Francia

La Francia conferma la sua presenza all’Eurovision Song Contest 2026 e prende posizione sul tema più discusso delle ultime settimane: la partecipazione di Israele. Il presidente Emmanuel Macron ha infatti respinto con fermezza le richieste di boicottaggio, sottolineando come la musica debba restare un terreno di dialogo e non di esclusione.

Intervistato dalla giornalista israeliana Yonit Levi su Channel 12 News, Macron ha chiarito la sua linea:

“Non ho mai adottato questo approccio… Non sono favorevole al boicottaggio perché voglio mantenere un impegno con Israele e credo che Israele sia stata la prima vittima del 7 ottobre. Non sostengo mai un boicottaggio.”

Una presa di posizione netta che si riflette anche nella scelta di France Télévisions, la tv pubblica nazionale, di confermare ufficialmente la partecipazione della Francia a Eurovision 2026. Nel comunicato diffuso mercoledì si legge:

“France Télévisions è lieta di confermare la propria partecipazione all’Eurovision Song Contest 2026 a Vienna, riaffermando il proprio sostegno alla creazione musicale, agli artisti e a questo evento unico.”

Mentre alcuni Paesi europei – tra cui Spagna, Irlanda, Slovenia e Paesi Bassi – hanno minacciato il ritiro qualora Israele fosse ammessa, la Francia sembra muoversi in una direzione opposta. Come Regno Unito, Malta e Australia, Parigi considera Eurovision un evento culturale, non politico.

La tempistica della conferma francese è significativa: arriva proprio nei giorni in cui la Spagna ha annunciato la sua intenzione di ritirarsi. Inoltre, la storia mostra come la Francia sia il Paese che ha assegnato più punti a Israele nelle 47 partecipazioni dell’artista mediorientale al contest.

Tutto lascia pensare che, al prossimo voto dell’EBU General Assembly del 4 ottobre, la Francia possa non solo mantenere una posizione neutrale, ma persino esprimersi a favore della presenza di Israele in gara.

Essendo uno dei “Big 5” – insieme a Italia, Germania, Spagna e Regno Unito – la posizione francese avrà un peso decisivo. Secondo le prime ricostruzioni, Francia e Regno Unito intendono mantenere un profilo osservatore, con possibili aperture verso Israele, mentre Germania e Italia sarebbero già apertamente schierate a favore.

Non solo Macron: anche Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, ha espresso sostegno alla partecipazione israeliana, criticando le minacce di boicottaggio.

“Tutte queste misure, che in pratica mirano a punire il popolo di Israele, sono a mio avviso sbagliate e non le sosteniamo.”

Un’Europa dunque divisa: da un lato chi vede in Eurovision un’occasione di unione e scambio culturale, dall’altro chi lega l’evento alla geopolitica. In mezzo, la Francia, che con Macron e France Télévisions sembra voler riaffermare un principio chiaro: la musica come dialogo, non come esclusione.

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