Intervista ad Aaron, che ha pubblicato “Un finale diverso (Grandine)”, il nuovo singolo, brano presentato alle selezioni di Sanremo Giovani 2024, ma non entrato nella rosa dei 24.
La canzone, scritta e composta da Aaron con la collaborazione de Le Ore, è il racconto di un viaggio emotivo attraverso la fragilità umana e il dolore del distacco. La canzone si concentra sull’esperienza di quando l’universo sembra deviare improvvisamente dalla direzione che avevamo immaginato, lasciandoci con la sensazione di smarrimento, proprio come le piogge di fine settembre che spazzano via l’estate.
Intervista ad Aaron
Aaron, è un piacere ritrovarti, soprattutto per l’uscita del tuo nuovo singolo Un finale diverso (Grandine). Cosa rappresenta nel tuo percorso artistico?
È un pezzo che rappresenta il mio lato più profondo, più “deep”. Ci tengo molto perché è nato in un momento emotivamente forte e si è sviluppato con la stessa intensità. È un brano che esplora la fragilità umana e il dolore del distacco, ma per me è anche un viaggio personale.
ìQuanto c’è di autobiografico in questa canzone?
Moltissimo. Il brano è nato quasi per caso: stavo in studio con Le Ore, lavorando a un’altra traccia, quando mi hanno fatto ascoltare Un finale diverso (Grandine). Mi sono innamorato subito del pezzo, tanto da rischiare di perdere il treno pur di registrarlo! La canzone è frutto anche di un momento personale molto intenso che avevo condiviso con Francesco, uno dei ragazzi di Le Ore. Lui ha empatizzato molto con la mia storia e ha scritto il testo nel cuore della notte.
Vocalmente hai esplorato registri diversi in questo brano, come il falsetto. Come ti sei trovato con questa nuova sfida?
È stato molto naturale, anche se Francesco e Matteo mi hanno aiutato tanto nei dettagli tecnici, come prendere il respiro nei momenti giusti. Sono davvero forti, sia professionalmente sia umanamente. Ho registrato il pezzo con il raffreddore, ed è stata una sfida, ma alla fine il risultato mi ha soddisfatto.
Il titolo Un finale diverso (Grandine) ha un significato particolare?
Certo. Un finale diverso rappresenta il percorso particolare del pezzo: era stato pensato per Sanremo, ma non è andato. Questo è stato il suo “finale”, e forse era quello giusto. Chissà, magari il prossimo sarà diverso.
Negli ultimi brani, come Poteva piovere e I colori dell’alba, stai dimostrando una grande curiosità verso sonorità country-folk. Come queste influenze si sono manifestate nel nuovo singolo?
Ci sono sicuramente richiami al folk e al country, anche se il brano resta una ballad pop, molto “sanremese”. Mi piace sperimentare e portare nuove sfumature nella mia musica.
Hai dichiarato che il messaggio del brano è quello di accettare che non possiamo cambiare alcune cose. È una filosofia che arriva da un tuo percorso personale?
Sì, assolutamente. È un invito ad accettare ciò che la vita ci dona, anche se è diverso da quello che avevamo immaginato. Questa consapevolezza è arrivata da un lavoro personale molto profondo.
A livello di arrangiamenti, come siete riusciti a creare questa sensazione di vulnerabilità?
Questo merito va a Matteo. Lui ha curato la produzione in modo eccellente. Io ho dato i miei input, ma il tocco magico è stato suo.
Se dovessi dare un voto al tuo 2024?
Direi un 7+. È stato un anno di riflessione e crescita personale, dopo le emozioni travolgenti del 2022 e 2023. È stato l’anno in cui ho capito chi è Aaron e dove vuole andare.
Hai affrontato con onestà anche la delusione di non essere stato scelto per Sanremo Giovani. Come vivi oggi il rapporto con i fan?
L’onestà è fondamentale. Non essere sinceri con i fan significa non esserlo nemmeno nella musica. Quello che scrivo e canto deve rappresentarmi al 100%. Questo è il mio modo di creare un legame autentico con chi mi segue.
Se ci incontrassimo fra un anno, a dicembre 2025, quale traguardo ti piacerebbe aver raggiunto?
ìEssere felice. Punto sempre alla felicità, sia a livello personale che lavorativo. Vorrei continuare a fare musica e concerti, con la stessa passione e sincerità di oggi.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
📢 Segui iMusicFun su Google News:
Clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”
🔔 Non perderti le ultime notizie dal mondo della musica italiana e internazionale con le notifiche in tempo reale dai nostri canali Telegram e WhatsApp.
