancesco Favino, e un preludio danzato affidato all’étoile Eleonora Abbagnato.

La direzione di orchestra e coro è di Danilo Minotti, mentre la direzione della band di Baglioni è affidata a Paolo Gianolio, che ha firmato gli arrangiamenti e le orchestrazioni di nove dei quattordici brani dell’album.

Gli arrangiamenti degli altri sette brani portano, invece, la firma di Celso Valli. I contributi solistici sono di Giancarlo Ciminelli, Alessandro Tomei, Roberto Pagani, Danilo Rea e Giovanni Baglioni, che esegue la suite finale dell’album.

In Questa Storia Che È La Mia è prodotto da Friends & Partners e Fenix Entertainment S.p.A. La regia teatrale è di Giuliano Peparini, la fotografia è di Ivan Pierri, la regia televisiva è di Luigi Antonini.

Claudio Baglioni, In Questa Storia Che È La Mia al cinema

«La ferita dei teatri vuoti ci ha colpiti al cuore e faticherà a rimarginarsi. Per questo ho cercato di contribuire a riempire quel vuoto, portando in dono al teatro tutto quello che avevo da dare. Musica e parole, naturalmente.

Ma anche un’Opera In Questa Storia Che È La Mia che fonde recitazione, danza, gesto, giochi di luci e suoni, “quadri” animati da performer, e nella quale grande orchestra, coro lirico, coristi e band diventano co-protagonisti della narrazione.

Ognuno di noi – con la propria arte, sensibilità, intensità, espressività – ha provato a cancellare il vuoto del teatro, riempiendolo, letteralmente, di vita. E, così, tutto – palcoscenico, golfo mistico, platea, palchi, loggioni, foyer, corridoi, backstage – è diventato scena. Uno spettacolo totale in uno spazio scenico totale, nel quale – per la prima volta – l’idea wagneriana dell’arte totale si realizza in una architettura totale.

In Questa Storia Che È La Mia è davvero uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali. E non solo perché in “tempi normali” non sarebbe mai stato possibile concepirlo né realizzarlo ma, soprattutto, perché credo ci sia bisogno di idee eccezionali per aiutare certe ferite a rimarginarsi, e trasmettere le energie che servono a fare di dolore, difficoltà e privazioni i semi per costruire un futuro nuovamente degno di questo nome».

Così racconta Claudio Baglioni.

Claudio Baglioni In questa storia che è la mia cinema

Arte totale, teatro totale, estetica cinematografica

Un’anteprima assoluta. Non solo perché tema, narrazione, canzoni e allestimento musicale e scenico sono originali ma, soprattutto, perché In Questa Storia Che È La Mia riprende – estendendola – l’idea wagneriana di opera d’arte totale. Arte totale in un intero teatro, dunque – in tutti i significati che il combinarsi di queste due formule è in grado di esprimere – che finisce, però, col rivelare un’estetica cinematografica, tanto da trasformare In Questa Storia Che È La Mia in un inedito FilmOpera.

Come accade nella cinematografia, infatti, le diverse scene di questo straordinario atto unico (scene rese ancora più suggestive dal ricorso ad effetti di luce e soluzioni illuminotecniche che normalmente non si vedono nei teatri di tradizione all’italiana) sono state riprese da diversi punti di vista – attraverso un incalzante ed emozionante uso di campi e controcampi – in modo da unire al lirismo fisico del teatro, la magia metafisica del cinema. Claudio Baglioni In Questa Storia Che È La Mia cinema

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