Achille Lauro

Intervista ad Achille Lauro che, a tre anni da Domenica, torna in gara a Sanremo con il brano Incoscienti Giovani e secondo i bookmakers è tra i favoriti.

Nella serata delle cover, venerdì 14 febbraio, il cantante omaggia la sua città natale, Roma, duettando con Elodie sulle note di A mano a mano di Riccardo Cocciante e Folle città di Loredana Berté.

Intanto in edizione esclusiva solo su Warner Shop è disponibile in preorder il 45 giri del singolo e l’instrumental di Incoscienti giovani.

Intervista ad Achille Lauro, in gara a Sanremo 2025 con “Incoscienti giovani”

Achille Lauro, benvenuto su iMusicFun e bentornato a Sanremo! Cosa rappresenta Incoscienti Giovani nel tuo percorso artistico?
Incoscienti Giovani rappresenta un nuovo capitolo del mio percorso artistico. È il secondo tassello di un progetto su cui ho lavorato per più di due anni, iniziato con Amore Disperato. È un mondo che mi rispecchia completamente, fatto di canzoni popolari nel senso più puro: quelle che parlano al popolo, che raccontano storie universali. Questa canzone nasce da un ritorno alle mie radici, alla mia Roma, e ai ricordi che porto con me. Però c’è una chiave inedita: è un racconto che parte da me, ma potrebbe appartenere a chiunque. È un modo per dire che le emozioni, anche le più personali, ci uniscono tutti.

Hai citato un collegamento con il tuo progetto Barabba Mixtape del 2012. Cosa lega quei lavori al tuo presente?
Quello che li lega è sicuramente l’inquietudine, un tema ricorrente nel mio percorso artistico. È stata il filo conduttore di tanti miei dischi e continua ad esserlo. Anche Amore Disperato ha quel tocco inquieto: è una canzone d’amore che però lascia una sensazione di malessere, smuove qualcosa dentro. Incoscienti Giovani riprende questo tema, ma in modo diverso. Racconta la storia di una ragazza – o meglio, di una bambina – che non si è sentita amata. Questo sentimento evolve, diventando quasi cinico, ma resta sempre un’emozione fondamentale. È un racconto che nasce dalla mia malinconia e dal mio modo di pescare nei ricordi e nelle esperienze vissute.

Dal punto di vista musicale, questa volta hai guardato anche agli anni ’80. Cosa rappresenta per te quel decennio?
Gli anni ’80 per me rappresentano un’epoca affascinante, ricca di sperimentazione. Incoscienti Giovani è un ibrido: ha richiami a quel periodo, ma si mescola anche con altre ispirazioni. Ad esempio, il sound richiama anche Can’t Help Falling in Love di Elvis. Ogni canzone per me è un mix di influenze, una sorta di milkshake musicale. Con questo pezzo volevo creare qualcosa che trasportasse chi ascolta in un’altra epoca, qualcosa che fosse nostalgico ma allo stesso tempo attuale.

L’uso del sax nel brano non è usuale nel pop di oggi. Come lo hai scelto?
Il sax è uno strumento meraviglioso, lo considero come una voce aggiuntiva, un cantante. Ho sempre amato il sax per la sua capacità di esprimere emozioni profonde. In Incoscienti Giovani crea un senso di inquietudine, ma anche di eleganza. È un elemento che porta la canzone in un’altra dimensione. Non è uno strumento che si sente spesso nel pop di oggi, ma credo che il suo utilizzo qui renda il pezzo ancora più speciale.

Anche la serata delle cover sarà speciale, con un omaggio a Roma insieme a Elodie. Come è nata questa collaborazione?
Con Elodie ci siamo trovati subito in sintonia. Lei mi aveva chiesto di duettare, e io avevo un’idea che si è incastrata perfettamente con la sua. Abbiamo scelto di raccontare Roma attraverso due prospettive: io ho voluto evidenziare il lato drammatico, lei quello folle e vibrante. È un omaggio a una città che amiamo profondamente, ma è anche un modo per far dialogare due mondi apparentemente diversi, che in realtà sono molto vicini. Roma è una città che ha plasmato entrambi, e questo si riflette nelle nostre interpretazioni.

Non sei mai stato scontato nella scelta delle cover. Come selezioni un brano per quella serata del Festival di Sanremo?
Quando scelgo una cover, parto sempre da qualcosa che mi ha toccato profondamente. Non riesco a cantare una canzone solo per impararla, deve avere un significato personale. Ad esempio, Gli uomini non cambiano di Mia Martini e Sei bellissima di Loredana Bertè sono brani che mi hanno smosso qualcosa dentro. Questa volta, la scelta è partita dalla stessa intenzione: trovare un pezzo che mi permettesse di esprimere qualcosa di autentico, di sentito. Per me, la credibilità viene dal portare sul palco qualcosa che hai vissuto o che ti ha cambiato.

I bookmaker ti danno come favorito. Come gestisci la pressione?
Non leggo i bookmaker, e sinceramente non sento la pressione. Vivo questo Sanremo con serenità, perché per me è un’opportunità per condividere la mia musica con un pubblico più ampio. Non mi interessa la competizione, mi interessa portare qualcosa che sia vero e significativo. E poi, sto vivendo questa esperienza in modo sano e positivo. Non vedo l’ora di salire sul palco.

Nel 2022 hai partecipato all’Eurovision. Lo vedi come un palco per il futuro di Achille Lauro?
L’Eurovision è sicuramente un palco importante, e portare la mia musica a livello internazionale è una delle mie ambizioni. È un’opportunità per confrontarsi con nuovi artisti e generi. Amo il gospel, il country, il soul, e mi piacerebbe lavorare con cori di Harlem o altri musicisti straordinari. Il confronto con la scena musicale internazionale mi affascina e mi stimola. Non so se tornerò all’Eurovision, ma sono certo che continuerò a lavorare per portare la mia musica fuori dai confini italiani.

Nel 2023 sei stato invitato all’ONU. Oggi quale aspetto della tua personalità ti rende più orgoglioso?
Credo che la mia solidità e la capacità di essere vicino agli altri siano gli aspetti che mi rendono più orgoglioso. Rifletto spesso sull’ambizione, e a volte invidio chi riesce a trovare felicità nelle cose semplici, come costruire una famiglia o un progetto di vita più tranquillo. Ma ciò che mi rende davvero fiero è sapere di essere una persona che può offrire supporto e ispirazione agli altri. Tutto il resto, quello che deve arrivare, arriverà a tempo debito.

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