Dopo l’esperienza ad Amici di Maria De Filippi e il tour con Dodi Battaglia, Costanzo Del Pinto si racconta senza maschere, con la voce intensa e graffiante che lo ha reso amato dal pubblico.
“L’Ultima Sigaretta”, il nuovo singolo, è una confessione di libertà, il momento in cui si trova il coraggio di lasciar andare un amore, un dolore, una parte di sé. Tra luci soffuse, fumo e malinconia, le sue parole bruciano come verità dette troppo tardi ma ancora necessarie. La canzone rappresenta la colonna sonora di chi ha vissuto, perso e ora sceglie di ricominciare.
La nuova collaborazione con NEXTSTOP Music Publishing, porta Costanzo ad inaugurare una fase più matura e autentica del suo percorso, dove la voce incontra l’anima e ogni nota diventa racconto.
“L’Ultima Sigaretta” non è solo una canzone: è un addio che sa di rinascita, una ferita che diventa forza, un’emozione che resta.
Intervista a Costanzo Del Pinto
1. “L’Ultima Sigaretta” è un titolo molto evocativo. Da dove nasce l’idea di questa canzone e cosa rappresenta per te?
“L’ultima sigaretta” nasce da un addio che non riuscivo a pronunciare. È la fine di qualcosa che brucia fino all’ultimo, ma che dentro di sé contiene già la voglia di ricominciare. È quel momento sospeso tra la resa e la libertà.
2. Hai descritto il brano come “una confessione di libertà”. In che modo scrivere e cantare questa canzone ti ha permesso di liberarti o rinascere artisticamente?
Scriverla è stato come svuotare i polmoni dopo aver trattenuto il fiato per troppo tempo. Ho smesso di inseguire ciò che non mi somigliava e ho ritrovato la mia voce, quella vera, senza filtri. È stata la mia confessione, ma anche il mio punto di svolta dal punto di vista interpretativo.
3. Il testo parla del coraggio di lasciar andare. È ispirato a un’esperienza personale o più a un sentimento universale?
È personale, ma credo che chiunque ci si possa ritrovare. Tutti, prima o poi, dobbiamo lasciare andare qualcosa o qualcuno per tornare a respirare. È una ferita che ci rende vivi. E in quel vuoto che resta, spesso nasce la parte più vera di noi.
4. La collaborazione con NEXTSTOP Music Publishing segna un nuovo capitolo della tua carriera. Cosa ti ha spinto verso questa direzione più matura e autentica?
Avevo bisogno di un contesto che rispecchiasse la mia verità. NEXTSTOP mi ha dato fiducia e libertà creativa, ma soprattutto mi ha ricordato che la maturità artistica nasce quando impari a dire di no a ciò che non ti rappresenta.
5. La tua voce è sempre stata uno dei tuoi tratti distintivi, intensa e graffiante. Come lavori oggi sull’interpretazione vocale rispetto ai tuoi esordi?
Oggi canto meno per impressionare e più per comunicare. Ogni nota è una ferita che ho deciso di non nascondere. Ho imparato che la verità nella voce arriva solo quando smetti di voler essere perfetto. Ogni suono, ogni respiro, è parte della storia che sto raccontando. Non cerco più la nota giusta, ma l’emozione giusta.
6. Guardando indietro alla tua partecipazione ad Amici di Maria De Filippi, cosa pensi di aver imparato da quell’esperienza e quanto ti ha aiutato a costruire la tua identità artistica?
Amici mi ha dato una vetrina enorme, ma mi ha anche insegnato cosa significa gestire la pressione, le aspettative, il giudizio. Non è stato semplice, ma mi ha temprato.
Oggi so che la vera forza non è resistere al peso, ma restare autentico anche quando tutti ti guardano. È stata una scuola di coraggio e umiltà: ho imparato a stare sotto i riflettori senza perdere me stesso.
7. Dopo Amici hai avuto una lunga e importante collaborazione con Dodi Battaglia dei Pooh, con oltre 300 concerti. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza dal punto di vista umano e professionale?
Mi ha insegnato il rispetto per la musica e per il pubblico. Dodi è un maestro sul palco e nella vita. Ogni sera ho capito un po’ di più cosa significa “servire” una canzone, non solo cantarla.

8. Hai condiviso il palco con artisti come Marco Masini, Luca Carboni, Mario Biondi, Enrico Ruggeri, Mietta… C’è un incontro in particolare che ha segnato il tuo percorso?
Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, ma Marco Masini mi ha colpito per la sua autenticità. È uno di quegli artisti che non hanno paura di mostrarsi fragili. È un valore che oggi riconosco come fondamentale.
9. Dal 2012 a oggi hai attraversato molte fasi musicali: dai primi singoli ai tour, fino al nuovo album in arrivo. In che modo senti di essere cambiato come autore e come uomo?
Ho smesso di scrivere per piacere agli altri e ho iniziato a scrivere per capire me stesso.
Come uomo ho imparato ad accettare i miei silenzi, e come artista a trasformarli in canzoni.
Certo, il mercato oggi parla un linguaggio che sento lontano, ma proprio per questo scelgo di restare fedele alla mia verità.
Ogni decisione, artistica o personale, nasce da lì: dal bisogno di non tradire ciò che sono.
10. “L’Ultima Sigaretta” anticipa il tuo nuovo progetto discografico, CoST. Cosa puoi raccontarci di questo lavoro e del suo suono?
CoST è il mio specchio. Dentro ci sono le mie cadute, le rinascite, la rabbia e la pace che ho cercato per anni.
Il suono è crudo, sincero, pieno di carne e verità. In poche parole, è il disco che avrei voluto fare da sempre.
11. Nei tuoi testi emerge sempre una forte componente emotiva, ma anche una ricerca musicale curata. Come nasce una tua canzone, dal punto di vista creativo?
Scrivo per dare un nome a ciò che non riesco a dire a voce. Ogni canzone nasce da una parola che mi resta addosso e da una melodia che diventa cicatrice.
A volte arriva di notte, in silenzio, quando tutto sembra fermo. Altre volte è un’urgenza: qualcosa che devo tirar fuori per non esplodere.
12. Hai sempre mostrato un legame molto vivo con la dimensione live. Quanto conta per te il contatto con il pubblico e come vivi il palco oggi?
Il palco è casa, ma anche specchio. Lì non puoi fingere. Oggi lo vivo come un dialogo, non come una performance.
Quando sento il pubblico respirare con me, capisco che la musica ha fatto il suo dovere.
Vivo il live come un incontro, non come una prova. È il momento in cui tutto ciò che ho scritto prende vita negli occhi di chi ascolta. Ogni concerto è un dialogo, un atto d’amore reciproco.
13. Dopo tanti anni di esperienze diverse, che cosa significa per te “successo” in questo momento della tua carriera?
Il successo, per me, è vivere dignitosamente di ciò che si ama.
È guardarsi indietro e riconoscere ogni goccia di sudore versata lungo la strada.
È sapere che niente ti è stato regalato, che ogni passo, ogni caduta, ha avuto un senso.
È resistere, restare, continuare a credere anche quando tutto cede.
14. Se dovessi descrivere “L’Ultima Sigaretta” con una sola parola, quale sceglieresti e perché?
“Respiro.”
Perché dopo averla scritta, finalmente ho ricominciato a respirare davvero.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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