Renato Caruso

È disponibile in digitale Grazie Turing, il nuovo album “solo guitar” di Renato Caruso, distribuito da Believe.

Il disco è la colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura dell’ultimo libro del chitarrista calabrese, #DIESIS O HASHTAG?, disponibile nelle librerie e negli store digitali, edito da OneReed.

Così come il precedente disco di Renato Caruso, Pitagora pensaci tu, l’album è un omaggio ad una delle più grandi figure del ‘900, Alan Turing (1912-1954), una figura rivoluzionaria e particolare, sia per le sue scoperte scientifiche sia per la sua tormentata vita privata: ideatore del primo computer, eroe di guerra processato ingiustamente per la sua omosessualità e pioniere dell’intelligenza artificiale che, grazie alla sua macchina, decifrò i codici tedeschi e fece importanti esperimenti di sintesi con la musica.

Renato Caruso

La cover dell’album è impreziosita dall’opera Think Different dell’artista Giuseppe Veneziano, uno dei massimi esponenti della “New Pop” italiana.

Grazie Turing è un album composto da Renato Caruso e registrato presso Armonia Studio di Diego Di Lana, prodotto e arrangiato da Pino Di Pietro e missato e masterizzato da Pino Di Pietro e Vinx Lacerenza presso Pro Music Tool Box.

Con la prefazione dello scrittore e giornalista della scienza e dello spazio Giovanni Caprara, illustre firma del Corriere della Sera, il libro #DIESIS O HASHTAG? cerca di avvicinare, tra aneddoti sulla musica e sulla scienza, il lettore a queste due discipline che hanno più punti in comune di quanto si potrebbe pensare.

Il libro si struttura come un dialogo tra due amici, una fisica teorica e un musicista ed è perfetto per adulti e bambini e per chiunque voglia scoprire curiosità sulla musica e sulla scienza, tra racconti di vita ed esperienze personali.

Anche per questo progetto il chitarrista ha voluto giocare con le immagini. Il libro è impreziosito da due artwork, realizzati ad hoc per il progetto, che rispecchiano perfettamente l’anima del testo.

L’opera presente sulla copertina, Pokémon Go, è stata realizzato da Giuseppe Veneziano, mentre quella sulla quarta di copertina, Ipotesi musicale in chiave di Sol è a cura di Lucrezia Ruggeri.

Intervista a Renato Caruso

È appena uscito il tuo nuovo album: “Grazie Turing”, un omaggio ad uno dei personaggi più importanti del ‘900 e da molti dimenticato, Alan Turing, scienziato e padre del primo computer. Come nasce la decisione di rimettere in luce questo illustre personaggio?

Come dici bene, da molti dimenticato: dovrebbero sapere tutti chi è Turing e cosa ci ha lasciato. Ho voluto rimettere in risalto l’uomo-filosofo-matematico perché sono legato alla scienza da tanto tempo. Da quando mi laureai in informatica all’Università di Bologna nel 2007, già i miei interessi erano già di natura storico-filosofico. Per vent’anni ho avuto un chiodo fisso su Turing: ho quadri, libri, video ecc… Era il momento di farlo venir fuori da me (dopo Pitagora naturalmente!).

È on line anche il video di “La tela di Godel”, pezzo intenso ispirato stavolta ad un altro genio della matematica, Kurt Godel. Cosa vuol dimostrare il musicista Renato Caruso all’ascoltatore? 

Che la scienza, la cultura, sono importanti in questo mondo di apparenza. Senza alcuni geni della matematica, della fisica, dell’informatica poi, non saremmo arrivati al fatto di poter inviare ora queste domande tramite l’”aria”, ad esempio! Godel fece capire che nella matematica non c’è nessuna certezza e che i computer non sono proprio come gli umani, come sostiene qualcuno, ma ci sono delle verità indimostrabili, sia nella matematica che nella vita.

 A tratti sembra che il musicista si contrapponga all’informatico e viceversa, sembrano due mondi così lontani ma invece cosa rappresentano per te queste due realtà in fondo non tanto lontani?

Per me sono la stessa cosa, i programmatori sono come i musicisti e, infatti, nella vita spesso trovo delle figure simili alla mia, informatico-musicale. L’arte non è solo nella musica, nella pittura, nella scultura, ma anche nell’informatica: chi scrive un algoritmo elegantissimo è da lodare, chi scrive un sistema operativo come Linux è da un artista. Potrei fare mille esempi ma il concetto credo sia chiaro.

Le 11 tracce che compongono “Grazie Turing”, corrispondono ad una sorta di percorso dell’evoluzione informatica da Aristotele sino ai giorni nostri. Ci puoi spiegare come e da dove nasce l’idea?

Ho un background scientifico, ho una laurea in informatica e da ciò nasce il mio amore per Turing, cioè colui che ha scoperto, anzi ha ideato, il primo computer. Lo studio da quando mi sono iscritto all’università, più che la programmazione mi piace la storia dell’informatica, la filosofia che c’è dietro ed ecco che, vent’anni dopo, ho dedicato un disco ad una figura davvero importante della nostra società, che tutti dovrebbero studiare e conoscere. Divulgare e comunicare sono le parole del millennio.

Il disco è un come un libro, dove ogni capitolo, che poi è il titolo della traccia, rappresenta uno step che si è fatto per arrivare al computer o alla rivoluzione informatica.

Tutto è nato in questa pandemia, poiché avendo molto tempo a disposizione ho scritto, sia note che articoli, appunti che poi sono diventati un libro.

Il disco inizia con Aristo Tele, perché il computer inizia con la logica e il filosofo, e lui fu il primo a studiarla in maniera pratica dai famosi sillogismi. Poi prosegue con La Tela Di Godel perché Godel fu il matematico che mise in ginocchio la scienza dimostrando che la matematica non è una scienza esatta. Il computer nasce proprio da questo problema, di natura matematica.

Poi c’è A Ritmo Di Algo, dove l’algoritmo è la vita di tutti i giorni. Un omaggio ancora al sistema binario 0 e 1: quando lo spiego ai ragazzi a scuola (ho un part time nelle scuole superiori in informatica) si divertono perché è come un gioco ed è alla base dei computer, cellulari, tablet, qualsiasi dispositivo digitale.

E poi ancora il brano dedicato a Turing. VideoGame è il frutto di vari tentativi di portare il computer nelle nostre case e cioè vedere i “calcolatori” come gioco e non come ferraglia che deve stare su una scrivania. Hip Pop(per) nasconde un futuro musicale tra la Pop e Hip Hop ed è una dedica al filosofo della scienza Popper. Una dedica a Odissea nello spazio dove ancora una volta è il computer ad essere il primo attore HAL 9000.

Un omaggio ad Einstein con Relativity e al vinile che ormai ha superato di gran lunga la vendita del cd: “Vinile 1912”. Infine il progetto si chiude con un valzer, Saluti Dal Pianeta Terra, perché penso fra cent’anni abbandoneremo il nostro pianeta per raggiungere coste spaziali.

Contemporaneamente all’album è uscito anche il tuo ultimo libro: “#Diesis o Hashtag?”. Come se stessi invitando ad ascoltare “Grazie Turing” leggendo il tuo libro, quale potrebbe essere la sensazione dell’ascoltatore/lettore?

Come dicevo prima, la scienza e la musica sono la stessa cosa, come sosteneva qualcuno: la musica è il suono della matematica. Il lettore/ascoltatore dovrebbe invogliarsi, essere curioso della vita, della matematica e della musica.

Renato Caruso

Nella tua vita artistica, molto ricca di collaborazioni ed eventi importanti, ne ricordi uno in particolare che in qualche modo ha deciso il tuo percorso?

L’incontro con Ron ha dato il La alla mia carriera da docente nella sua accademia e “accompagnatore” chitarrista in qualche concerto. Da lì ho capito che era la mia strada, dura molto dura, ma con tenacia, determinazione e anche un pizzico di testardaggine calabra non guasta, si poteva affrontare. Ma, come dicevo prima, non sono interessato solo allo strumento, mi piace tutta la filosofia e la fisica che gira intorno alla musica.

Tu sei anche un docente di informatica musicale oltre che di chitarra classica, qual è il tuo pensiero circa la larga diffusione dell’elettronica nella musica odierna?

Purtroppo si fa molta confusione. Informatica musicale è la base ed è un’ampia disciplina che va dall’acustica alla psicoacustica, dagli algoritmi per il MIDI ai software di editing musicali. La musica elettronica è, se così possiamo dire, una parte dell’informatica musica, la parte pratica. Se si intende l’elettronica come la si intendeva negli anni ’70 e nelle prime sperimentazioni, forse è un po’ passato il tempo. Basti pensare che oggi è tutto in un computer. Non si ha bisogno di tutta quella parte per creare. Nasce sempre da quegli anni, ma il concetto di elettronica penso sia superato.

C’è un sogno, un’idea che vorresti realizzare?

Suonare con Sting.

Foto di Livio Malla

Renato Caruso

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