Intervista a Wax, giovane artista che ha saputo distinguersi per la sua natura poliedrica, ribelle, ma profonda, tornato con il singolo 7 vite.
“Il mio nuovo viaggio inizia con questa canzone, dove perseveranza, coraggio e amore si intrecciano.
Il fallimento, il caos e la rottura sono necessari. STO VIVENDO.
L’amore è la forza più potente, anche quando avrei avuto mille ragioni per smettere di crederci.
Ma alla fine, le ragioni non contano mai.”
Intervista a Wax, il nuovo singolo “7 vite”
Wax, parliamo del tuo nuovo singolo, 7 Vite. È un brano che, secondo me, mette ancora più in risalto le tue caratteristiche sia vocali che compositive. Cosa rappresenta questo pezzo nel tuo percorso?
7 Vite rappresenta un’altra svolta, un’altra sfaccettatura di me, sempre vera e sincera. Come ho sempre fatto, rispecchia ogni periodo della mia vita. Ora mi sento più maturo, e questa maturità doveva emergere anche nel modo in cui rappresento l’amore. Questo brano parla di un amore vissuto in un momento di delirio e disagio, ma che riesce comunque a trasmettere coraggio e la forza di andare avanti.
Mi sembra che questa canzone ti abbia portato anche a esplorare nuove possibilità vocali. Come ti sei approcciato a un brano come questo?
Ho lavorato molto con Fabrizio Fusaro e Steve Tarta. Nelle session, di solito lavoro per immagini: mi creo un video musicale nella testa, una storia, e da lì scriviamo. Anche gli strumenti scelti dovevano essere “veri”, cioè coerenti con il contesto e il video immaginato. Ad esempio, nella base c’è un synth che inizia bassissimo e cresce gradualmente, rappresentando un climax ascendente che simboleggia la fine che si avvicina. È stata un’esperienza molto matura.
Quanto sei intervenuto personalmente nel lavoro di Steve sulla produzione?
Non molto, perché le mie conoscenze musicali hanno dei limiti. Ho studiato violino, ma non ho proseguito fino al diploma, quindi rispetto chi è più esperto di me. Tuttavia, contribuisco con idee e visioni. Con Fabrizio e Steve formiamo un team molto affiatato: se io ho un’idea ma non so come esprimerla, Fabri riesce a tradurla in parole, e Steve trova il suono giusto per trasmettere un’emozione.
Si percepisce davvero questo lavoro di squadra. Quanto sono state importanti per te le collaborazioni del passato?
Tantissimo. Ogni collaborazione mi ha formato. Quando lavoro con autori e produttori di esperienza, è come fare una sessione psicologica: ti plasmano in modo positivo e ti aiutano a tirare fuori la tua sensibilità in modo autentico.
Qualche mese fa hai collaborato con Wayne per un suo pezzo. Quanto è stato diverso quel progetto rispetto al tuo percorso solista?
È stato molto diverso, ma altrettanto importante. Wayne mi ha invitato a scrivere una barra in modo spontaneo e istintivo. Questo tipo di approccio impulsivo mi piace molto, ed è una cosa che cerco di portare anche nella mia musica.
Parliamo di istinto. Quanto è presente in 7 Vite?
Tantissimo, direi al 100%. Però c’è anche maturità: prima di aggiungere qualcosa al brano, facciamo un passo indietro per valutare se davvero serve. È un equilibrio tra istinto e riflessione.
Parlare d’amore in una canzone è sempre una sfida, dato che è un tema trattato da tutti. Quanto è difficile per te renderlo originale?
Non lo trovo difficile, perché racconto sempre amori diversi, vissuti in modo unico. Non penso alle restrizioni o alla paura di essere banale. È fondamentale essere sinceri: l’amore non è solo felicità, ma anche sofferenza, e questa sofferenza può darti una nuova prospettiva di vita.
Nel brano parli degli occhi come simbolo di speranza e sincerità.
Sì, parlo degli occhi come metafora. Nel pezzo scrivo: “Negli occhi blu che ti ha regalato madre natura”. Per me, alcune persone attorno a me hanno occhi che sono un porto sicuro, un punto di riferimento. Sono loro che mi salvano, mi danno la forza di andare avanti.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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