Pantarei è il nuovo romanzo di Enzo Miceli, uno dei più apprezzati produttori artistici e discografici della scena musicale italiana. Qui il link per l’acquisto.
Personalità eclettica, autore, compositore e arrangiatore, nella sua carriera ha realizzato alcuni tra i dischi più originali dell’ultimo ventennio. Produttore artistico, tra gli altri, di dieci album di Daniele Silvestri, per due anni consecutivi viene premiato agli Italian Music Awards come “Miglior produttore italiano”. Salirò, La Paranza e Le cose in comune – canzone per la quale gli viene assegnato, insieme a Silvestri, il Premio Tenco – sono soltanto alcune tra le sue realizzazioni musicali di successo. Per Pendragon ha pubblicato il romanzo Pantarei (2024).
Pantarei non è solo un’isola, Pantarei è soprattutto un luogo dell’anima, uno scrigno contenente passioni, ricordi e segreti. È qui che giunge Rebecca in cerca di quelle risposte sulla propria famiglia che sua madre, Giulia, non ha mai voluto, e forse potuto, darle. A contatto con le proprie radici, la ragazza intraprenderà un viaggio a ritroso, tramite il quale ogni oggetto, aneddoto, memoria, si rivelerà il tassello di una storia nascosta nelle pieghe del tempo. A farle da Virgilio sarà il tormentato Pablo, pescatore originario del luogo, spinto dal desiderio di dare un senso a una vicenda personale fatta di sofferenza e abbandono. Così come in una ballata dal ritmo incerto, dove a strofe complesse si alternano ritornelli fulminanti, Miceli costruisce un romanzo nel quale a stralci di vita si susseguono profonde riflessioni capaci di coinvolgere il lettore sino all’ultima riga.
Intervista a Enzo Miceli
Enzo Miceli, cosa rappresenta “Pantarei” nel tuo percorso artistico?
“Pantarei” è nato quasi per caso durante il Covid. Quel periodo mi ha dato tempo per riprendere progetti che avevo in sospeso e mi sono ritrovato a scrivere una sceneggiatura. Poi mi ha preso la mano e, giorno dopo giorno, il progetto è diventato un romanzo. Ho creato un universo parallelo con personaggi che quasi mi imponevano di esplorare la loro storia. Così, attraverso quattro generazioni, l’isola di Pantarei è diventata una sorta di luogo dell’anima, in cui ogni personaggio ha trovato il suo spazio.
Nel romanzo è centrale la teoria dell’Eterno Ritorno di Nietzsche. Come l’hai integrata nella storia?
L’Eterno Ritorno è il filo conduttore, qualcosa che mi affascina da sempre. Pantarei significa “tutto scorre”, e l’isola rappresenta proprio questo: un luogo in cui tutto sembra scorrere per poi ripetersi. I personaggi vivono e rivivono emozioni, e mi sono ispirato a questa filosofia per dare un senso circolare alla narrazione. Non volevo essere ridondante, quindi ho cercato di tenere la scrittura semplice e di rendere questi temi complessi accessibili.
Hai scelto una struttura narrativa fatta di flashback. Quanto è stata complessa questa scelta?
È stata una sfida. Mi sono chiesto spesso se i lettori sarebbero riusciti a seguire il passaggio tra passato e presente senza perdere il filo, ma a quanto pare ci sono riusciti. Ho cercato di usare la stessa capacità di sintesi che utilizzo nella musica, per mantenere il ritmo e creare una narrazione fluida che accompagnasse il lettore attraverso le varie epoche.
La musica ha influenzato in qualche modo la tua scrittura?
Assolutamente sì. La musica ci accompagna e colora le nostre percezioni. Per me, ogni emozione ha una sua “colonna sonora”, e mentre scrivevo cercavo di dare alle parole la stessa intensità che darei a un brano musicale. Anche la musicalità delle frasi è importante: volevo che scivolassero via in modo naturale. Quando sei un compositore, il ritmo entra in tutto quello che fai, anche nella scrittura.
Nel romanzo esplori il tema delle connessioni familiari e dei ricordi. Credi che la musica abbia lo stesso potere di far riaffiorare memorie e emozioni?
Sì, la musica è una sorta di compagna di viaggio, proprio come i ricordi. Penso che sia simile a quando guardi un paesaggio ascoltando una canzone: l’immagine cambia a seconda della melodia. La musica riesce a evocare emozioni profonde, anche in maniera inconscia, e credo che questo si rifletta in “Pantarei”. Scrivendo, mi accorgevo che le storie e le emozioni di questi personaggi si intrecciavano proprio come le note di una melodia.
C’è qualcosa di te nei personaggi di “Pantarei”?
Sì, soprattutto in Pablo. Ha un po’ della mia ironia, della drammaticità, e forse anche del cinismo. Negli altri personaggi, invece, ho riversato frammenti di persone che ho conosciuto. Scrivere di loro è stato anche un modo per esplorare aspetti di me stesso, per confrontarmi con i miei difetti e i miei pregi. È stato come una lunga riflessione personale.
D: Hai pensato a una eventuale colonna sonora per “Pantarei”?
Certamente! Se mai diventasse un film, mi piacerebbe curare la colonna sonora io stesso. Credo che una storia così meriti una musica che ne enfatizzi l’atmosfera.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
📢 Segui iMusicFun su Google News:
Clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”
🔔 Non perderti le ultime notizie dal mondo della musica italiana e internazionale con le notifiche in tempo reale dai nostri canali Telegram e WhatsApp.
