Extralishow è il grande spettacolo totale, che unisce musica, parole e immagini, che debutta martedì 26 settembre al Teatro Menotti di Milano, dove rimarrà in cartellone per sei date, fino a domenica 1 ottobre.
Sul palco il cantautore e polistrumentista MIRCO MARIANI con i suoi Extraliscio, il frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti e noto fumettista DAVIDE TOFFOLO, l’attore e scrittore fuori dagli schemi LEO MANTOVANI e con la partecipazione speciale di ANTONIO REZZA martedì e mercoledì.
Intervista a Mirco Mariani, Extralishow
Ciao Mirco. Tutto pronto per Extralishow?
E’ tutto pronto, sono già tutti qua, c’è Antonio Rezza, ci sono Davide Toffolo, Leo Mantovani, aspettiamo Elisabetta Sgarbi e si parte!
C’è tanta curiosità; ci puoi anticipare qualcosa su Extralishow?
E’ uno spettacolo il cui filo conduttore è la totale pazzia, la libertà, la follia. Non vedevo l’ora da grande di fare uno spettacolo così pazzo, mettendo insieme persone come Rezza, Mantovani. C’è preparazione, ma soprattutto tanta improvvisazione. Questo è il mood degli Extraliscio. Aspetta che c’è Leo Mantovani, la voce recitante dello spettacolo, che vuole aggiungere qualcosa!
Mi ricollegherei a quello che ha detto Mirko. Quando si fanno le prove cambia sempre tutto. Non dimentichiamo che in uno spettacolo come questo, l’amicizia che lega tutti quanti è come la rete che salva l’acrobata che va in fallo.
Mirco, qual è l’aspetto di Extralishow del quale oggi sei più orgoglioso?
Siamo un gruppo di amici, questa è la cosa più bella. Non è che ci frequentiamo al bar, però siamo amici. Ci siamo conosciuti grazie alla musica, però l’amicizia poi lega le varie arti, Leo Mantovani è un attore, Davide Toffolo è un musicista, Antonio Rezza è un attore, ma per la prima volta si cimenterà a cantare. E’ veramente un miscuglio di robe pazzesche. La cosa che mi rende più orgoglioso è questa amicizia che va oltre e poi la cosa bella è che quando sei amico con le persone con cui fai qualcosa non hai paura di osare; ti butti al buio, nel vuoto.

Da quello che mi stai raccontando, questo spettacolo è una celebrazione dell’arte, perché il mondo Extraliscio comunque propone arte a 360°.
Extraliscio è arte, è un contenitore nato per scherzo, perché sembrava uno scherzo portare il liscio ai giovani, no? Poi è successo che abbiamo fatto molto di più; abbiamo incontrato le varie arti, poi ci sono successe delle cose assurde, tipo andare a Sanremo e magari rischiare di incasellarci un pochino. Ora stiamo uscendo fuori, sta emergendo la nostra vera anima, quella di fare delle canzoni, di prendersi anche sul serio, perché la musica è una cosa molto seria, però bisogna saperci scherzare sopra, bisogna saperci ridere sopra. Perché è una fortuna secondo me poter fare questo mestiere e incontrare certi artisti in un teatro così bello come il Menotti di Milano.
Siete reduci da una lunga estate live che si è chiusa con un concerto a Bucarest. All’estero come sono percepiti gli Extraliscio?
All’estero penso di essere famoso! Quando vado all’estero torno a casa e dico ‘mamma sono famoso all’estero’. Fuori dall’Italia c’è un pubblico che ci segue. A Parigi, per esempio, quando abbiamo suonato Bianca Luce Nera c’è stata un’ovazione. Tutto il pubblico cantava. In Italia non è mai stato così potente.
Quest’estate siamo stati anche allo Sziget Festival di Budapest, che è uno dei più belli del mondo. Quando torni a casa che sai come sei all’estero. Lì non ti porti dietro quel peso della parola liscio, che in Italia può rappresentare un problema, visto che la musica sta andando in una direzione un po’ unica, diversa…
Il 2 ottobre uscirà il nuovo brano “Nonni Belli”. Ce ne puoi parlare?
L’uscita di Nonni Belli è una roba che mi emoziona in una maniera devastante. Sto facendo il conto alla rovescia. Io ho vissuto l’infanzia in questa casetta in campagna con i miei nonni che veramente non avevano niente. Quando si rompeva un pantalone del mio nonno, mia nonna gli faceva la toppa. Sono cresciuto coccolato in questa dimensione del non avere niente, un modo però per avere tutto. Questa canzone mi è venuta fuori d’istinto, così come alcune altre che pubblicheremo prossimamente e che ho suonato da solo.
Ho scritto una canzone dedicata a Paolo Conte che uscirà più avanti, dove ho fatto fine di essere l’unico musicista che lo accompagnava Paolo Conte in una specie di valzer che poi andava anche in quattro quarti per far inciampare i ballerini.
Poi ho una canzone dedicata a Battiato, una fatta insieme a un cantante italiano molto famoso e molto bravo. Tra l’altro delle varie uscite Nonni Belli sarà la prima. Non sono singoli, ma sono canzoni libere che usciranno di tanto in tanto.
Tra l’altro hai scritto sui social che per un po’ non vorrai fare album. Perchè?
Perché credo che sia un po’ inutile creare una cosa complessa come un album. In un disco le canzoni devono stare bene una con l’altra, ma poi chi le ascolta tutte. Oggi ho deciso di tirare fuori il meglio e la parte più vera, più sincera di ogni canzone.
Farne uscire una alla volta è un modo per rendere la canzone libera e regalarle quell’emozione che ha portato alla sua scrittura.
Non voglio impacchettarla più in un album che non ascolta più nessuno. Io ho due figli, uno di 20 anni e uno di 17, non sanno cosa sono gli album. Loro ascoltano le canzoni a random. Non è che voglio fare il giovane, però oggi è giusto prendere e cogliere al balzo questa opportunità per rendere la vita migliore alla mia musica.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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