Alexia I feel feelings

Intervista ad Alexia che, a un anno dalla partecipazione al Tomorrowland, prosegue il suo percorso nella musica dance con il singolo Follow, scritto con Alessandra Flora, Marco Guazzone, Gianni Pollex, Lara Ingrosso e Leonardo Lamacchia e prodotto da Carl Ryden.

Il nuovo singolo è il consolidamento di quella strada di una delle artiste italiane più conosciute all’estero con oltre 5 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. 

É online anche il video di Follow (per la regia e montaggio di Angelo Stamerra Grassi e la direzione Creativa: Carolina Stamerra Grassi) che rispecchia l’anima del singolo, un mix di sound coinvolgente e messaggi importanti e mostra la capacità di Alexia di dire qualcosa di profondo dietro un’apparente leggerezza.

Nelle prime scene ALEXIA si muove tra quelli che sembrano essere tubi neri senza anima: a simboleggiare quello che la società moderna mostra come degli esseri privi di personalità, opinioni, idee e tutti uguali gli uni agli altri. Non c’è spazio per le differenze e l’unicità. Poco a poco però, Alexia e i ballerini si mostrano scoprendo delle persone ognuna con un proprio mondo, idee, aspettative, sogni. 

Gli abiti sono un elemento importante, sono stati scelti alcuni pezzi lavorando sull’archivio dei brand attualizzando look dei primi due decenni degli anni 2000, scoprendo come siano ancora totalmente in linea con la moda oggi. Dall’archivio couture di Giorgio Armani – le collezioni PRIVE’- ma esplorando anche altro, come ad esempio l’abito blu del 2018 di OFF-WHITE disegnato da Virgil Abloh  e MUGLER, DION LEE, ZANA BAYNE, per citarne alcuni, per i ballerini. 

Intervista ad Alexia, il nuovo singolo “Follow”

Devo dire che ci hai preso gusto! Dopo un anno dal Tomorrowland, una bellissima esperienza, ora torni con un nuovo singolo che mette in risalto tutta la tua attitudine dance.
Sì, è una canzone che amo particolarmente, anche perché è nata in un momento bello e significativo della mia vita. Avevo fatto pace con molti aspetti, sia personali che artistici. È nata senza un’esigenza precisa, se non quella di creare qualcosa per appagare il mio senso artistico. Da lì è venuto fuori anche un messaggio forte, e ho voluto cogliere l’occasione.

Il titolo del brano è Follow, un termine moderno e attuale. Ha anche una doppia valenza: da un lato positiva, dall’altro mette in luce anche i limiti dei social media. Qual è il tuo punto di vista su questo tema?
Credo che i social media siano uno strumento pazzesco, possono aiutare a raggiungere obiettivi importanti. Ma, come tutte le innovazioni, hanno lati oscuri. Da genitore, ci faccio i conti ogni giorno. Ecco perché ho deciso di dare al brano un significato diverso: Follow, per me, significa esserci. Se hai bisogno, se le cose vanno male, io ci sono, ti ascolto, camminiamo insieme. La vita non è facile, e questo cammino va affrontato insieme.

Il brano riesce a unire un sound molto coinvolgente a un messaggio importante. Non è facile bilanciare queste due componenti.
No e devo dire che il produttore è stato bravissimo. Dopo un primo approccio un po’ più duro, abbiamo lavorato insieme per alleggerire l’arrangiamento, perché il testo era già molto intenso. La progressione del brano lo ha reso fresco ma anche carico di significato.

Hai collaborato con un team di autori molto interessante: Gianni Pollex, Alessandra Flora, Marco Guazzone, Leonardo Lamacchia. Come ti sei trovata?
Molto bene. È l’unico brano che, per ora, abbiamo scritto insieme, ma c’era un’alchimia speciale che abbiamo colto subito. Quando una canzone ti dà gioia fin dall’inizio, anche senza testo definitivo, senti la responsabilità di renderle giustizia. Con Marco, che è bilingue, abbiamo lavorato al testo per approfondirne il significato.

Nel corso della tua carriera hai collaborato con tanti autori. Oggi, cosa cerchi in un autore?
Cerco innovazione, tradizione e grande competenza. Questo è fondamentale per me.

Negli ultimi anni molti autori italiani hanno lavorato anche per grandi artisti internazionali. Credi ci sia una nuova scuola cantautorale italiana pronta per il mondo?
Assolutamente sì. Ci sono tantissimi artisti, autori e produttori di grande talento che meritano di essere valorizzati. Spero che il tempo sia clemente con loro, perché sono davvero bravi.

È passato un anno dal tuo ritorno alla dance. Qual è stato il complimento più bello che hai ricevuto?
Sentire le persone, anche mie coetanee, dirmi: “Finalmente sei tornata.” Per me, questo è il complimento più grande.

Sentivi in qualche modo di esserti allontanata dal tuo pubblico?
Sì, sentivo di aver un po’ confuso il pubblico. Ma gli artisti attraversano fasi diverse, devono sperimentare. Prima di diventare Alexia, mi sono mossa su tanti generi, quindi non volevo limitarmi. Forse le nuove generazioni non mi conoscevano e i brani più maturi non li attraevano. Ma con questo brano ho ricucito un po’ le distanze.

In passato hai anche parlato del ruolo della discografia e delle pressioni ricevute. Nelle scelte “sbagliate” che dici di aver fatto, quanto è responsabilità tua e quanto della discografia?
Mi prendo la responsabilità. Come artista, avrei dovuto dire “no” in certi momenti, ma a volte hai paura di perdere un’opportunità. Ora ho imparato ad ascoltarmi di più, a decidere da sola su diversi aspetti. Se sbaglio, sbaglio io. Ma se faccio bene, so di averlo fatto con consapevolezza.

Parlando di successi, quest’estate sarai impegnata live anche all’estero, dove la nostra dance è ancora molto apprezzata.
Sì, ed è per me un grandissimo orgoglio. Non è comune che un’artista italiana faccia quello che ho fatto io, anche in contesti diversi. Ma l’energia viene prima di tutto, ed è bello ripartire.

E nel 2026 ci sarà un grande evento al Fabrique di Milano. Cosa ci dobbiamo aspettare?
Una grande festa! Sarà l’occasione per riabbracciare il mio pubblico, cantare insieme le nostre canzoni, i nostri tormentoni. Rievocare i momenti magici degli anni ’90: le code fuori dall’autostrada, le discoteche, le notti con Alexia sul palco. Sarà un viaggio nella memoria. (Qui l’articolo e Qui il link per l’acquisto dei biglietti)

Pensi che oggi si sia fatta pace con la parola “tormentone”?
Sì, dipende tutto da come lo interpreti. Don’t Worry Be Happy è un tormentone, ma è un signor tormentone! Anche la musica degli anni ’90 oggi è rivalutata. All’inizio pensavano fossi solo immagine, ma oggi il mio talento è stato riconosciuto. Finalmente.

📢 Segui iMusicFun su Google News:
Clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”

🔔 Non perderti le ultime notizie dal mondo della musica italiana e internazionale con le notifiche in tempo reale dai nostri canali Telegram e WhatsApp.