E’ uscito Poteva Piovere, l’atteso nuovo singolo di Aaron, un viaggio tra musica, riflessioni personali e sogni futuri; ne abbiamo parlato in un’intervista.
Intervista ad Aaron, il nuovo singolo “Poteva piovere”
Aaron, parliamo del tuo nuovo singolo “Poteva piovere”. Cosa rappresenta per il tuo percorso artistico?
“Poteva piovere” è sicuramente un pezzo più introspettivo rispetto ai miei precedenti. A differenza di “I colori dell’alba“, che aveva una positività più esterna, questo brano è più interno, legato a riflessioni personali.
Anche per questo nuovo singolo hai lavorato con Roberto Casalino. Come è nata la collaborazione e quali consigli ti ha dato?
Roberto è una persona davvero speciale. Lo avevo già detto in passato e continuo a dirlo. La nostra collaborazione è stata molto fruttuosa. Il consiglio principale che mi ha dato è stato di essere più trasparente, di aprire il cuore alla gente. Mi diceva sempre di non nascondermi dietro le parole, e questo ha avuto un grande impatto su di me.
Nel brano parli di un rapporto con te stesso. Cosa ti ha spinto a esplorare questo tema e come hai trasformato le tue riflessioni in musica?
È stato un processo complesso. Ho iniziato a scrivere il testo da solo in cameretta, affrontando il mio rapporto personale con me stesso, che non è sempre stato facile. Roberto ha poi trasformato il ritornello, rendendolo molto più melodico e forte, il che ha dato una nuova direzione al brano.
Il titolo “Poteva piovere” suggerisce una sorta di sollievo. Cosa significa per te questa frase?
Il concetto centrale è che spesso ingigantiamo i problemi, ma quando li affrontiamo, ci rendiamo conto che non sono così grandi come sembravano. La canzone parla proprio di questo: affrontare le difficoltà e guardare avanti, vivere nel presente per migliorare il futuro.
Ci sono state esperienze personali che ti hanno particolarmente ispirato in questa riflessione?
Sì, sicuramente. Un momento difficile per me è stato la perdita di mio nonno. È stato un periodo in cui ho dovuto affrontare una parte di me stesso che non avevo mai conosciuto, e questo ha sicuramente influenzato la scrittura del brano.
“Poteva piovere” arriva dopo brani come “I colori dell’alba” e “Urlare”. Come vedi l’evoluzione del tuo percorso musicale attraverso questi pezzi?
Sono molto felice del mio percorso. Grazie anche al supporto della mia discografica, abbiamo trovato una direzione musicale che mi rappresenta. “Urlare” è stato molto introspettivo, “I colori dell’alba” più pop e aperto, e ora “Poteva piovere” rappresenta un equilibrio tra queste due anime.
Nel testo del nuovo singolo parli di trovare pace nel presente e lasciare andare il passato. Quanto è difficile mettere in pratica questa filosofia nella vita quotidiana?
È molto difficile, ma credo che “lasciare andare il passato” significhi più prendersene cura e accettarlo piuttosto che dimenticarlo. È un processo di amore e accettazione di ciò che è stato.
Hai introdotto delle sonorità country-folk nel brano, pur mantenendole in chiave pop. Cosa ti ha portato a sperimentare in questa direzione?
Il country-folk è un genere che mi ha sempre affascinato, soprattutto perché vivo in mezzo alla natura. È un genere che sento molto vicino, anche se lo sto esplorando in chiave più pop.
Nel testo del brano dici “Il bene si trasforma lentamente”. Come vedi questo concetto nel tuo percorso artistico?
Il percorso artistico è una continua evoluzione, ma si trasforma lentamente. Ci sono tante sfumature, dettagli che emergono solo col tempo. Cresci e cambi, ma sempre un passo alla volta.
Due anni fa entravi nella scuola di Amici. Che consiglio daresti oggi al te stesso di allora?
Gli direi di sognare tanto, di continuare a lottare per quello in cui crede. Questo mondo è fatto di alti e bassi, ma è proprio nelle montagne russe che ci si diverte di più.
Poco più di anno fa hai pubblicato il tuo disco “Universale”. Cosa significa per te oggi quel progetto?
“Universale” è stato il progetto che mi ha fatto crescere. Mi ha insegnato tanto, mi ha fatto vivere momenti intensi, sia belli che difficili. È un progetto a cui tengo moltissimo, e che rappresenta un grande amore per la musica.
Sanremo è nei pensieri di molti giovani artisti. Cosa rappresenta per te?
Sanremo è sicuramente un sogno. È impegnativo, ma anche una delle esperienze più belle che un artista possa vivere. Se mai ci sarà un Sanremo nel mio futuro, lo affronterò con amore e serenità.
Guardando al futuro, quali traguardi ti piacerebbe raggiungere nei prossimi 12 mesi?
Mi piacerebbe continuare a fare concerti, portare la mia musica a più persone possibili. E, perché no, magari ottenere il mio primo disco d’oro. Sarebbe un bel traguardo!

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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