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Intervista a Peter White: “Spero che l’Ep parli alla gente come ha parlato a me”

PETER WHITE

Intervista a Peter White, che ha pubblicato l’Ep Aperitivo, un progetto in cui si avvertono le sonorità del grande cantautorato italiano.

Un nuovo capitolo della storia musicale di Peter White, che dimostra così di essere un artista instancabile e alla continua ricerca di un’evoluzione, pur rimanendo fedele a se stesso e coerente con tutti i suoi lavori precedenti, con cui è stato consacrato come uno dei cantautori più interessanti della nuova generazione.

Intervista a Peter White

*Aperitivo* rappresenta un punto di incontro tra passato e presente. Come è nato questo progetto e quale significato ha per te esplorare le sonorità del grande cantautorato italiano?

Questo progetto nasce dal desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo. Ho deciso di partire da dove ho iniziato ad amare la musica come ascoltatore: dal grande cantautorato italiano. Ho voluto fare cinque piccoli esperimenti e sono nati dei brani a metà tra il passato e il presente. Tutto questo ovviamente senza troppi limiti ed evitando di snaturarmi. Da quando ho iniziato a fare questo mestiere mi sono sempre ripetuto il mantra “Scrivo solo quello che sento” e sono felice di averlo mantenuto anche in questa parentesi musicale.

Hai citato brani iconici come *Parlami d’amore Mariù* e *Senza fine*. Quanto questi pezzi hanno influenzato il tuo processo creativo per questo EP?

Tanto. Più che questo EP direi che hanno influenzato il mio modo di vivere e pensare la musica. Concedetemi il sillogismo: è un po’ come scegliere di dipingere sapendo che sono esistiti Matisse e Renoir. 

Descrivi l’atmosfera che hai voluto evocare con *Aperitivo*: quali immagini o emozioni speri che susciti negli ascoltatori?

Una situazione intima, illuminata solo da qualche luce soffusa che timidamente vacilla nella sera che si appresta a scendere. Un bicchiere tra le mani e il sole che sparisce dietro ai palazzi nel cielo che si infuoca. Agli ascoltatori ovviamente lascio la libera interpretazione. Sono sicuro che a ognuno parlerà in maniera totalmente diversa e personale.

In *Aperitivo* hai scelto un approccio stilistico diverso rispetto ai tuoi lavori precedenti. Quali sono state le principali sfide nel creare un progetto così lontano dalle sonorità che ti hanno reso noto?

Semplicemente la curiosità. L’ho fatto per me stesso e non per le classifiche, i numeri e i parametri del mercato musicale odierno.

La tua musica riesce a fondere elementi vintage e moderni. Come lavori per mantenere questo equilibrio tra tradizione e innovazione?

Non mi sforzo più di tanto in realtà, perché credo che sia abbastanza una mia caratteristica personale: ho sempre avuto un occhio di riguardo per l’estetica del passato, ma sono anche fieramente figlio dei miei tempi. Semplicemente lo riporto nella musica.

L’EP arriva dopo singoli come *L’ora d’oro* e *Non mi scorderò mai*. Come questi brani si inseriscono nel percorso che ti ha portato alla creazione di *Aperitivo*?

Sicuramente sono stati tre scalini importanti. Specialmente “L’ora d’oro”: è stata la partenza. Da lì sono andato a braccio, abbandonandomi al flusso.

Raccontaci del processo di scrittura di questo EP: c’è stato un momento o un brano in particolare che ha segnato la svolta creativa del progetto?

Sono sincero: non studio a tavolino i brani. Preferisco non farlo, perché poi le canzoni (a mio avviso) ne risentono. Mi limito a vedere che viene fuori senza troppi pregiudizi. In questo caso sono nate cinque canzoni che si assomigliano pur mantenendo delle differenze sostanziali. Per questo motivo ho deciso di riunirle in questo EP.

Quanto è importante per te raccontare storie attraverso le tue canzoni, e come il cantautorato italiano ha influenzato il tuo modo di scrivere?

Credo che scrivere sia fondamentale, un po’ come leggere. Purtroppo, sono due mondi che si stanno lentamente perdendo. Siamo abituati a mandare messaggi vocali o messaggi laconici. Quasi nessuno scrive i propri pensieri. Il cantautorato italiano ha avuto un periodo d’oro (quello di De Gregori, Dalla, Nada, De André, Gaber, Paoli, Vecchioni, Tenco, Endrigo, ecc). Da loro sono state scritte le canzoni più belle della storia della musica italiana. 

La collaborazione con Mattia Castagna è stata centrale nella produzione. Com’è lavorare con lui e quale contributo ha portato a questo progetto?

Mattia è un grande musicista: suona tantissimi strumenti e ha molto gusto. Per fare un paragone: è come un sarto che sa sempre che vestito fare su misura per ogni canzone. 

*Aperitivo* segna un’evoluzione nel tuo percorso musicale. Guardando indietro ai tuoi lavori precedenti, come pensi che il tuo stile sia cambiato nel tempo?

Non mi soffermo troppo a fare paragoni con il passato: contro il tempo si perde quasi sempre. Mi fa piacere sapere che tutta la strada che ho fatto mi ha portato qui e che ho sempre più canzoni nella mia valigia di esperienze.

Il vinile e il formato fisico stanno vivendo una nuova era. Hai mai pensato di pubblicare un progetto in vinile per offrire un’esperienza ancora più intima ai tuoi fan?

Già due dischi su tre sono disponibili in vinile. Vedremo se anche “Aperitivo” vedrà la luce sul formato fisico, mai dire mai…

Quali sono i tuoi obiettivi con *Aperitivo*? Speri che questo EP possa aprire nuove prospettive nel tuo percorso artistico?

Un solo obiettivo: spero che parli alla gente come ha parlato a me.  Intervista Peter White

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