Spinas

Sette tracce dal respiro marcatamente internazionale, questo è Tempo, il primo album di Spinas.

Intervista a Spinas, il primo album “Tempo”

Cosa rappresenta nel tuo percorso l’album “Tempo”? 

Un punto di inizio e la base per tutto quello che verrà in futuro.

Musicalmente parlando si avverte la volontà di andare oltre, cercando di proporre sonorità originali, ma ben ancorate a un mood specifico. Si tratta di un meccanismo studiato o nasce dal tuo istinto? 

Nasce dal mio istinto, nel senso che tutto è venuto in maniera molto naturale, la mia musica ha delle influenze musicali molto diversificate, prendo ispirazione da generi diversi e anche dal percorso che ho fatto nella mia vita dal punto di vista musicale, quindi viene tutto un po’ di conseguenza.

Qual è l’arco temporale in cui sono nati i pezzi? 

I pezzi sono stati creati negli ultimi due anni e mezzo tra Italia, Germania, Spagna e Stati Uniti; una parte dei brani è meno recente, risale a più di due anni fa, mentre un altro blocco è nato nell’ultimo anno. 

Tra gli inediti “Benedizione/Noia” ha un mood originale e ipnotico. Cosa rappresenta nel tuo percorso un brano così? 

Il brano apre il progetto, possiamo definirlo l’inizio del viaggio, ed è diviso in due parti: la prima, Benedizione, è una sorta di preghiera “propiziatoria” dedicata a me stesso e al progetto, e allo stesso tempo è una manifestazione di quello che voglio e del mio essere. La seconda, Noia, rappresenta un reminder per me stesso, per cercare di scappare sempre dalla noia. 

Qual è il valore aggiunto che hanno apportato gli artisti internazionali con cui hai collaborato? 

Mi hanno arricchito sia dal punto di vista musicale che personale. Musicalmente, sono tutti super talentuosi e di un certo calibro, perciò mi hanno fatto fare un salto di qualità a livello di recording e produzione musicale e, personalmente, siamo diventati come una seconda famiglia, cosa che poi influisce sulla musica perché quando hai un feeling così forte con delle persone, anche la musica ne beneficia. 

Quanto la collaborazione anche con nomi iconici della scena italiana ha dato credibilità al tuo progetto? 

Sicuramente uscire con i primi singoli con i 2NDroof mi ha permesso di posizionarmi in una certa maniera. Artisti come i 2NDroof sono capisaldi dell’hip hop italiano e per me è stato un onore aver avuto l’occasione di collaborare con loro, così come con i Voga, che nonostante, come me, siano artisti emergenti hanno sicuramente una grande esperienza. Inoltre, stare in studio con tanti artisti diversi e vedere il loro processo creativo mi ha aiutato molto a migliorare il mio, oltre a trovare più sicurezza in quello che faccio.  

L’artwork che guida il progetto può essere considerato parte integrante dell’album?

Rappresenta l’apporto visual a quello che volevo esprimere con la musica, la cover racchiude tutti i contenuti dell’ep e delle varie tracce. 

Qual è l’aspetto del progetto che ti rende più orgoglioso? 

Il fatto che siamo riusciti a produrre un Ep che si distacchi dai canoni del sound attualmente in voga nel mercato italiano e di aver potuto coinvolgere tanti artisti e includere vibes da vari Paesi. Mi rende orgoglioso anche il processo creativo che mi ha portato a questo Ep, oltre al significato personale dei brani che vi sono contenuti, perché racchiude varie parti della mia vita degli ultimi due anni.

Foto di GQ Portogallo

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