“Nove cicatrici” è il nuovo singolo di ILAN, disponibile su tutte le piattaforme digitali per Virgin Music.
Ilan torna con un nuovo brano, prodotto da Ydea, che unisce elementi caratteristici del mondo dell’elettronica alla sua naturale attitudine pop.

“Nove cicatrici” affonda le sue radici nel vissuto dell’artista che parte dalle sue esperienze per esplorare l’universo emotivo che ci circonda. Il brano è una narrazione profonda e sincera di chi cresce affrontando le difficoltà, di chi si sente lontano dagli schemi convenzionali ma è capace di accettare se stesso e il proprio passato. “Nove cicatrici” è un atto di coraggio e di rinascita, che celebra la bellezza e la forza di essere autentici.
Intervista a Ilan
Cosa rappresenta il brano “9 cicatrici” nel tuo percorso artistico?
Sono molto felice di come è uscita la canzone perché, il balance tra elementi elettronici e strumenti acustici, come pianoforte e violini, rappresenta a pieno i miei gusti e l’ emozione che provavo mentre l’ho scritta.
Il brano si caratterizza per un originale approccio pop elettronico.Quanto sei intervenuto nel lavoro di produzione di Ydea?
Entrambi abbiamo messo le nostre anime nella produzione del brano, Andrea (Ydea) più nell’aspetto prettamente tecnico e io più nella aspetto di costruzione armonica. La ricerca dei suoni è stata totalmente condivisa e di fatto la canzone è frutto di un 50%50%
Quando hai capito che la chitarra sarebbe stata fondamentale nella creazione di un tuo stile?
Da subito. Ho iniziato a cantare e a scrivere canzoni chitarra e voce, poi chiudevo gli occhi e sognavo di essere John Mayer o James Bay.
“9 cicatrici” ha un testo in cui si avverte tanta autenticità. Quanto è stato complicato trovare una chiave per raccontare una vicenda così personale?
E’ stato tutto molto naturale in realtá, avevo bisogno di cantare quelle parole che non avevo mai avuto il coraggio di dire ad alta voce. La parte complicata è stata decidere se esporre una parte così delicata di me, ma sentivo che sarebbe stato estremamente curativo.
Come si convive con la paura del giudizio altrui?
Non c’è bisogno per forza di gridare al mondo chi siamo, ma per stare bene con se stessi non si può nascondere la propria natura. Avere paura del giudizio altrui significa non essere amici di se stessi, col tempo ho imparato a fregarmene e me la vivo molto meglio.
So che sei nato a Roma e cresciuto a Ravenna. Quanto c’è della Capitale nel tuo approccio artistico?
Non saprei, musicalmente non credo più di tanto , ma Roma resta comunque parte di me, mascherata nel mio accento.
Hai sfiorato il palco di Sanremo Giovani. Cosa credi ti sia mancato per approdare alla serata del Teatro del Casino?
Il livello dei concorrenti in gara era molto alto e la competizione difficile. Io ho iniziato da poco a esibirmi live e un bagaglio di esperienza sui palchi sicuramente mi avrebbe aiutato ma è stata comunque una bellissima esperienza!
Oggi qual è l’aspetto della tua musica che ti rende particolarmente orgoglioso?
Aver trovato una chiave per raccontarmi, sia attraverso le parole, sia a traverso la ricerca dei suoni. Mi piace che ci sia un contrasto di energie tra testo e strumentale, che non è altro che la rappresentazione musicale delle due personalità, se così vogliamo chiamarle, che convivono in me.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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