Intervista a Sidy, in gara a Sanremo Giovani 2024 con il brano Tutte le volte ed eliminato dopo la prima puntata in onda su Rai 2.
Intervista a Sidy
Sidy, iniziamo parlando della tua recente esperienza a Sanremo Giovani. Com’è andata?
Sanremo Giovani è stata un’esperienza intensa, sicuramente qualcosa per cui bisogna essere pronti. Non è facile buttarsi in una dinamica del genere, ma grazie agli anni di gavetta con live ed esperienze varie, mi sentivo preparato. Ho conosciuto tante belle anime e sono uscito arricchito, con molte cose positive.
Hai menzionato la gavetta. Puoi raccontarci del tuo background musicale e come sei arrivato al brano Tutte le volte?
Ho iniziato da ragazzino, a 15-16 anni, con la mia prima band. Nel 2015 è nato il mio primo progetto serio, i Discomfort, e abbiamo cominciato con piccoli spazi, scrivendo canzoni e cercando di stare il più possibile su un palco. Nel tempo sono arrivate esperienze più grandi, come X Factor nel 2017, dove ero molto agitato. Con Sanremo, invece, mi sono sentito più sicuro. Tutte le volte è nato circa due anni fa, come un bisogno di mettere su carta esperienze e sentimenti.
Il brano ha una forte componente emotiva e sembra un flusso di coscienza. Come è cambiato il tuo modo di scrivere negli anni?
La mia scrittura è cambiata grazie agli ascolti. Mi ispiro a artisti diversi, come Frank Ocean, Hozier e Mahmood. Mi piace passare da generi e stili diversi. Credo che la semplicità e l’autenticità siano fondamentali. Non sempre un testo deve essere complesso: a volte è proprio la semplicità che vince.
La tua interpretazione e la presenza scenica sono dei punti di forza. Come hai lavorato su questi aspetti e quanto è stato importante Mahmood in questo percorso?
Dopo X Factor, dove mi sentivo fragile, ho capito che questa fragilità poteva essere un punto di forza. L’esperienza con Mahmood mi ha messo alla prova: mi sono trovato a confrontarmi con linee melodiche e mood musicali diversi dai miei. Questo mi ha costretto a sfidarmi e a crescere, trovando una mia visione musicale.
La tua musica è un mix di indie, pop, folk e urban. Come riesci a bilanciare queste influenze e quanto le tue radici senegalesi e italiane influiscono sul tuo stile?
Sono sempre stato curioso, e questo si riflette nella mia musica. Ho iniziato con il rock e nel tempo ho sperimentato diversi generi. Credo che la fusione di influenze avvenga naturalmente durante il processo creativo. La mia bivalenza culturale, Senegal-Italia, ha sempre caratterizzato la mia visione e mi ha spinto a esplorare nuove dimensioni musicali.
Brescia, la tua città, quanto ha influenzato il tuo percorso artistico?
Sono cresciuto a Lumezzane, ma ho riscoperto Brescia come città e come scena musicale dopo aver vissuto a Milano. La vivacità della scena musicale indipendente bresciana mi ha insegnato a vivere la musica con autenticità, non come rincorsa al successo, ma come espressione genuina.
Tornando a Tutte le volte, quanto è stato importante il contributo di Zenit, Brail e Lorenzo Vizzini nella creazione del brano?
Ognuno di loro ha dato un contributo fondamentale. Vizzini ha lavorato sul testo, migliorandolo con piccole modifiche che hanno fatto la differenza. Zenit e Brail, invece, hanno fatto un lavoro straordinario sulla produzione, trasformando un brano nato al pianoforte in qualcosa di più complesso e moderno, ispirato anche a sonorità R&B.
Cosa rappresenta Sanremo per un artista della tua generazione?
Per me, Sanremo è uno step importante, una dimostrazione che la tua musica sta raggiungendo persone. È come un percorso a tappe: inizi dai piccoli locali e cresci gradualmente. Non è fondamentale, ma è sicuramente un traguardo che segna un progresso significativo.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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