Dopo la discussa partecipazione di Israele all’Eurovision 2025, i Paesi Bassi lanciano un interrogativo cruciale all’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU): il contest è ancora un evento apolitico?
A sollevarlo pubblicamente è l’emittente olandese AVROTROS, insieme alla casa madre NPO, che ha diffuso sui propri canali ufficiali un comunicato congiunto carico di perplessità:
“AVROTROS e NPO credono fermamente nel valore apolitico e unificante dell’Eurovision Song Contest. Tuttavia, osserviamo che l’evento è sempre più influenzato da tensioni sociali e geopolitiche. La partecipazione di Israele ci pone davanti a una domanda fondamentale: fino a che punto il concorso può ancora definirsi un evento culturale, apolitico e capace di unire? Vogliamo portare questa riflessione all’interno dell’EBU, insieme ad altri Paesi.”
Un portavoce di AVROTROS ha poi rincarato la dose:
“È necessario che il contest torni alle sue radici: un evento culturale che unisce e che sappia elevarsi sopra le tensioni politiche. L’attuale situazione solleva interrogativi sui limiti della partecipazione, sul ruolo dei governi e sulla credibilità del carattere apolitico della manifestazione. Serve una riflessione profonda e condivisa all’interno dell’EBU.”
Alla domanda se i Paesi Bassi potrebbero ritirarsi dal concorso dopo l’Eurovision 2025, AVROTROS ha risposto con cautela, sottolineando che molto dipenderà da come l’EBU gestirà il caso e quali decisioni prenderà nei prossimi mesi.
I Paesi Bassi si uniscono così a un coro di critiche che coinvolge almeno sette nazioni: Spagna (RTVE), Islanda (RÚV), Belgio (VRT), Finlandia (Yle), Irlanda (RTÉ) e Slovenia (RTVSLO). Queste emittenti hanno chiesto controlli sul televoto, una revisione del sistema di votazione e un dibattito aperto sulla presenza di Israele, alla luce del conflitto in corso con Gaza.
Il direttore dell’Eurovision Song Contest Martin Green ha confermato che l’EBU ha in programma un confronto ampio con tutte le emittenti partecipanti:
“Ora che l’evento si è concluso, è il momento di riflettere. Avvieremo un dialogo con i broadcaster per raccogliere feedback e valutare ogni aspetto dell’edizione appena passata. È parte del nostro processo di pianificazione per l’Eurovision 2026, che sarà il 70° della storia.”
La partecipazione di Israele è contestata da musicisti, fan, attivisti e organizzazioni per i diritti umani, che fin dall’inizio della guerra con Gaza hanno chiesto la sua esclusione.
Il nodo che i Paesi Bassi pongono all’EBU è di fondo: l’Eurovision può ancora essere un evento che unisce, o è ormai terreno di tensioni geopolitiche?
Il dibattito è aperto, e le prossime settimane saranno decisive per capire quale direzione prenderà il concorso musicale più seguito al mondo.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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