Lavoratori dello spettacolo

Dopo due anni di pandemia e una crisi che ha prodotto una dispersione di personale tecnico e artistico senza precedenti (circa un quinto, nda), mercoledì 4 maggio è arrivata la prima vera buona notizia per i lavoratori dello spettacolo.

In Commissione Cultura al Senato è stato infatti avviato l’iter di votazione per l’emendamento che introduce l’indennità di discontinuità, uno degli emendamenti alla legge di delega al Governo presentati dai relatori Roberto Rampi (Pd) e Nunzia Catalfo (M5S).

L’obiettivo è quello di riconoscere la specifica natura “discontinua” delle professioni creative. Di fatto, l’indennità di discontinuità riconosce i tempi di preparazione, formazione e studio quali parti integranti dei tempi di lavoro effettivo, in quanto connaturati e indispensabili per chi svolge un lavoro delle arti performative.

Questa è veramente una piccola rivoluzione che, riconoscendo finalmente una caratteristica fondante del nostro lavoro, afferma un diritto. Un diritto richiesto a gran voce sin dal principio dell’emergenza, che avrebbe cambiato le sorti di molti durante la pandemia“, chiosa Manuel Agnelli. E aggiunge: “Riconoscere l’indennità di discontinuità per i lavoratori e le lavoratrici del mondo dello spettacolo è tuttavia una conquista che non fa dimenticare ciò che abbiamo attraversato, ma che almeno non lo rende vano“.

Alle parole del frontman degli Afterhours si aggiungono poi quelle di Chiara Chiappa, Presidente Fondazione Centro Studi Doc, che afferma: “Dopo anni di battaglie, questo è un risultato storico per i lavoratori e le lavoratrici del mondo dello spettacolo, che finalmente potranno investire sul proprio talento e trasformare la passione e l’impegno nelle attività artistiche e tecniche in un lavoro riconosciuto“.

La battaglia al fianco dei lavoratori dello spettacolo

Unita e La Musica Che Gira si sono incontrate durante la pandemia con altre realtà in una comunione di intenti: riformare il settore sul tema del lavoro, sul riconoscimento degli spazi culturali e sulla costruzione di un nuovo paradigma per le imprese culturali e creative.

Le due realtà, oltre ad impegnarsi per le misure emergenziali ottenendo aiuti concreti per il settore, hanno richiesto sin dal principio che la ripartenza trovasse basi solide su un radicale cambio di rotta in ambito legislativo. Di fatto, il settore è normato poco e male da leggi vecchie, che non tengono conto dei rapidi cambiamenti ai quali il lavoro in questo ambito è da sempre esposto.

L’indennità di discontinuità è solo una delle misure che contribuiscono al miglioramento delle condizioni di chi lavora in questo mondo, ma è di certo il cuore di un percorso di riforma che oggi può finalmente rendere i lavoratori e le lavoratrici meno fragili. Riconoscere le caratteristiche intrinseche del lavoro nel mondo dello spettacolo e la differenza sostanziale che sussiste tra lavoro intermittente e lavoro discontinuo è infatti il primo vero passo verso un cambiamento significativo.

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