Flavio Sala Enzo Iacchetti

Flavio Sala, volto amatissimo dal pubblico per il personaggio di Roberto Bussenghi nei “Frontaliers”, torna a stupire in una veste inedita, quella di cantante. E lo fa con “Sdoganation”, un album che gioca sul concetto di confine – reale e linguistico – per raccontare in musica un viaggio che attraversa generazioni, territori e tradizioni. Disponibile sulle principali piattaforme, “Sdoganation” è prodotto, arrangiato e curato dal musicista Filadelfo Castro, con la supervisione artistica di Mike Birra, e distribuito dall’etichetta Beatfactory.

Il titolo “Sdoganation” è già una dichiarazione d’intenti. Nessun riferimento a Celentano, precisa Flavio Sala, ma piuttosto un modo ironico per raccontare quell’eterna convivenza con il confine tra Italia e Svizzera che ha segnato il suo percorso umano e artistico. L’album fonde il patrimonio musicale popolare di entrambe le culture, portando in chiave moderna canzoni che hanno segnato la storia della musica italiana e ticinese. Un progetto che nasce per gioco e che, invece, si rivela un lavoro vero e proprio, costruito con cura e rispetto per la tradizione.

«Non sapevo nemmeno se sarei stato in grado di cantare seriamente» racconta Sala, che aveva già sperimentato qualcosa in ambito musicale nello spettacolo “Bonanocc ai sonadoo”, dove guidava una band di liscio immaginaria e un po’ sgangherata. Invece “Sdoganation” è un disco completo, con arrangiamenti curati e ospiti illustri.

Tra le tracce più curiose e divertenti del disco spicca “E la vita, la vita” di Cochi e Renato, reinterpretata in duetto con l’amico Enzo Iacchetti. Non manca nemmeno un’incursione in chiave natalizia, con la versione irriverente di “Jingle Bells”, ribattezzata “Jingle Balls”, realizzata in collaborazione con il gruppo ticinese The Vad Vuc.

Tra le cover presenti anche “Ci vuole orecchio” dell’indimenticato Enzo Jannacci e “Yanez” di Davide Van De Sfroos, anche se quest’ultima – scherza Sala – ha mancato per un soffio il featuring con l’autore: «Abbiamo chiesto a Van De Sfroos di collaborare proprio la settimana del suo concerto al Forum di Assago, pessimo tempismo».

Il progetto ha anche dato vita a un singolo omonimo e inedito, “Sdoganation”. Un brano ironico e fresco che prende di mira con leggerezza gli anglicismi della nostra quotidianità, tra influencer, call, dissing, lifting e chi più ne ha più ne metta. Un gioco di parole che si riflette nel ritornello facile da memorizzare, perfetto per ambire a diventare un tormentone estivo.

Mike Birra, già impegnato nel mondo della musica come produttore e responsabile di progetti sociali legati al suono, ha avuto l’intuizione di trasformare le doti vocali di Flavio Sala in un album vero e proprio. Filadelfo Castro ha completato il lavoro portando tutta la sua esperienza maturata a fianco di nomi come Enrico Ruggeri, Ermal Meta e Pierdavide Carone.

Il risultato è un disco che attraversa i confini senza prendersi troppo sul serio, ma con un grande rispetto per la canzone popolare, per la cultura del territorio e per quella vena ironica che da sempre accompagna Flavio Sala nella sua carriera.

Oltre al digitale, “Sdoganation” uscirà anche in vinile, mentre il ricavato delle casse bluetooth personalizzate realizzate per l’occasione andrà a sostenere Pastello Bianco, l’associazione fondata da Mike Birra che offre la possibilità a chiunque di registrare musica, anche in contesti socialmente fragili.

Tra ironia e sincerità, Flavio Sala racconta il suo percorso con disincanto: «Mi ha sempre infastidito riascoltarmi, forse anche per questo ho fatto l’imitatore. Ma con il dialetto ho iniziato ad accettare la mia voce per quella che è. Questo disco è stato una sorpresa anche per me».

Dal confine ai palchi, dai Frontaliers al popolare, da Chiasso a tutta Italia: Flavio Sala ha trovato la sua “Sdoganation”. E sembra divertirsi parecchio.

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