Intervista a Francesco Chierchia, figlio di Pino D’Angiò, sull’Ep di inediti Funky Maestro, uscito il 13 settembre e distribuito da Artist First. Ne abbiamo parlato Qui.
Intervista a Francesco Chierchia, figlio di Pino D’Angiò
Ciao Francesco; cosa significa per te l’uscita dell’EP Funky Maestro, l’ultimo progetto di tuo padre?
Per me significa aver fatto la cosa giusta. È un progetto a cui papà ha lavorato fino alla fine, divertendosi in studio, nonostante i problemi di salute. Vedere la sua ultima creazione prendere vita è un omaggio al suo lavoro e alla sua passione per la musica.
Il progetto musicale appare variegato e ricco di influenze. Come lo descriveresti?
Direi che è giustamente variegato. Sono quattro brani, tra cui il singolo già uscito, Paperina Qua Qua, e tre inediti. Due sono chiaramente funky, movimentati e ritmici, mentre l’ultimo, Volando nell’anima, è più una ballata, lasciata volutamente grezza come una sorta di demo.
Pino D’Angiò ha sempre avuto un respiro internazionale. Credi che questo EP continui quella tradizione?
Assolutamente sì. Papà ha sempre avuto influenze internazionali, dal funky al rap. Negli anni ’80 il funky non era popolare in Italia, ma lui aveva vissuto in Canada e negli Stati Uniti, e questo ha influenzato il suo sound, portando una freschezza che era più in linea con artisti come James Brown.
Tuo padre è stato definito un “antidivo”. Pensi che questo abbia influito sul suo modo di fare musica?
Sì, credo di sì. Papà si è sempre tenuto lontano dai riflettori, faceva musica per divertirsi, non per fama. È rimasto sempre fedele a ciò che lo ispirava, senza preoccuparsi troppo di essere al centro dell’attenzione.
Hai qualche ricordo particolare legato alla registrazione di questo progetto?
Ricordo il clima particolare. Nonostante la sua salute non fosse buona, ogni volta che entrava in studio sembrava rinato. La musica lo ringiovaniva, lo faceva sentire vivo, e questo era incredibile da vedere.
L’esibizione a Sanremo 2024 ha riportato l’attenzione sul suo repertorio. Come avete vissuto quell’esperienza?
Con molta naturalezza. Sanremo è stato un bel momento per far riscoprire il suo repertorio a un pubblico più giovane, grazie anche alla collaborazione con i Bnkr44. È stato un mix di provocazione e divertimento, ma senza pressione.
Cosa pensi che tuo padre avrebbe voluto che il pubblico cogliesse da questo EP?
Credo che avrebbe voluto che il pubblico ascoltasse con curiosità e leggerezza, prestando attenzione non solo alla musica funky, ma anche ai testi, soprattutto a quelli più profondi, come il brano Non diventare come loro.
Pino D’Angiò ha sempre unito ritmo e contenuto. Questo EP riflette quella stessa visione?
Sì, assolutamente. Ha sempre mescolato ritmo e sperimentazione, e questo EP è una testimonianza della sua capacità di innovare mantenendo un filo conduttore costante.
Ci sono altre celebrazioni o progetti in arrivo?
Francesco: Per ora non ci sono live previsti, ma posso dirti che non sarà l’ultima novità legata a papà. C’è altro in arrivo.
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.