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Intervista a Stona: “Ci faremo bastare i ricordi, un momento di riflessione e di presa di coscienza”

Ci faremo bastare i ricordi” è il nuovo album di STONA (Pirames), un cantautore che traduce intense esperienze di vita in brani significativi.

L’album è uno sguardo sul presente, toccando temi come la crisi sociale, la libertà individuale e la fragilità umana. Include storie di redenzione e rinascita, dalla realtà carceraria alla vicenda di Gaspare Mutolo. Prodotto da Lorenzo Morra, il disco presenta un sound ricercato e intenso, con ballad intime, riff incisivi e sperimentazioni strumentali, cercando di codificare la realtà attuale attraverso le sue diverse sfaccettature.

Intervista a Stona

Il titolo è un messaggio amaro e sicuramente provocatorio, frutto di un mondo sempre piu’ pericoloso che offre solo escalation di violenza e guerre nel quale ci ritroviamo smarriti fra crisi sociali e politiche. Questo album è un momento di riflessione e di presa di coscienza, di consapevolezza e di decisioni importanti da prendere.

L’idea di liberta’ in relazione alle conseguenze delle nostre azioni è stato fin da subito il tema principale come il concetto di “restare umani”  in mezzo al rumore e alla violenza che ogni giorno entra nelle nostre case dai telegiornali, la fragilita’ viene zittita e la coscienza smarrita… c’è un senso di totale disconnessione e di disumanizzazione che fa molta paura.

Lorenzo è un grandissimo musicista e producer con idee e visioni sonore in parte distanti dalle mie, sicuramente molto piu’ classiche; per cui mi sono lasciato affascinare dalla direzione che ha voluto prendere includendo suoni LoFi, vintage e “scassati”, come ci è piaciuto ironicamente definirli; ho subito percepito una freschezza sonora che mi mancava e che ha influenzato anche la scrittura dei testi

L’idea stessa dell’album è partita da Uragani, brano che ho voluto fortissimamente come singolo di lancio per il disco; da quella canzone si diramano alcune delle tematiche piu’ importanti dell’album… l’idea che noi stessi siamo tutti come uragani, per l’impatto che le nostre decisioni possono avere nelle vite degli altri

Mi sono imbattuto nella sua biografia e la sua storia, cosi’ terribile, che mi ha in qualche modo catturato. La contrapposizione fra le atrocità commesse da quest’uomo, descritte con una naturalezza e normalita’ imbarazzante, che si vanno a scontrare con l’uomo di oggi, ovvero un pittore quotato, un artista, che invece porta in qualche modo della bellezza… ma non c’è assolutamente alcuna difesa (anzi) nei suoi confronti o giudizio, solo il racconto di una vita tragica assolutamente sprecata.

“La resistenza” è il brano di apertura, qui troviamo un forte richiamo ai concetti del disco: possiamo scegliere di resistere e conservare i ricordi piu’ belli come appigli, come semi di un futuro che ancora non c’è ma che possiamo sognare… è sicuramente uno dei brani piu’ importanti dell’album nel quale voglio ritrovare quell’umanita’ che stiamo perdendo, con una potenza sonora sul finale che apre e ci porta in altre direzioni, a simulare un potente battito del nostro cuore che riprende a pulsare; underdog è un brano strumentale per me, mi sono sempre sentito “sfavorito” e credo mi rappresenti molto anche se è solo un divertissement musicale.

Suoni sgranati e registrati in casa, una forma di fuga dal capitalismo sonoro per un certo verso; sicuramente artisti come Mac Demarco sono un riferimento. 

E’ stato fondamentale, se vuoi che il tuo viaggio diventi in qualche modo epico o comunque importante, devi partire lasciando quasi tutto a casa e lasciarti scuotere da cio’ che non conosci

È sempre un lavoro di bilanciamento per rendere il piu’ scorrevole possibile l’album. Ho voluto iniziare con un brano intimo, raccolto, ponderato, per prendere confidenza con l’ascoltatore, prenderlo per mano e iniziare il viaggio insieme.

Spencer è un grandissimo artista che ha collaborato con grandissimi della musica come Led Zeppelin e Deep Purple; visivamente mi ha colpito fin dall’inizio, non riuscivo a identificare il titolo con delle immagini appropriate ma lui è stato grandioso nel trasmettere le idee con quel suo tocco analogico e vintage che rispecchia appieno il contenuto musicale dell’album; ho visto alcuni suoi lavori sul web e ho capito subito che le idee potevano coincidere perfettamente. l’ho contattato spiegandogli i concetti dietro l’album e cosi’ è nata tutta la grafica del disco.

Pirames è un’azienda leader nel settore della distribuzione ed è una label di assoluto livello; ho trovato il supporto e la professionalità che compete a una azienda di questo livello; ma non si è solo dei numeri… infatti c’è dietro quel calore molto famigliare che consente di instaurare subito un ottimo rapporto;

È stato ed è assolutamente fondamentale! Guido mi ha insegnato tantissimo e non c’è cosa piu’ bella se non apprendere dai grandi della musica; è grazie a lui se sono nate Santa Pazienza e Io sono Marco per cui gli devo molto e torneremo sicuramente a lavorare insieme piu’ avanti;

Come è giusto che sia, un artista deve sempre andare avanti e l’evoluzione in tal senso è fondamentale; ci devono sempre essere nuovi stimoli e obbiettivi. Nel 2018 è stata una scommessa con me stesso, dopo tanti anni in cui non scrivevo piu’ nulla e avevo praticamente abbandonato la musica come autore, ho trovato improvvisamente nuova linfa con un colpo di coda inatteso pure per me… poi l’incontro con Guido ha fatto il resto. Oggi mi sento sempre un equilibrista e sempre lo saro’… ma lo saremo sempre tutti in equilibrio in questa vita… sospesi su quel filo a cercare di far quadrare le nostre vite.

Sono arrivato a un momento della mia vita nel quale i bilanci sono importanti; musicalmente sento di avere ancora molte cose da dire e questo disco credo ne sia la prova. Dopo aver ponderato un po’ di cose si riparte con nuove idee e nuove collaborazioni con un bagaglio abbastanza denso di esperienza-

Spero arrivi della buona musica innanzitutto a rappresentare del buon cantautorato italiano, maggiore consapevolezza e riscoperta della nostra umanita’ che, in questi tempi bui, piano piano stiamo perdendo.

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