Eurovision

La popstar turca Demet Akalın, regina delle classifiche con la hit “Yerinde Dur” realizzata insieme a Sefu, ha dichiarato in un’intervista di essere pronta a rappresentare la Turchia all’Eurovision Song Contest — ma a una condizione: il brano dovrà essere in turco.

Il singolo, uscito di recente, ha dominato le classifiche nazionali, conquistato la quinta posizione nella classifica globale dei video in tendenza su YouTube e superato le 91 milioni di visualizzazioni in appena un mese.

Le parole della Akalın arrivano in un momento in cui il ritorno della Turchia alla competizione è ancora incerto, se non impossibile: il Paese non partecipa dal 2013, anno in cui si è ritirato a causa di disaccordi con alcune regole del concorso, come l’accesso diretto in finale per i cosiddetti “Big Five” (Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna). A pesare sulla decisione anche le posizioni conservatrici del governo turco, spesso in contrasto con i valori di diversità culturale e inclusione che caratterizzano l’Eurovision.

Negli anni, l’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) ha più volte espresso il desiderio di riaccogliere la Turchia, ma la televisione pubblica TRT non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito a un possibile ritorno.

L’ultima partecipazione risale al 2012, con “Love Me Back” di Can Bonomo, settimo classificato. Prima del ritiro, la Turchia era una delle concorrenti più forti, capace di ottenere ascolti record: nel 2009 il concorso registrò nel Paese uno share del 58,54%. Il trionfo più memorabile resta quello del 2003, quando Sertab Erener vinse con “Everyway That I Can”.

Oltre a Demet Akalın, anche il cantante Serhat (due volte in gara in rappresentanza di San Marino) ha dichiarato che, in caso di ritorno, sarebbe felice di rappresentare la Turchia.

La disponibilità di una star nazionale così popolare riaccende il dibattito tra i fan: il 2026 potrebbe essere l’anno del grande ritorno della Turchia all’Eurovision? Al momento la risposta resta un punto interrogativo, ma la pressione del pubblico e il richiamo di un palco capace di unire milioni di spettatori potrebbero cambiare le carte in tavola.

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