Sillyelly

Intervista a SillyElly, dalla scena underground all’hyperpop fino ai featuring con ANNA, Il Pagante, Yung Snapp e Rosa Chemical.

YUMMY YUMMY”, brano realizzato con Yung Snapp e Rosa Chemical, è un singolo vivace e colorato ispirato al mondo K-Pop. Il brano segna l’inizio di un nuovo percorso sonoro e visivo per l’artista. Svelato su TikTok, ha subito acceso la curiosità dei fan.

Dagli EP “Manic Pixie Dream Girl” e “Fase” fino alla collaborazione con ANNA in “Hello Kitty”, SillyElly racconta la sua musica tra melodie felici e testi malinconici. Una voce giovane che parla alle nuove generazioni raccontandosi con autenticità.

Intervista a SillyElly

Partiamo dal tuo genere musicale, l’hyperpop, non ancora cosi diffuso in Italia, ma popolare tra i più giovani, cosa ti ha attratto e avvicinato a questo genere?

Provengo dalla scena underground. Avevo degli amici che facevano già hyperpop e li seguivo, quindi per me le influenze sono state principalmente le persone che avevo intorno. Però ci sono anche alcuni artisti che già ascoltavo come i 100 Gecs, quando ero piccola inoltre seguivo i Nightcore e per le voci mi sono fatta ispirare dal vocaloid Miku Hatsune.

Entriamo nella tua musica con il brano “Pinkie-pie”. È una sfida riuscire a raccontare frammenti personali su basi che richiamano sonorità da videogame?

In realtà non la sento tanto come una sfida, perché a me piace molto l’idea che le mie canzoni uniscano testi tristi in cui si parla di depressione, psicofarmaci e antidepressivi con melodie hyperpop super felici.

Anche in pezzi come Shaibuya e Maradona fai riferimento al tuo vissuto familiare; quanto la tua storia personale ispira i tuoi testi?

Tranne qualche barra in cui esagero, diciamo che tutte le mie canzoni parlano me stessa ed effettivamente mi descrivono.

Nella barra di “Girlboss” affermi “amo solo i gatti, non ne voglio uomini”. Quanto è importante per una ragazza della tua età sfidare le regole convenzionali?

Personalmente non la sento mai come una sfida o altro, punto semplicemente a esprimermi con libertà. A volte gioco sul disprezzare un po’ il genere maschile (ride ndr). Comunque in altri pezzi non sfido nessun altro se non gli uomini appunto.

Sotto la visual di “Password” su Youtube, un’utente scrive che questa canzone l’ha aiutata tanto. Cosa significa per te essere ascoltata e riconosciuta dalle nuove generazioni?

Sinceramente ogni volta che accade fatico a comprendere. Mi fa strano che ci sia qualcuno che apprezzi la mia musica. Quando le persone mi dicono che i miei brani sono stati d’aiuto in periodi difficili fatico a comprenderlo forse perché io non mi sono mai sentita aiutata dai cantanti che ascoltavo. Mi fa strano che possa aiutare delle persone con la mia musica e magari questo fa parte del mio carattere insicuro, però quando me lo dicono ovviamente sono contenta anche se non riesco a comprenderlo pienamente.

In “Bambola”, brano in cui ti metti particolarmente a nudo e racconti delle vulnerabilità. Quanto è stato difficile o liberatorio aprirti in questo modo?

Bambola è stata proprio uno sfogo. Dopo “Hello Kitty” ho visto come alcune persone sono cambiate radicalmente nei miei confronti. Nella canzone dico che in generale “tutti mi vogliono, ma nessuno mi ama”, questo anche perché non mi sono mai sentita accettata né a scuola né a casa. Poi quando le persone che avevo al mio fianco come amici fino a familiari cambiavano la percezione che avevano di me, sono impazzita tantissimo e quindi è nata di getto “Bambola”, come un vero e proprio sfogo verso tutte quelle persone che alla fine si sono dimostrare false nei miei confronti. 

“Fase” è un brano che nel web è andato molto bene. C’è stato un momento o una sensazione che ti ha fatto scrivere questo pezzo?

A differenza di “Bambola” questa canzone mi descrive personalmente anche se non descrive una vera e propria fase. In questa non c’è uno sfogo o un destinatario cosi preciso come nel brano precedente appunto.

Le visual nei tuoi video colpiscono, oltre che per l’aspetto estetico, anche per i tipi di outfit. Come nasce il tuo immaginario visivo?

Diciamo che si basa appunto sul mio stile di vestirmi. Anche le visual si basano tutte su me stessa, infatti anche il personaggio anime che c’è solitamente nelle mie canzoni sarei io. Quello è il mio stile che in realtà sono diversi, mi vesto sia in maniera “kawaii” sia totalmente di nero. In realtà non ho uno stile ben preciso, mi piace molto cambiare. Quando ero piccola non sono mai riuscita ad esprimermi sul vestiario per un fattore economico, ricordo che osservavo gli anime ed era un mood in cui mi sarebbe piaciuta identificarmi. Poi di base crescendo ho iniziato fortunatamente a vestirmi come mi piaceva

Nei tuoi testi ricorre spesso il tema delle sostanze. È una tua personale denuncia oppure una provocazione?

Non è una provocazione. Mi serve solo per descrivere direi. Si, pura descrizione.

Prima citavi “Hello Kitty” canzone in cui hai collaborato con Anna, ci vuoi raccontare qualcosa di quell’esperienza?

È iniziato tutto un anno prima che uscisse il pezzo. Un giorno dal nulla Anna mi ha scritto su Instagram per farmi i complimenti per la mia musica. Io quando l’ho visto non ci credevo, mi sembrava veramente assurdo perché ascolto Anna da “Bando” e mi piace. Tra l’altro mi ha scritto un giorno in cui sono stata sei ore in treno per un viaggio e ho ascoltato in loop “Anelli e collane” con Artie 5ive.

Quindi mi è sembrato tutto folle quando mi disse che le sarebbe piaciuto fare una collaborazione musicale mischiando i nostri generi; leggendo quel messaggio pensai “vabbè mi sembra impossibile dato che facciamo due generi totalmente diversi” però ovviamente ero contenta. Poi abbiamo iniziato a seguirci su Instagram, abbiamo continuato a scambiarci messaggi fino a quando un giorno lei mi ha effettivamente invitata in studio e lì è nata “Hello Kitty”.

Sinceramente mai avrei pensato che sarebbe uscita finché non l’ho letta nella tracklist, e a quel punto mi sono detta “non è possibile, sta succedendo davvero”. 

Da un anno a questa parte, oltre alla collaborazione con Anna hai partecipato a diversi brani, collaborando con Il Pagante e con Rosa Chemical. Grazie a queste collaborazioni cos’hai capito di te o cosa ti hanno trasmesso?

Sicuramente mi ha fatto piacere collaborare con tante persone, con Il Pagante mi è piaciuto molto perché spesso mi paragonavano per la vocina, quindi mi ha fatto molto piacere.

Poi la canzone mi piace molto, quindi sono molto contenta. Sicuramente vedere il loro modo di lavorare mi ha dato esperienza.

Il tuo futuro sarà sempre hyperpop oppure hai il desiderio di provare a cimentarti in nuovi generi musicali?

A me piacerebbe molto sperimentare, come si può ascoltare anche in “Yummi Yummi” che è molto diversa rispetto alle mie altre canzoni. Io vorrei portare l’hyperpop più in alto possibile ma nessuno dovrebbe sorprendersi se un domani decidessi di fare una canzone trap.  Mi piacerebbe fare un po’ di tutto. Essendo che mi piacciono tutti i generi non voglio mettermi limiti. 

Infine ti chiedo se puoi raccontare qualche progetto che hai per il futuro.

Adesso ci sono tante idee ma nulla di effettivo. Non ho ancora deciso chiaramente cosa voglio fare ma sicuramente ci sono tante sorprese per il futuro.

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