Intervista a Marco Ligabue, che il 21 novembre ha pubblicato in vinile “M.A.P.S. – Manuale Alternativo Per Sentire”, il nuovo album (etichetta M.O.M. S.r.l. e distribuzione da The Saifam Group). Presentato in anteprima all’Hard Rock Café di Milano il 18 novembre, il disco sarà disponibile sulle piattaforme digitali dal 28 novembre 2025 via Artist First.
Qui il link per l’acquisto di una copia fisica: https://saifam.lnk.to/marcoligabue_maps
A cinque anni dall’ultimo progetto, M.A.P.S. rappresenta un viaggio musicale e personale attraverso emozioni, riflessioni e sensazioni. L’album non offre risposte ma invita l’ascoltatore a ritrovare la propria direzione interiore. Il progetto è diviso in due lati:
- Lato A – Geografia del mondo esterno
Brani come Anima in fiamma, Toc toc ecologico, Il vento dell’estate e Quello che c’è raccontano il rapporto con gli elementi naturali – fuoco, terra, aria e acqua – toccando temi come passione, ambiente e libertà. - Lato B – Geografia interiore
Con brani come Spacca il cielo, L’ultima notte, Una vita diversa, Sempre tutto bene e Le canzoni inglesi, il viaggio si sposta dentro l’artista, affrontando emozioni, nostalgia, amore e ricerca personale.
TRACKLIST
- anima in fiamme
- il vento dell’estate
- toc toc ecologico
- quello che c’è
- spacca il cielo
- l’ultima notte
- una vita diversa
- sempre tutto bene
- le canzoni inglesi
Hanno partecipato alla realizzazione del disco: Jonathan Gasparini (chitarre), Jack Barchetta (basso), Lenny Ligabue (batteria e mastering), Luca Zannoni (tastiere), Francesco Landi per Take Away Studios (produzione artistica e mastering), Maurizio Bresciani (foto e layout grafico).
Intervista a Marco Ligabue, il nuovo album “M.A.P.S. – Manuale Alternativo Per Sentire”
Come è andata la tua recente esperienza a Bruxelles?
È stata un’esperienza emozionante, perché era la prima volta che visitavo Bruxelles e ci sono arrivato in un ruolo speciale: quello di ambasciatore delle 44 DOP e IGP dell’Emilia-Romagna. Parliamo delle eccellenze enogastronomiche della regione – dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma, dall’aceto balsamico al Lambrusco.
Da quattro anni porto in giro uno spettacolo dedicato alla nostra terra, in cui non solo racconto l’Emilia, ma la faccio anche “assaggiare”, e questa volta è stato scelto per la Settimana della Cucina Italiana nel mondo.
Abbiamo fatto due esibizioni: la prima all’interno del Parlamento Europeo, nel cuore delle decisioni che guidano l’Europa; la seconda al Teatro della Cultura Italiana, sold out da giorni. In sala c’erano italiani residenti all’estero ma anche belgi, francesi, tedeschi… Bello vedere il nostro patrimonio raccontato e accolto anche fuori dai confini.
Il tuo nuovo album “MAPS – Manuale Alternativo Per Sentire” arriva dopo cinque anni. Cosa rappresenta per te?
MAPS è una nuova sfida artistica. Avevo già pubblicato alcuni brani singoli, ma volevo racchiudere tutto in un progetto organico, nato già mentalmente qualche tempo fa.
La prima parte del disco è dedicata alla “geografia esterna”, ai quattro elementi primordiali: fuoco, terra, aria e acqua. Avevo già le canzoni per ognuno di questi temi – Anima in fiamme, Toc Toc Ecologico, Il vento dell’estate, Quello che c’è – e ho immaginato che potessero essere il lato A di un vinile.
Poi è arrivata la seconda sfida: raccontare la “geografia interiore”, fatta di emozioni, ricordi e stati d’animo. Da qui sono nati altri cinque brani, che completano un viaggio personale e artistico.
Hai dichiarato che questo album non dà una destinazione, ma delle direzioni. Perché?
Perché la musica, secondo me, non può dare risposte definitive: serve ad accendere lampadine, a suggerire strade da percorrere.
MAPS è proprio questo: una mappa con nove direzioni – ognuno poi ci vede il proprio viaggio, la propria lettura, il proprio significato.
Come mai hai scelto “L’Ultima Notte” come singolo, considerando che il progetto è molto ampio e variegato?
Era impossibile scegliere un singolo che raccontasse tutto il disco. Ho seguito l’istinto e ho scelto un brano che funziona particolarmente bene dal vivo.
Quest’anno supero le 100 date e gran parte del mio rapporto con il pubblico nasce sul palco, quindi volevo una canzone che mi rappresentasse anche nella dimensione live: energica, carica, emotiva.
Nel testo, L’Ultima Notte prova anche a restituire un valore speciale alla notte, che negli ultimi anni – complice anche il post-Covid – si è un po’ spenta. Le 21:30 e i ristoranti già vuoti… prima a quell’ora si usciva, non si tornava! La notte è passione, amore, amicizie, vita, e volevo celebrarla.
Il video del singolo ha un forte impatto visivo. Come lo avete realizzato?
Io vivo i videoclip come piccole avventure: certo, ci sono una traccia, una location e un’idea di fondo, ma amo catturare il momento.
Siamo partiti solo con un videomaker e un assistente luci, per poter essere leggeri e spontanei. Molti dettagli – fari delle auto, luci sotto i portici di Bologna, riflessi imprevisti – sono nati sul set.
Il risultato è un effetto cinematografico che mi piace molto. E infatti il finale lascia intuire che nei prossimi video ci sarà una prosecuzione… e sì, ce l’abbiamo già in mente.
Il disco è molto variegato dal punto di vista sonoro, ma mantiene omogeneità. Come ci siete riusciti?
Forse perché tutte le canzoni nascono allo stesso modo: voce e chitarra.
Quando testo e melodia sono pronti, chiamo la band in studio senza far ascoltare nulla prima. Voglio che l’arrangiamento nasca dall’istinto, non ragionando troppo.
Nel giro di poco costruiamo ossatura e anima del brano – batteria, basso, chitarra. Poi arriva un grande lavoro di rifinitura sui dettagli.
Mi piace che ogni canzone prenda la sua strada naturale: io ascolto tantissima musica, anche diversissima, e se qualche goccia di ciò che ascolto finisce nelle mie canzoni, per me è un complimento.
“Toc Toc Ecologico” è un brano molto diretto e anche “necessario”. Cosa rappresenta?
Ogni giorno arrivano notifiche allarmanti sul clima: caldo record, alluvioni, scioglimento dei ghiacci. Eppure sembra che a livello concreto si faccia ancora poco.
Con questo brano ho bussato alla mia coscienza – toc toc – e ho provato a bussare anche a quella di chi ascolta.
L’arrangiamento, quasi punk, è pensato per arrivare dritto e disturbare in senso buono, come uno schiaffo sonoro.
La cosa triste è che, cercando, ho scoperto che nel 2023 questo è stato l’unico brano italiano che parlava apertamente di ecologia. Segno che non c’è ancora una spinta comune forte.
“Quello che c’è” ha un’atmosfera sospesa e quasi mistica. Come nasce?
Nasce pensando all’acqua, elemento indispensabile per la vita.
Se l’acqua è ciò senza cui non possiamo esistere, mi sono chiesto: cosa è davvero indispensabile nella vita oggi? Quello che c’è o quello che non c’è?
La canzone è un elenco, una riflessione, un bilancio esistenziale.
Anche l’arrangiamento rispecchia questa ricerca: parte lenta, poi si apre, e contiene un assolo finale, cosa ormai rarissima nella musica contemporanea.
C’è anche leggerezza in “Sempre tutto bene”, un brano più giocoso ma molto vero. Di cosa parla?
Dal vivo funziona tantissimo perché il pubblico vuole staccare, divertirsi, mettere per due ore da parte pensieri e ansie.
Ho giocato sul fatto che spesso diciamo “sempre tutto bene” anche quando non è vero, e alla fine non ci parliamo davvero.
La canzone ironizza su questi rapporti superficiali, provando a far ridere ma anche a far riflettere.
La tua attività live è sempre più che fiorente!
Assolutamente sì: il tour continua, quest’anno supero le 100 date.
Ho suonato praticamente ovunque, anche in luoghi insoliti, e la dimensione live è quella in cui mi sento più a casa.
Spero di rivedervi presto sotto al palco, perché lì la musica si completa davvero.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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