Intervista di presentazione di Incidenti Di Percorso, il primo album di Claudym, anticipato in radio dal brano Più di così, pubblicato da Island Records.
Una popstar senza essere star, una real bad girl senza essere bad. Un’autoironia innata, sua cifra stilistica, e l’attitudine di chi sa prendersi non troppo sul serio ma fa sul serio, la musica di Claudym – alias di Claudia Maccechini – è un unicum nel panorama musicale italiano. Artista a tutto tondo, cura ogni aspetto del suo progetto da quello musicale a quello creativo: dall’identità visiva agli artwork delle copertine, dagli storyboard fino alla produzione dei videoclip.
Se nel 2022 con l’ep d’esordio Un-Popular si presentava da outsider della scena musicale raccontandosi senza censure e dando prova della sua versatilità, con il suo primo albumClaudym allarga e definisce i propri orizzonti artistici, raccontando quegli incidenti di percorso e quelle deviazioni che scombinano i piani ma obbligano a reagire e scoprirsi.
Scritto e composto da Claudym – anticipato dai singoli Bugia, Joanne, Cose che si dicono, UOMINI ALFA e Una settimana Da Dio(God’s Plan) – Incidenti Di Percorso è prodotto insieme a due tra i producer più apprezzati dell’attuale panorama musicale italiano, okgiorgio e Marcello Guava, ad eccezione di Una settimana Da Dio (God’s Plan), coprodotta con Celo (Pietro Celoni).
Incidenti Di Percorso è un album dal sound internazionale, che guarda alla nuova scena pop UK e ad artiste contemporanee come Upsahl e Renforshort, influenzato dal sound di giganti come Blur, Gorillaz e Smashing Pumpkins e interpretato con l’attitude di una Spice Girl. Dichiaratamente pop come la sua autrice, in dieci tracce riesce a trasportare gli anni ’90 e i 2000 fino a oggi, con un risultato che non ha eguali nel panorama italiano attuale: un centrifugato esplosivo di sonorità urban ed elettroniche dove convivono senza difficoltà ballad intime e delicate.
Incidenti Di Percorso è il mignolo che sbatte sullo spigolo, la lattina che si rompe quando stai per aprirla, il rotolo di carta che finisce, quel pacchetto di biscotti che volevi ma hanno lasciato lì vuoto. Nell’album Claudym crea immagini vivide, dove la vita diventa teatro e la normalità commedia: situazioni semiserie e scene tragicomiche sono lo scenario per raccontare sfighe quotidiane, mini tragedie di tutti i giorni che ci accomunano – incidenti di percorso appunto – e sentimenti universali. Storie nate da esperienze vissute portate all’estremo, s’intrecciano a caricature di personaggi verosimili che ne restituiscono il suo lato giocoso e ironico.
Nei testi, giochi di parole e hook ripetuti diventano filastrocche che s’incastrano alla perfezione con produzioni energiche e up (UOMINI ALFA, Blahx4, Una settimana Da Dio(God’s Plan)) e bpm spinti (Trigger). Così una chat tra amiche diventa lo spunto per un ironico e graffiante vademecum sull’infedeltà in Bugia. Dal continuo procrastinare nasce Cose che si dicono, in Blahx4 una festa diventa lo scenario perfetto per togliersi qualche sassolino dalla scarpa (Crede che sia al top/ ma è la fan). UOMINI ALFA si prende gioco della cultura patriarcale, Una settimana Da Dio (God’s Plan) ironizza su una relazione complicata (Sei un tipo base un tipo sovrastimato/Puoi moltiplicare solamente il tuo disagio/Non tramuterai quest’acqua in vino/L’unico miracolo che vedo è che ti ho mollato).
Non mancano brani più intimi che al contrario ne rivelano il lato più introspettivo e malinconico, dove Claudym abbandona la leggerezza e si prende il tempo necessario per far sedimentare le parole, dargli il giusto peso e carico emotivo. Come nella traccia d’apertura, Ragione sbagliate, canzone manifesto del disco, una dichiarazione d’intenti in cui si confronta con la paura di fallire. O in Ex, che avanza con un ritmo cadenzato per accentuare una routine opprimente, o in Joanne, l’amica che non riesce a mettere la testa a posto. O ancora, come in Più di così, canzone sulla fine di un amore e ultima traccia del disco, che celebra un’amicizia nata durante la sua lavorazione e chiude un cerchio in vista di quello che avverrà dopo.
Tracklist
1. Ragioni Sbagliate
2. Una Settimana Da Dio (God’s Plan)
3. Blahx4
4. Joanne
5. Trigger
6. Cose Che Si Dicono
7. Bugia
8. Uomini Alfa
9. Ex
10. Più Di Così
Intervista a Claudym
Cosa rappresenta per te “Incidenti di percorso”?
Questo disco è proprio un bel traguardo, soprattutto perché per concluderlo… ci ho messo davvero tanto! Mi sono goduta la bellezza dello scrivere, dello stare in studio proprio nell’ultima fase. Un momento in cui mi sono aperta maggiormente. Sono contenta di questi brani che raccontano quest’ultimo capitolo della mia vita e anche del mio percorso artistico in evoluzione.
Sono soddisfatta ed è una novità, perché di solito non sono mai del tutto contenta…
Uno degli aspetti che più mi colpisce di questo disco è l’attenzione al quotidiano, le piccole cose. Una vera e propria celebrazione della normalità nella quale è facile riconoscersi.
Ho proprio voluto raccontare la routine e una serie di eventi, di incidenti di percorso che la cambiano. Alla fine la mia vita è molto normale e quindi nel raccontare le cose ho voluto dare proprio questa visione che collega tutti. Sono cose che viviamo tutti e quindi ho messo una lente di ingrandimento sulla quotidianità, sulle piccole cose, sui piccoli disagi di cui magari a volte non ci accorgiamo.
Anche nell’ultimo singolo, “Una settimana da Dio”, parli di una situazione nella quale credo che molti si riconosceranno. Un brano che anche musicalmente mette in risalto una tua attitudine fondamentalmente pop, nonostante le tante influenze e i tanti riferimenti.
Non si tratta di un pop canonico, ma di un pop contaminato, quello che si ascolta all’estero. In generale il mio essere pop è legato alla mia volontà di migliorarmi nella scrittura, nell’essere più efficace. Alla fine essere pop significa arrivare a più persone.
Questo disco risulta più pop anche per questo, perché c’è stata una crescita, la comprensione di come essere più chiara nella scrittura, un modo per essere più incisiva.
Il mio è un pop contaminato, perché in studio mi piace divertirmi, insomma, voglio fare quello che piace a me fondamentalmente, alla fine è scompari la chiave vincente poi per arrivare meglio alle persone.
In “Ragioni sbagliate” canti “provo a rendere poetico il disordine”. Credi che questo verso possa essere considerato un po’ come il manifesto del disco?
Sì, sì, assolutamente. Ma proprio il singolo è il manifesto del disco. L’album è diviso in due parti. Questo brano è nato subito dopo una fase di crisi in cui iniziavo a pensare a un piano B, un aspetto che non avevo mai considerato. Questo brano mi ha aiutato a finire l’album e a viverlo con un’altra intenzione. ‘Rendere poetico il disordine’ è un po’ un mio stile di vita.
Uno dei pezzi del disco che ho maggiormente apprezzato è ‘Bugia’, prodotto da OkGiorgio.
E’ un brano che, con le sue influenze legate ai primi anni 2000, ha influenzato un po’ tutti gli altri pezzi. Anche a livello di sperimentazione è stato molto divertente.
Qual è il valore aggiunto di produzioni così eterogenee e quanto tu sei intervenuta nel processo di produzione del disco?
E’ stato difficile perché io ho un suono definito e faccio anche fatica un po’ ad affidare il mio sound ad altri. E’ stato complicato trovare qualcuno con cui trovarmi bene in studio. In generale comunque con i producer lavoriamo a stretto contatto.
A livello testuale colpisce la tua attitudine a una scrittura legata alle immagini. Ma c’è stato un momento in cui hai capito che questa poteva essere la chiave di espressione più adatta a te?
Ho sempre avuto delle insicurezze sul mio modo di scrivere. Scrivo in italiano da poco, mentre prima i miei testi erano in inglese.
Ho sempre avuto un po’ l’insicurezza nella scrittura, ma sono contenta che si noti questa mia evoluzione.
Io ho trovato una forte evoluzione rispetto all’Ep del 2022. Nell’album la tua personalità è molto più a fuoco.
L’Ep rappresentava una fase di passaggio, di transizione probabilmente. Era la mia prima esperienza e forse non sapevo bene come muovermi. Qui invece le idee sono molto più chiare.
Due anni fa stavo ancora indagando sulla mia direzione musicale, per quanto poi fossi abbastanza sicura. Ora mi sono chiarita le idee, tutto diventato più nitido.
Qual è l’aspetto dell’album di cui ti senti maggiormente orgogliosa?
Sono contenta del compromesso che ho raggiunto. Sia a livello di contaminazioni che di sound, ma anche per la tipologia di brani. All’interno, secondo me, c’è almeno un pezzo adatto per qualsiasi persona.
Il 27 marzo sarà un giorno estremamente importante perché ci sarà il tuo primo live all’Apollo di Milano. Cosa dobbiamo aspettarci?
Sarà una grande festa! Per me è una tappa importante, un’esperienza nuova, quindi sono un po’ agitata, ma molto contenta di questa opportunità. Vorrei che fosse proprio una grande festa. Io i live li prendo proprio come uno spazio condiviso con il pubblico. Il 27 marzo darò il meglio di me!
Videointervista a Claudym
Foto di Claudia Campoli
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.