“Tornare al mare” è il nuovo singolo di GIIN selezionato per Sanremo Giovani 2024. (Qui le nostre pagelle alle canzoni in concorso).
Il brano, prodotto da Alessandro Donadei, pubblicato per Giungla Dischi ed edito da SONY Music Publishing / Giungla Dischi Srl / Saifam, racconta la sensazione di smarrimento provata dalla cantautrice durante l’autunno dopo il liceo, quando le certezze e le routine erano svanite e gli amici avevano intrapreso strade diverse. GIIN descrive come questo periodo di perdizione si sia trasformato in un desiderio di cambiamento e crescita, affrontando il passaggio all’età adulta con un mix di nostalgia e voglia di vivere. “Tornare al mare” esplora il contrasto tra il desiderio di rimanere giovani per sempre e la necessità di affrontare la vita e diventare qualcuno.
Intervista a Giin, in gara a Sanremo Giovani 2024
Benvenuta, Giin! Come ti senti sapendo che sei arrivata a Sanremo Giovani?
Ciao, grazie mille! È un grande onore. Considerando che ho iniziato a pubblicare musica solo lo scorso maggio, trovarmi già su un palco come quello di Sanremo Giovani è davvero speciale. È un traguardo inaspettato e significativo, un sogno che si sta avverando.
Oltre a essere una cantante, sei anche un’autrice per Sony Music Publishing. Come riesci a conciliare il tuo ruolo di autrice con quello di cantante e a mantenere viva la tua sperimentazione musicale?
Per me è importante avere un genere che mi rappresenti profondamente e che sento come mio. Il mio stile ha radici rock e alternative, ma come autrice mi piace spaziare, esplorando altri stili. Ci sono canzoni che scrivo pensando ad altri artisti perché non mi ci vedrei mai a cantarle io, ed è bellissimo. Mi permette di vivere la musica a 360 gradi.
Parliamo di “Tornare al mare”, il tuo nuovo singolo. Raccontaci come hai trasformato il senso di smarrimento e il desiderio di crescita, provati dopo il liceo, in una canzone.
È nato in modo molto spontaneo. Una sera ero sola in camera, suonavo un arpeggio alla chitarra e sentivo i rumori di sottofondo, un momento davvero intimo. Ho iniziato a cantare e le parole sono venute fuori da sole. Più tardi ho riscritto parte delle strofe per catturare meglio l’emozione del cambiamento e della crescita. Credo che l’essenza sia proprio in quel contrasto tra nostalgia e voglia di andare avanti.
Hai lavorato con Alessandro Donadei per ottenere un contrasto molto forte nel pezzo. Come siete riusciti a creare quell’atmosfera tra nostalgia e vitalità?
Abbiamo giocato molto con la costruzione musicale. La canzone parte con una semplice chitarra acustica, poi piano piano si aggiungono la batteria e il basso, crescendo fino a esplodere con le chitarre elettriche. In questo modo, il contrasto tra l’intimità iniziale e l’energia finale diventa quasi palpabile.
Il mare è una potente metafora di libertà e cambiamento. Per te cosa rappresenta, e perché hai scelto di includerlo nel titolo?
Il mare, per me, rappresenta un cambiamento costante, un’andare e venire continuo. È anche un richiamo a una vacanza che ho fatto con amici quando avevo 16 anni, che è rimasta impressa nella mia mente. Mi piace come metafora: nella canzone dico “un piede dentro la marea, l’altro nel fango,” dove il fango è simbolo del passato, mentre la marea rappresenta il movimento verso il futuro.
Nel tuo sound si percepisce un mix tra alternative rock degli anni ’90 e dream pop moderno. Quali artisti e generi ti hanno maggiormente influenzata?
Sono cresciuta ascoltando i Beatles, come tanti che si avvicinano alla musica. Ultimamente, però, esploro molto il mondo dei Radiohead e dei Sonic Youth. Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo PJ Harvey e LCD Soundsystem: è stato il miglior concerto della mia vita. Adoro gli artisti che sanno essere sperimentali pur restando fedeli alla propria identità.
Ascoltando la tua musica emerge un mix di caos, nostalgia e ambiguità. Come descriveresti il ruolo di questi elementi e cosa vuoi trasmettere con la tua musica?
Scrivo soprattutto nei momenti in cui mi sento persa in un vortice di emozioni, spesso confuse e ambigue. Le emozioni sono complesse e a volte anche contraddittorie. Cerco di comunicare proprio questo nella mia musica: emozioni universali, che non sono legate solo alla mia esperienza ma che tutti possono sentire.
Sanremo Giovani rappresenta un grande passo per te. Cosa speri che il pubblico possa apprezzare del tuo percorso?
Spero che arrivi la mia passione e la voglia di crescere. So di essere solo all’inizio e per me Sanremo è un’opportunità per imparare, non un traguardo definitivo. Spero che la mia canzone e il messaggio che porto parlino di chi sono oggi, ma anche di tutto ciò che voglio ancora costruire.
Il messaggio di “Tornare al mare” è legato al desiderio di crescita e scoperta. È un obiettivo a breve termine per te o un punto di partenza per una continua ricerca artistica?
Penso che sia un processo in continua evoluzione. L’identità artistica non è mai definitiva; cambia e si arricchisce nel tempo. Per questo credo che ogni album segni una tappa, un momento di riflessione su chi sei e su cosa vuoi fare, ma anche una base per il futuro.
Cosa rappresenta per te e per la tua generazione il Festival di Sanremo?
Sanremo è l’emblema della musica italiana, non solo per l’importanza artistica ma anche per il senso di comunità che crea. È bellissimo pensare che ci si riunisce per guardarlo insieme, e il Fantasanremo ha aggiunto un tocco di divertimento e unione in più. È una festa che unisce tutti, ed è un sogno essere parte di questa tradizione.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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