Arianna Rozzo Sanremo Giovani

In gara a Sanremo Giovani 2024 con il brano J’Adore c’è Arianna Rozzo, classe 2002 bergamasca con origini campane.

Il suo approccio musicale si distingue per un pop fresco e coinvolgente, valorizzato dalle sue doti canore. Nel 2021 ha pubblicato il primo singolo, La teoria del caos, che l’ha portata alla finale Nuove Proposte del Premio Lunezia. Ha poi collaborato alla serie Netflix Di4ri 2, realizzando il brano Brava. Ora sta lavorando al suo primo EP e ha pubblicato Kintsugi a inizio 2024, brano che celebra le imperfezioni come parte della storia di ognuno.

Qui il link per la visione del videoclip sul sito RaiPlay.

Intervista a Arianna Rozzo, in gara a Sanremo Giovani 2024

Benvenuta, Arianna! Come ti senti dopo aver scoperto di essere tra i 24 finalisti di Sanremo Giovani?
All’inizio ero incredula, mi sono detta: “Oddio, davvero sta succedendo?”. È stata una sorpresa bellissima, poi ho realizzato che adesso inizia davvero il percorso. Voglio vivere al massimo tutte le emozioni di questa esperienza.

Cosa pensi abbia colpito la commissione del tuo brano e della tua personalità?
Il mio brano è rischioso, sia a livello di sonorità che di testo. È come una cipolla, ha molti strati e parla di un tema profondo: la nostalgia per la terra d’origine e il senso di smarrimento in un ambiente nuovo. Credo abbia colpito il fatto di affrontare un tema così serio con ironia, visto che sono una persona autoironica, cerco sempre di danzare sui problemi.

Nonostante la tua giovane età, hai già ricevuto importanti apprezzamenti e riconoscimenti come la finale del Premio Lunezia Giovani. Come riesci a bilanciare diversi elementi nei tuoi brani?
La mia scrittura è molto istintiva. Prima scrivo ciò che sento, poi mi concentro sul sound e sulla produzione insieme al mio team. La canzone che porto a Sanremo Giovani, ad esempio, è nata velocemente, in dieci minuti. Dopo ho pensato ai suoni, cercando anche ispirazione da sonorità internazionali.

Alcuni dei tuoi brani sono stati utilizzati in una serie Netflix. Come hai vissuto questa esperienza?
È stata la mia prima esperienza come autrice, e mi ha emozionato tantissimo. Scrivo molte canzoni, alcune per me, altre per altri artisti. Lavorare con Netflix è stato incredibile, vedere le mie canzoni negli episodi della serie e leggere il mio nome nei titoli di coda è stato un momento unico.

Cosa rappresenta Sanremo per te?
Sanremo è sempre stato un sogno per me, da quando ho memoria. Ci sono tantissime canzoni che hanno partecipato al Festival che avrei voluto scrivere. Sanremo è un’icona della tradizione, ma è anche un palco aperto al cambiamento e all’evoluzione della musica. È un’opportunità per noi giovani di portare la nostra energia e visione su un palco leggendario, un onore e una sfida allo stesso tempo.

C’è una canzone della storia della musica italiana che avresti voluto scrivere?
Una a cui sono particolarmente legata è “Albachiara” di Vasco Rossi. Mi ritrovo molto nel testo, soprattutto nella frase “ti piace studiare, non te ne devi vergognare”.

Sei bergamasca di adozione e la tua zona ha dato origine a molti talenti musicali negli ultimi anni.
Io sono di origine napoletana, ma Bergamo mi ha dato tante opportunità che forse non avrei avuto altrove. Sono orgogliosa di rappresentare entrambe le città, soprattutto considerando quello che Bergamo ha passato negli ultimi anni, come il periodo del Covid. È una bella rinascita anche a livello musicale.

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