Disponibile in digitale “Elsewherever”, la versione in lingua inglese del primo EP di Cristian Albani, intitolato “Altrovunque” in lingua italiana.
Questa versione inedita dell’EP di Albani, concepito come una raccolta antologica che ripercorre i singoli usciti negli ultimi anni, vede nuovi testi tradotti e riadattati in inglese dal cantautore stesso, che desidera proporre un prodotto musicale di sempre maggiore rilevanza sul mercato europeo ed internazionale.
Questa la tracklist.
- Euphoria (versione in inglese di Euforia):
“Un’avventura immaginifica tra i paradossi delle emozioni.” - Recollection (versione in inglese di Memoria):
“Il tentativo scompaginato di fuggire da un ricordo vischioso.” - Standarday (versione in inglese di Giorni):
“Nel limbo di un’attesa forzata, tra idillio e frenesia.” - Bridge (versione in inglese di Ponte):
“Follia meditativa, visioni allucinatorie, un grido d’aiuto.” - Archimedes (versione in inglese di Archimede):
“La storia d’amore impossibile tra creature di mondi diversi.”
Tutti i brani sono versioni speculari della propria controparte in lingua italiana pubblicata in precedenza, di cui il cantautore ha cercato di preservare il contenuto, l’intento immaginifico e l’impronta sonora delle parole.
Come per la versione precedente, la produzione audio è stata affidata ad Andrea Pironi e Andrea Ugolini, mentre i brani sono stati mixati da Lorenzo Ricci e masterizzati da Giovanni Versari (La Maestà Recoding Studio).
Diversi i musicisti che hanno collaborato, tra cui Giuseppe Gravina e Guido Balestri (Woodoo
Sound Labs) alle batterie, Matteo Idà al basso e ai synth, e Mattia Alpini alle chitarre. Il pianoforte e le batterie di “Archimede (2024 Mix)” sono state registrate presso il Farmhouse Studio di Rimini.
Intervista a Cristian Albani
1. Cristian, cosa ti ha spinto a creare “Elsewherever”, la versione in inglese di “Altrovunque”?**
Questa nuova versione tradotta è un sogno che avevo da tempo, le versioni alternative delle canzoni le porto con me da anni e aspettavo solo l’occasione giusta per presentarle al pubblico. Mi piace pensare che la mia scrittura non sia limitata dalla lingua ma che possa muoversi con fluidità in più contesti.
2. Hai tradotto e riadattato i testi delle canzoni tu stesso. Qual è stata la parte più impegnativa di questo processo?
Direi che la parte che più mi ha messo alla prova è stato trovare un compromesso tra il mantenere il contenuto simile e il far quadrare una metrica completamente nuova tra le parole. Il fatto di non dover rendere conto a nessun altro se non a me stesso mi ha dato una libertà creativa non indifferente, il che sicuramente mi ha aiutato a trovare delle soluzioni funzionali.
3. Hai menzionato di aver avuto diverse esperienze artistiche tra un brano e l’altro. Puoi condividerci un momento particolare che ti ha ispirato durante la creazione di questo EP?
Il momento più interessante di questo EP è stato rimescolare le fasi storiche dei singoli in italiano rispetto a queste nuove versioni. Ci sono canzoni come “Ponte”/”Bridge” che erano innanzitutto nate in lingua inglese e che sono ritornate “all’origine”, mentre invece canzoni come “Memoria”/”Recollection” che mi hanno riportato in studio a creare una traduzione ed una registrazione nuova appositamente per il completamento del progetto.
4. Le canzoni in “Elsewherever” mantengono un forte legame con le versioni italiane. Come hai cercato di preservare l’essenza originale mentre adattavi i testi per un pubblico anglofono?
Sicuramente il fatto che si tratti sempre di un progetto completamente mio mantiene un filo conduttore sia nello stile di scrittura che in quello vocale. Poi ho optato in alcuni casi per mantenere qualche parola in italiano o in inglese rispettivamente nella versione opposta, per creare così dei piccoli legami incrociati che potessero incuriosire chi capisce solo l’altra lingua. Per esempio, in “Euphoria” la parola che dà il titolo viene sempre pronunciata alla greca/italiana, mentre in “Giorni” l’eco canta “ready, set, go” in entrambe le versioni. Sono piccoli dettagli che ho voluto inserire per strizzare l’occhio all’ascoltatore, e non senza un certo autocompiacimento.
5. La tua musica mescola diversi generi. Come descriveresti il tuo sound e quali artisti o esperienze hanno influenzato maggiormente la tua crescita come cantautore?
Il mio genere in UK potrebbe essere definito come “baroque pop”, quindi “pop barocco”. Si tratta di un pop di stampo cantautorale decorato con veramente qualsiasi genere di “addobbo”, inserendo quindi influenze disparate che nel mio caso vanno dalla classica, al prog, al jazz, alle colonne sonore, all’elettronica, al folk. Mi piace anche l’etichetta “dream pop” per quello che cerco di evocare come atmosfera sonora ed emozionale. In ogni caso i miei artisti/producer di riferimento come sound sono quasi tutti internazionali (James Blake, SOHN, Beirut, Agnes Obel, Florence and The Machine) e talvolta faccio fatica a rivolgermi alla discografia italiana con un profilo di genere musicale ben chiaro.
6. In che modo l’esperienza di vivere a Londra ha influenzato la tua musica e il tuo approccio alla composizione?
L’esperienza londinese ha influenzato moltissimo sul mio processo creativo, mettendomi a contatto con moltissimi progetti artistici diversi ma accomunati da un unico aspetto: la totale libertà espressiva. Io ho semplicemente trovato il coraggio di scremare il grezzo e tenere quello che mi piaceva senza pregiudizio, ed eccoci qua.
7. Ci sono differenze che hai notato nell’accoglienza del tuo lavoro tra il pubblico italiano e quello internazionale?
Sicuramente il pubblico italiano è più interessato ai testi, mentre quello internazionale alla parte musicale. Molto del mio interesse a pubblicare delle nuove versioni in inglese deriva proprio dal fatto che certi commenti magari derivano puramente dalla superficiale comprensione linguistica, quindi sono curioso di vedere se verranno fuori opinioni diverse.
8. La tracklist del tuo EP include brani evocativi come “Euphoria” e “Recollection”. Qual è il tema centrale che vuoi trasmettere attraverso queste canzoni?
Il tema centrale delle mie canzoni è la condivisione di un’emozione, che da “solo mia” vorrei che diventasse un’esperienza comune con l’ascoltatore per via di un processo di empatia artistica. Ci sono piccoli spunti narrativi ma soprattutto tante metafore, immagini e impressioni. Mi piace pensare che la musica sia un’ottima palestra per allenare tutte le emozioni, da quelle più “svolazzanti” a quelle più viscerali.
9. Quali sono i tuoi progetti futuri dopo l’uscita di “Elsewherever”? Stai già lavorando a nuovi brani o concerti?
Ci sono già nuove canzoni in cantiere e nel frattempo continuo a portare in giro l’EP per promuoverlo. Quest’inverno cercherò di fare più tappe possibili, e spero di riuscire a ritornare in Inghilterra nei prossimi mesi per presentare il progetto.
10. Infine, cosa speri che il tuo pubblico provi ascoltando “Elsewherever”? C’è un messaggio che vuoi lasciare ai tuoi ascoltatori?
Spero che il pubblico possa trovare un ascolto familiare e allo stesso tempo inaspettato nel confronto tra le due versioni del mio EP, e nel mentre lo invito a seguirmi per i prossimi sviluppi. Trovatemi sui social come @albanimusic e scrivetemi cosa ne pensate. Buon ascolto e continuate a credere nella musica indipendente!
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.