“Le tue mani, la tua moto” è il nuovissimo singolo di Gioia Lucia, che dopo aver passato tutta l’estate in tour in giro per l’Italia presentando il suo primo album “Forse un giorno”, lo arricchisce con questo nuovo brano.
“Le tue mani, la tua moto” è l’ultima canzone nata per il disco, ma anche una delle più spontanee: un brano che ha preso forma in modo naturale grazie alla sinergia di tutti i musicisti coinvolti, tra cui Masamasa, già co-autore con Gioia Lucia del brano “Morta d’amore”, che proprio quest’estate ha superato 1 milione di ascolti sulle piattaforme digitali.
La nuova canzone è un viaggio emotivo che costruisce immagini vivide e un piccolo mondo interiore. Al centro, il tema del contrasto tra attrazione e resistenza: “Faccio finta di non vederti, ma in realtà sono completamente presa. Di notte la testa torna sempre lì, anche se durante il giorno fingo indifferenza”, racconta Gioia Lucia. Il brano esplora così un vero e proprio tira e molla emotivo, una battaglia interiore ben sintetizzata dalla frase: “Io non sopporto niente di te. Tranne te.”
Un elemento distintivo del pezzo è lo special, una conversazione autentica con la sua migliore amica, inserita nel brano come voce narrante e punto di vista esterno, a rappresentare una generazione – la GenZ – che comunica i propri sentimenti attraverso un linguaggio intimo e ironico. “Mi sono divertita a giocare con le parole, con i modi di dire che usiamo tra noi – racconta Gioia Lucia.
Con “Le tue mani, la tua moto”, Gioia Lucia continua a definire il proprio stile personale, capace di unire storytelling visivo, introspezione e linguaggio contemporaneo, confermandosi come una delle voci emergenti più interessanti del nuovo panorama cantautorale italiano.
Intervista a Gioia Lucia
1. Il tuo nuovo singolo “Le tue mani, la tua moto” è nato come uno degli ultimi brani dell’album, ma con un processo molto spontaneo. Puoi raccontarci com’è nato e come si è sviluppato insieme alla band?
Il brano è nato in studio durante una session con Masamasa, che aveva abbozzato questo pezzo pensando che potessi cantarlo io. Mi ha conquistata subito, così ho rivisto il testo per renderlo più personale e poi l’ho sviluppato con la mia band, che ha dato un contributo incredibile.
2. Il brano parla di un tira e molla emotivo tra attrazione e resistenza: quanto c’è di personale nella storia raccontata?
Sono dinamiche molto comuni tra le relazioni della mia generazione. Quindi sì, ho parlato di me, ma credo di aver raccontato un po’ di tutti.
3. Hai inserito nello special del pezzo una conversazione con la tua migliore amica, che diventa voce narrante esterna. Come ti è venuta l’idea e cosa rappresenta per te questo dialogo generazionale?
L’idea è nata dal desiderio di inserire Marta nel mio primo disco. Lei mi è stata vicina nei momenti in cui prendeva forma e volevo che ne facesse parte, anche se non è una musicista. L’unico modo era inserire un frammento della nostra quotidianità, anche nella forma più “frivola”. È diventato un racconto ironico, la classica chiacchierata con l’amica del cuore.
4. La tua musica unisce storytelling visivo, introspezione e linguaggio contemporaneo. Come definiresti il tuo stile oggi e come si è evoluto dall’inizio della tua carriera?
Non riesco mai a definire il mio stile. Credo sia semplicemente molto autentico, e forse è proprio questa verità che permette alle persone di riconoscersi nelle mie canzoni.
5. L’album “Forse un giorno” racconta i tuoi primi vent’anni. Quali emozioni o momenti della tua vita senti di aver messo più a nudo nei brani?
Probabilmente le mie difficoltà nell’entrare nel mondo adulto, ma anche le nuove consapevolezze che mi hanno fatto capire che forse in quel mondo avrei potuto starci.
6. Canzoni come “Morta d’amore” e ora “Le tue mani, la tua moto” hanno avuto grande riscontro online. Quanto conta per te il rapporto con il pubblico e la condivisione dei tuoi sentimenti attraverso la musica?
È fondamentale! Soprattutto il contatto diretto nei concerti. Ho avuto la fortuna di fermarmi a parlare con tante persone bellissime che sono venute a vedermi e che mi hanno dato tanto, così come spero di aver dato qualcosa io a loro.
7. Nel disco mescoli diversi generi, creando un vocabolario musicale trasversale. Come scegli le sonorità e le atmosfere per ciascun brano?
Le sonorità nascono insieme al testo e a quello che voglio raccontare. Ad esempio, quando ho scritto Gli occhi, sentivo che doveva avere quella sonorità quasi medievale che, inserita nel disco, fa sorridere. Ma ci tenevo a mostrare anche quel lato di me.
8. Sei stata in tour questa estate e tra i finalisti di PalchiBelli 2024. Come vivi l’esperienza dei live rispetto alla creazione in studio?
I live sono la parte più importante, e sicuramente la più divertente. Andare in tour è stato unico, anche se faticoso. Con la mia band si è creato un legame fortissimo e da ogni serata abbiamo imparato tanto. Ora stiamo lavorando a un nuovo live per i prossimi concerti invernali.
9. “Forse un giorno” si chiude con la frase che dà il titolo all’album, quasi come un messaggio aperto verso il futuro. Che significato ha per te questa frase e come la collegheresti al percorso che stai vivendo ora?
Forse un giorno per me è un titolo che racchiude apertura e speranza verso il futuro, senza la certezza di sapere dove porterà. L’intero disco è stato un viaggio di scoperta personale, che mi ha già portata lontano da dove tutto è iniziato.
10. Guardando avanti, cosa vuoi esplorare nei prossimi singoli o album: temi più leggeri, più introspettivi o nuove sperimentazioni musicali?
Non mi sono posta limiti o obiettivi precisi. Voglio semplicemente ritrovarmi e sperimentare con la scrittura nel modo più libero possibile.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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