Cainero

Intervista ad Cainero, classe 1999, originaria di Terracina e in passato nella scuola di Amici, è in gara a Sanremo Giovani 2025 con Nuntannamurà.

Nuntannamurà fonde sonorità pop contemporanee e influenze urban, con un tocco soul e retrò ispirato ad artiste come Amy Winehouse, offrendo un ritratto sincero e moderno dei sentimenti. Il testo racconta la complessità dell’amore e la forza di restare fedeli a ciò che si prova, anche quando il tempo o la distanza sembrano dividerci.

La voce calda e graffiata di CAINERO si muove tra malinconia e intensità, regalando un’interpretazione autentica, personale e ricca di sfumature.

Con questo nuovo singolo, la giovane cantautrice conferma il proprio stile distintivo, capace di intrecciare scrittura emotiva e sound internazionale, in un linguaggio pop raffinato e immediato.

Intervista a Cainero, in gara a Sanremo Giovani 2025

Cainero, sei tra i 24 selezionati per Sanremo Giovani 2025. Quali emozioni hai provato quando hai scoperto di essere stata scelta?
È stata un’emozione immensa. Per me, che sono ancora un’emergente, è un traguardo enorme. Appena ho ricevuto la notizia ero felicissima, ma allo stesso tempo molto agitata: un po’ di ansia è inevitabile, perché Sanremo Giovani è un percorso difficile da raggiungere e da affrontare. Però sono davvero grata e carica.

Una delle caratteristiche del tuo percorso è la scelta di crescere passo dopo passo, senza forzare i tempi. Quanto conta questo atteggiamento nel mondo musicale di oggi?
Tantissimo. Io sto facendo la gavetta “classica”, quella che ti forma davvero: ti aiuta a superare le paure, gli ostacoli, i no, e ti dà una forza che altrimenti non avresti. Credo sia fondamentale per qualsiasi artista che voglia durare nel tempo.

Il tuo brano si intitola Nuntannamurà. Come si sceglie la canzone giusta per un palco come Sanremo Giovani?
Io credo che un brano non debba essere scritto “per forza” per una determinata occasione. Si scrive una canzone, e se senti che funziona, che è tua, allora provi a proporla. Questo brano è nato dalla collaborazione con Gio Romano, vincitore di Italia’s Got Talent: abbiamo lavorato insieme senza aspettarci nulla, ma sentivamo che fosse un pezzo speciale. Così abbiamo deciso di tentare.

Nuntannamurà unisce pop, soul e sonorità urban. Quanto è stato difficile trovare il giusto equilibrio?
È stata una sfida vera. Io ho un’anima profondamente soul, adoro l’R&B e le vibrazioni black, ma oggi il pop domina. Non volevo però snaturare la mia voce. Joe è riuscito a creare un equilibrio perfetto tra i due mondi, rispettando ciò che sono davvero.

Hai partecipato a molte esperienze importanti: Area Sanremo (che hai vinto nel 2021), Genio Stage, Una Voce per San Marino, il Natale in Vaticano. Quanto sono state utili in vista di Sanremo Giovani?
Moltissimo. E non solo le vittorie: anche i “no” servono tanto, anzi forse più dei “sì”. Ti rendono più forte, ti fanno crescere e capire chi sei. Ogni esperienza è stata un tassello fondamentale del mio percorso.

Tra tutte, il Natale in Vaticano è sembrato un momento particolarmente speciale. Lo confermi?
Assolutamente sì. È stata un’esperienza di cuore. Io sono religiosa e incontrare Papa Francesco è stato incredibile, quasi irreale. A differenza di altre occasioni, non ho provato ansia: me la sono goduta completamente, è un ricordo che porterò sempre con me.

Hai partecipato anche ad Amici. Con il senno di poi, credi di essere arrivata troppo presto a quell’esperienza?
Sì, lo credo. Avevo solo 18 anni: ero immatura e non avevo ancora una reale consapevolezza del mio percorso. Oggi vedo ragazzi di 18 anni molto più sicuri, mentre io all’epoca non sapevo ancora che la musica sarebbe diventata il mio lavoro. Col tempo ho studiato, sono cresciuta e ho trovato un’identità più chiara.

Quanto è stata importante la condivisione artistica nella tua crescita?
Moltissimo, anche se all’inizio non riuscivo a collaborare: pensavo di potercela fare da sola. Poi ho scoperto la bellezza dell’unione delle energie, dello scambio emotivo e creativo. Oggi la collaborazione per me è fondamentale: arricchisce e porta risultati migliori.

Cosa rappresenta oggi il Festival di Sanremo per te e per la tua generazione?
Per me è un rito familiare: lo guardo da sempre con i miei cari, e senza di loro non è lo stesso. È un sogno che coltivo da piccola, un simbolo della musica italiana che amo profondamente. Per la mia generazione rappresenta un traguardo ma anche un luogo dove l’interpretazione e la personalità hanno assunto un ruolo sempre più centrale.

C’è una canzone della storia del Festival che avresti voluto scrivere o interpretare?
Ce ne sono diverse, anche nate prima che io venissi al mondo. Almeno tu nell’universo è forse la più importante per me: un brano immenso, unico, che appartiene solo a Mia Martini. Poi amo anche Come saprei di Giorgia, che è difficilissima da cantare, e Luce di Elisa.

Se ci rivedessimo tra un anno, quale traguardo ti piacerebbe aver raggiunto?
Salire sul palco dell’Ariston: è un sogno che ho da sempre e sarebbe una gioia enorme anche per la mia famiglia. Mi piacerebbe guardarmi indietro e riconoscere un ulteriore passo avanti nel mio percorso.

Infine, qual è l’aspetto della tua musica che oggi ti rende più orgogliosa?
La crescita. La mia voce ha un’identità particolare e non è stato semplice trovare il suo posto, il suo mondo sonoro. Oggi ho una squadra che mi aiuta, mi sostiene e mi guida, e questo mi ha permesso di comprendere meglio me stessa come artista. Sentire che sto crescendo davvero, anno dopo anno, è ciò che mi rende più felice.

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