Lea Gavino

Intervista a Lea Gavino, in gara a Sanremo Giovani 2025 con il brano Amico Lontano, sognando un posto all’Ariston

AMICO LONTANO, scritto da Lea Gavino e composto insieme a Valerio Smordoni, che ne firma anche la produzione, è una ballad elegante e intensa che esplora con sincerità il tema della distanza e del rimorso. Il brano racconta quella sensazione di vuoto che si prova quando qualcuno a cui vogliamo bene è lontano. Con la sua voce autentica e delicata, l’artista canta di un legame che si affievolisce, ma che continua a farci male ogni volta. Musicalmente, Lea Gavino ha cercato una sospensione quasi fiabesca, con un tessuto sonoro dal sapore vintage ma incisivo: insieme a Smordoni ha costruito un sound profondo, fatto di sax che abbracciano il ritornello e cori che amplificano quella sensazione di presenza nella distanza.

“Amico Lontano è un pezzo a cui tengo moltissimo, forse il più intimo che abbia scritto. Racconta l’assenza, il dolore silenzioso per qualcuno che non c’è più e con cui avrei voluto condividere un pezzo di vita: linee parallele che credevo destinate a incontrarsi e che invece si sono improvvisamente separate. È il tentativo di parlare ancora con chi non può ascoltare, di dire ciò che non si è riusciti a dire: quanto valeva, quanto era importante. È un invito a restare un attimo in più, a non volare via.”

Il videoclip ufficiale, diretto da Francesco Coppola e prodotto da Carolina Corsato, traduce visivamente la delicatezza del brano in un racconto sospeso tra malinconia e speranza. In una balera, Lea canta e balla circondata da coppie che danzano strette, mentre lei resta sola al centro della sala. Le immagini diventano il riflesso visivo di Amico Lontano: un racconto di assenze, sguardi e piccoli gesti che custodiscono la speranza di un nuovo incontro. 

Qui le nostre pagelle delle canzoni di Sanremo Giovani 2025.

Intervista a Lea Gavino, in gara a Sanremo Giovani 2025

Lea, cominciamo parlando di Amico Lontano, il brano che segna il tuo debutto a Sanremo Giovani. Che emozioni hai provato quando hai saputo di essere tra gli artisti prescelti?
Sicuramente stupore, non me l’aspettavo. Poi tanta gioia e anche tanta ansia di fare tutto al meglio. Direi un mix frizzante di emozioni.

Amico Lontano è una ballad elegante e intensa che parla di distanza e rimpianto. Da cosa nasce l’idea di questa canzone e cosa rappresenta per te?
È un brano molto intimo, che rappresenta un lato profondo del mio modo di vivere i sentimenti. Mi sento davvero rappresentata da Amico Lontano, gli voglio molto bene. È uno di quei pezzi che ti appartengono così tanto da rendere naturale anche affrontare le sfide più impegnative.

Il brano ha un suono sospeso, quasi fiabesco, arricchito da sax e cori. Come avete costruito questo universo sonoro con il produttore Valerio Smordoni?
In realtà quel giorno io e Valerio eravamo un po’ giù, scarichi. Credo che quella “pesantezza sottile” si sia riversata nel suono del brano. L’arrangiamento ha questa leggerezza malinconica, come un valzer che non è mai del tutto allegro né triste. Inizialmente il pezzo era più lungo, poi Valerio mi ha aiutata a scrivere lo special. Il giorno dopo, riascoltandolo, ci siamo detti: “Accidenti, ci piace davvero!”. Credo che i nostri umori si siano incontrati, creando quella sensazione sospesa che volevo trasmettere.

Nel testo c’è la volontà di parlare con qualcuno che non può più ascoltare. Pensi che la musica possa davvero tenere vivi i legami e superare l’assenza?
Credo che la musica possa far sentire meno soli quelli che restano. Non so se arrivi fino a chi non c’è più, ma nel mio cuore spero di sì.

Il videoclip, ambientato in una balera, è molto potente visivamente. In una scena canti e balli da sola, circondata da coppie che ballano. Che significato ha questa scelta?
Amico Lontano per me parla di un “amico piccolo” che non c’è più, di qualcosa di infantile che se n’è andato. Quando facevo ascoltare il brano, ognuno vi trovava un significato diverso, ma tutti sentivano quella perdita di un amore incondizionato. Ho pensato che la figura del nonno potesse incarnare perfettamente questo legame: un amore dolce e senza tempo, ma con la consapevolezza che presto svanirà.
Girare nella balera è stato bellissimo: quei signori erano meravigliosi, partecipativi. Mi sembrava di avere cinquanta nonni intorno a me, ed è stato uno dei momenti più emozionanti di tutto il percorso.

Prima di Amico Lontano hai pubblicato Mondo Fiorito e Figli. In che modo questi tre brani raccontano la tua evoluzione come cantautrice?
Tutti e tre hanno in comune un certo modo malinconico di vivere i sentimenti, con immagini del passato che riaffiorano. Mondo Fiorito guarda malinconicamente a qualcosa che è finito, mentre Amico Lontano è proprio il brano della malinconia pura. Mostrano il mio lato dolce e nostalgico… ci sarà tempo per mostrarne anche altri.

Hai un percorso ricco anche dal punto di vista attoriale: sei stata protagonista in Skam Italia e hai lavorato con Michele Placido e Maria Sole Tognazzi. In che modo la recitazione ha influenzato la tua musica?
Penso che le due cose si siano sempre influenzate a vicenda. Amo le canzoni “cinematografiche”, quelle che ti raccontano una storia e ti fanno vedere immagini. Penso a Fiori rosa, fiori di pesco di Lucio Battisti: chi non vede quella scena davanti agli occhi? Anche nel mio modo di scrivere cerco di creare immagini che si possano “vedere”, di costruire piccole storie dentro le canzoni.

Sei passata dal dare voce alle storie degli altri a raccontare la tua. È stato difficile metterti in gioco in prima persona?
Sì, molto. Faccio questo lavoro da quasi dieci anni e non avevo mai avuto il coraggio di provarci. È stato difficile pensare di “valere abbastanza” da tentare.

Nei tuoi brani c’è un equilibrio tra fragilità e forza. Quanto è importante per te essere autentica, anche a costo di mostrarti vulnerabile?
Per me non è solo importante: è inevitabile. Non riesco a nascondere ciò che provo, e quando ci provo… si vede! (ride)
Una volta qualcuno mi disse che il computer più potente è anche quello più fragile: se cade, si rompe. Questa frase mi ha colpita molto. Essere sensibili può sembrare una debolezza, ma in realtà è una forma di forza. Io sono così: molto sensibile, ma anche molto resistente proprio per questo.

Sanremo è un luogo simbolo della musica italiana. Che rapporto hai con il Festival, come artista e come spettatrice?
Da spettatrice mi sono sempre divertita a guardarlo, cercando di indovinare chi avrebbe vinto. Ora non riesco più a viverlo così: ho solo paura di non fare le cose bene! (ride) Ma è un onore essere arrivata fin qui e voglio godermi ogni momento.

C’è un’edizione, una canzone o un artista sanremese che ti ha ispirata?
Mi emoziona sempre l’esibizione di Almeno tu nell’universo di Mia Martini. Quella ruvidità, quell’autenticità un po’ scomoda per l’epoca… per me è pura ispirazione.

Sanremo Giovani è una grande vetrina. Cosa speri arrivi al pubblico ascoltando Amico Lontano?
Spero che ognuno veda il proprio “amico lontano”, quella persona speciale che ha amato e che forse non c’è più.

Se dovessi riassumere il senso della canzone in una sola frase, quale sarebbe?
Mi piace pensare al mio amico lontano come a qualcuno che “frega il mondo fischiettando”. Lo immagino così: nei momenti difficili, continua a fischiare.

Ti sei fatta conoscere anche attraverso i live, da Spaghetti Unplugged a Comete. Cosa ti regala il contatto diretto con il pubblico rispetto al lavoro sul set o in studio?
Tantissima emozione e tanta paura, ma una paura che muove, non che blocca. Guardare qualcuno negli occhi mentre canto e vedere cosa prova… è come essere una piccola spia delle emozioni, e mi piace tantissimo.

Qual è la cosa più importante che hai imparato finora nel tuo doppio percorso di attrice e musicista?
Di chiedermi sempre se mi piace davvero quello che sto facendo.

Dopo Sanremo, cosa possiamo aspettarci da te? Ci sono nuovi progetti in arrivo?
Non lo so ancora, sto cercando di vivere tutto giorno per giorno. Scrivo tanto, la musica c’è sempre… quindi vedremo cosa arriverà.

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