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Fedez, parla il chirurgo: “Tutto è connesso alla precocità della diagnosi”

Fedez Chirurgo

Massimo Falconi, chirurgo del San Raffaele che insieme al suo staff ha operato Fedez, parla della malattia che ha colpito il rapper e dell’intervento effettuato.

“L’intervento non è la prassi: dipende da paziente a paziente, nonché dallo stadio in cui la neoplasia si trova nel momento in cui viene fatta la diagnosi. Il messaggio da dare è che si tratta di un tipo di tumore che, rispetto all’adenocarcinoma pancreatico, ha fortunatamente maggiori possibilità di cura.”

Il chirurgo conferma che dalla neoplasia che ha colpito Fedez si può guarire.

“I tumori neuroendocrini del pancreas sono una minoranza – ma hanno una prognosi diversa dall’adenocarcinoma – generalmente migliore. Si hanno migliori possibilità di guarigione con le opportune terapie. Ovviamente, tutto è connesso alla precocità della diagnosi: quanto prima questa avviene, tanto maggiori sono le possibilità di cura. La sopravvivenza a 5 anni nel nostro Paese è alta, superiore al 60%.”

Fedez, parla il chirurgo

Il chirurgo, poi, si concentra sull’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto Fedez.

“Parliamo di tumori che hanno origine dal sistema neuroendocrino – costituito da cellule con caratteristiche tipiche sia delle cellule endocrine, quelle che producono gli ormoni, sia di quelle nervose. Queste cellule sono presenti in tutto l’organismo, quindi i NETs possono colpire organi differenti quali pancreas, intestino, polmoni, tiroide, timo o ghiandole surrenali.

Oltre a essere rari, i NETs sono quasi sempre silenziosi e solo nel 20% dei casi danno sintomi specifici.”

Il medico sottolinea l’importanza della diagnosi precoce.

“Se il tumore viene scoperto agli inizi ed è localizzato, la chirurgia radicale, ovvero l’eliminazione di tutta la massa neoplastica, può portare a guarigione alte percentuali di pazienti.”

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