Malerba

cubalibre” (WannaBe Records / Sony Music Italy) è il nuovo singolo di MALERBA, giovane talentuosa star di TikTok con una carriera in continua ascesa e una passione inarrestabile per tutto ciò che fa.

Dopo i primi brani pubblicati sulle piattaforme digitali quasi per gioco, tra cui una canzone dedicata al fratello, ora Giorgia ha deciso di mettere tutta se stessa in questa nuova avventura musicale firmando per l’etichetta WannaBe Records, nuova divisione di Wannabe Network.

Intervista a Malerba Cubalibre

Cosa rappresenta “cubalibre” nel tuo percorso artistico?
Questo singolo rappresenta la mia rinascita. È una canzone che viene fuori dopo alcuni anni di stop forzato in cui non potevo pubblicare nuova musica, finché finalmente ho trovato un’etichetta discografica in cui mi trovo bene. E non è un caso che abbia scelto di ricominciare con una canzone allegra e gioiosa: rispecchia chiaramente il periodo d’uscita, quindi l’estate e tutto il brio che ne consegue, ma soprattutto rispecchia il mio stato d’animo e il mio sogno di rimettermi in gioco in ambito artistico.

Quando hai capito l’importanza dei social media nella diffusione della tua musica?
Coi social media ci sono cresciuta. Appartengo a quella generazione che è cresciuta di pari passo con l’evolversi veloce della tecnologia e dei suoi mezzi, per cui fin da piccola, dai tempi delle mie prime cover, è stata un meccanismo quasi naturale: esibirmi – registrarmi – caricare video sui social. Fin da subito ho capito che i social sarebbero stati un mezzo per arrivare a un pubblico più ampio.

Quanto è stato divertente lavorare al videoclip?
È stato divertentissimo! Ho avuto la fortuna di avere un team pazzesco, tutti in sintonia l’uno con l’altro, ognuno è stato fondamentale e ha contribuito alla realizzazione di quello che fino a qualche mese fa era solo un sogno e oggi invece è più reale che mai, sul set era palpabile la sensazione che stessimo lavorando tutti a un progetto comune. I momenti più divertenti sono stati il bagno in piscina, che nel video vediamo come scena finale ma è stata la prima che ho girato e a maggio l’acqua era ancora piuttosto fredda, per cui provare e riprovare quella scena è stato a tratti esilarante… che il set avrebbe preso un andazzo comico è stato chiaro fin da subito! E poi, sicuramente la scena in moto sul molo. Non abbiamo utilizzato una controfigura, ero realmente io in sella alla moto che impennava ed è stato molto emozionante e divertente. Lo rifarei? Assolutamente sì.

Oggi quanto è importante l’immagine nella diffusione della tua musica?
Oserei dire che l’immagine è importante tanto quanto la musica stessa, ma in fondo lo è da molti anni, no? Lo era anche prima dei social… per Elvis, per i Beatles, per i Sex Pistols, per Britney Spears, per Avril Lavigne, solo per citarne alcuni e disparati! Per me la coerenza è fondamentale, nella vita di tutti i giorni come in quella lavorativa. Per cui, l’immagine è importante in termini di coerenza rispetto alla musica che si interpreta, sono due concetti intrinsecamente legati tra loro e sarebbe innaturale dissociarli.

Ci puoi descrivere l’esperienza al Pride?
L’esperienza al Pride di Napoli è stata così emozionante che devo ancora trovare le parole esatte per descriverla: una tale carica emotiva, la percezione che tutti fossimo uniti per la stessa causa, difficilmente si possono circoscrivere in un paio di aggettivi. Il ricordo che più mi è rimasto impresso sono gli sguardi delle persone, sul carro e intorno al carro, ognuno con la sua storia, ognuno con le proprie ragioni per scendere in strada e manifestare, ognuno con le sue speranze. E sono eternamente grata per aver avuto la possibilità di esibirmi davanti a tutti e che per qualche minuto cubalibre sia stata la colonna sonora di una festa così importante.

Quale può essere il ruolo della musica per diffondere i valori evocati dal Pride?
Sono stati scritti chilometri di parole sulla forza dirompente della musica e della sua capacità di arrivare ovunque e di farsi portavoce di ogni aspetto della nostra vita. La sua magia è proprio questa: supera qualsiasi limite temporale, geografico, generazionale, scandendo il ritmo della vita di ognuno di noi. Pensa ad esempio a “True Colors” di Cyndi Lauper, che poi ha fondato anche un’Associazione con lo stesso titolo, mi vengono i brividi a sentire quella canzone. Per questo, credo che la musica debba avere sempre un messaggio chiaro, in questo momento storico più che mai, evocando, diffondendo e sensibilizzando i valori rappresentati dal Pride.

Oggi qual è l’aspetto della tua musica che ti rende orgogliosa?
Aver scritto una canzone per mio fratello, “Il mio riflesso“, io e lui siamo molto legati. Aver tradotto in parole e musica tutto l’amore che provo per lui. Non è stato facile e non lo è tuttora perché, a distanza di anni, cantarla mi emoziona ancora tantissimo. Cerco di nasconderlo, ma ho gli occhi lucidi già dalla prima nota.

Se dovessimo incontrarci tra un anno, quale traguardo vorresti avere raggiunto?
Esibirmi davanti a un grande pubblico. Vorrebbe dire che con la mia musica sono riuscita ad arrivare a tante persone e per un artista non c’è gratificazione più grande che rispecchiarsi nel proprio pubblico e cantare quelle stesse parole all’unisono con tutte quelle persone.

Foto di Mauro Russo

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