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Intervista ad Alice Alison: “Non abbiamo tutta la vita per risolvere i nostri loop”

Alice Alison

Intervista alla cantautrice bohemien Alice Alison, che ha pubblicato il nuovo singolo JE NE ME VOIS PLUS, scritto con Diego Esposito e prodotto da Giovanni Antonicelli.

Il brano racconta la fine di un legame tossico e il difficile cammino verso la libertà emotiva. Con un linguaggio intenso e introspettivo, l’artista trasforma il dolore in consapevolezza e rinascita interiore.

Intervista ad Alice Alison

1. “Je Ne Me Vois Plus” è un titolo forte, quasi una dichiarazione di smarrimento. Quando hai capito che era arrivato il momento di scrivere questa canzone?

Quando ho decido di guardare davvero in fondo al mio buio interiore. Di guardare da vicino tutte queste ombre, accoglierle e mettere finalmente un punto al solito mio modo di unire i puntini a caso e capire che cosa mi stava comunicando la vita.
Se vuoi uscire da un loop devi affrontarlo, ma per farlo ci vuole autenticità e ad oggi ci vuole coraggio per essere veri.
Io ho deciso di farlo e di smetterla di raccogliere le briciole e di farmi piccola per stare dentro a una situazione che mi costringeva ad esserlo.

2. Il brano parla della fine di un legame tossico e del difficile processo di accettazione di sé. Quanto c’è di autobiografico e quanto di universale in questa storia?

No no, e tutto molto autobiografico!
Non avevo il coraggio di pubblicarlo (infatti l’ho scritto nel 2024 ) perché non sapevo se mi andasse davvero condividermi così “nuda “ davanti a tutti.
Poi ho pensato che invece poteva tornare utile a chiunque e sarei stata solo un’egoista a tenermela lì tutta per me. Andava divulgata per diffondere speranza e luce a chiunque l’ascoltasse.

3. Hai raccontato che la canzone nasce da una “lezione dell’anima”. Cosa hai imparato da questo percorso e in che modo ti ha cambiata come persona e come artista?

Come persona parliamo proprio di una nuova versione di me che guarda tutto da un altro livello di coscienza.
Per cui la lezione dell’anima di cui parlo è la conseguenza di un concetto fondamentale: DATTI IL VALORE GIUSTO.
Purtroppo anche il malessere di turno ha il compito di insegnarti a darti amore. Uno dalla “cacca” ci si deve tirare fuori da solo. Non può farlo nessuno, nemmeno il miglior psicologo !
Come artista è direttamente proporzionale a quello che mi ha lasciato in quanto persona fisica che vive su questo “pianeta scuola“ incarnata in questo corpo che mi piace chiamare “ macchina biologica “ che è solo a servizio dell’anima. Quando canto ora è una connessione diretta con le forze dell’universo, che mi ricorda sempre che siamo qui per esprimere il meglio del nostro potenziale.
Non abbiamo tutta la vita per risolvere i nostri loop che costantemente si ripetono in quanto tali. Ad una certa o adempi alla tua missione oppure l’universo aumenterà sempre di più il carico. E lì è dura.

4. La produzione di Giovanni Antonicelli e la collaborazione con Diego Esposito hanno dato al brano un suono intimo ma potente. Come avete costruito insieme questa atmosfera emotiva?

Ci siamo trovati in studio con il mio “quadernetto delle menate“ come lo chiamo i or abbiamo dato un senso a tutto il frullato di caos e di emozioni che si aggrovigliava nella mente.
Perché purtroppo è proprio lei, la mente, a farci cadere in questi loop infiniti.
Ma se impari a gestirla e a quietarla, ad un certo punto avviene uno switch
E volevano arrivasse il fatto che se ce l’ho fatta io, poteva farlo chiunque.

5. In “Je Ne Me Vois Plus” si percepisce una lotta interiore tra la vecchia e la nuova te. Quando hai smesso di cercare la tua “vecchia versione” e hai iniziato ad accettare quella nuova?

Quando ho capito.
Ho capito che vibravo ad un’altra frequenza.
Ho fatto un viaggio spirituale in India.
Sono partita da sola e ho conosciuto delle persone incredibili.
E lo ho iniziato a capire.
Ho capito che creare spazio per nuove abitudini, nuove persone, nuove cose mi avrebbe aiutata ad accettare la “ nuova me “ ad accoglierla con amore e in luce. La
Consapevolezza mi ha salvato la vita.
Ognuno di noi ha uno scopo divino, lasciamo che l’universo possa farci fluire insieme ad esso.

6. Il tuo stile, tra il fiabesco e il bohemien, è molto riconoscibile. In che modo questa estetica riflette la tua visione del mondo e la tua scrittura musicale?

Bhe, mi viene del tutto naturale.
È solo lo specchio di me stessa che si riflette nella mia musica e in quello che voglio lasciare al mondo di me.

7. La lingua francese nel titolo aggiunge una sfumatura poetica e sensuale. È una scelta simbolica o un modo per rendere il messaggio più universale?

Entrambe.
Adoro il francese (malgrado lo parli a spizzichi e bocconi).
In fondo, al di là del mio gusto personale, costringe anche chi non lo sa, a scoprirne il significato.
E quando lo scopri secondo me avvalora il concetto e il nesso del pezzo, addolcendolo.
Come una carezza in piena notte dopo un incubo terribile.

8. Il brano parla anche di vulnerabilità come forma di forza. Pensi che oggi mostrarsi fragili sia ancora un tabù, soprattutto per chi vive sotto i riflettori?

A me sembra che il mondo, ultimamente, soprattutto il mondo dei social, esuberi di tuttologi un po’ qualunquisti che divulgano cose a caso che spesso non sanno nemmeno loro poi che tipo di effetto possa avere sulle nuove generazioni.
Io sono dell’idea che la fragilità non debba essere strumentalizzata con la speranza di diventare virali perché oggi va così.
Ma a questo ci pensa l’universo, lui lo sa se lo stai facendo apposta o se invece è il tuo cuore che parla nudo di fronte al mondo.
Al di là di chi ti guarderà.

9. Hai esordito con l’EP “Cuore in Lock Down”, un progetto nato in un momento di isolamento collettivo. Cosa è cambiato da allora nel tuo modo di scrivere e di vivere la musica?

Bhe, il livello di coscienza in cui mi trovo ora mi ha permesso di avere una struttura più solida e definita anche nella mia scrittura.
E poi il fatto di scrivere a 4 mani e non più da sola, indubbiamente, mi ha portato a conoscere meglio ogni aspetto della scrittura musicale.

10. In questo singolo sembri più matura e consapevole. Possiamo considerarlo l’inizio di un nuovo capitolo artistico per Alice Alison?

Puoi dirlo forte!
No spoiler

11. Sei anche performer e attrice teatrale: quanto influiscono le arti visive e la recitazione nella tua costruzione musicale e scenica?

Moltissimo!
Sono abituata da quando sono piccola a visualizzare ogni cosa.
Immaginavo magie.
E quando le immaginavo in quel modo accadeva sempre qualcosa.
Per cui, crescendo, questa cosa non l’ho mai persa e tutto – prima di nascere – avviene prima passando dal mio 3 occhio.

12. Nella tua carriera hai unito televisione, teatro e musica. Oggi dove ti senti più a casa?

Un po’ ovunque.
Non sono più nel loop del “ cerchiamo approvazione, prima che poi non sono abbastanza “. Per cui adempirei al divino scopo anche sulla luna !

13. La tua musica ha spesso un approccio cinematografico, intimo ma visivo. Ti piacerebbe scrivere una colonna sonora o collaborare con il mondo del cinema?

Adorerei!
È un sogno che ho nel cassetto da quando sono piccola piccola ..

14. C’è un messaggio che vorresti arrivasse in modo particolare a chi ascolta “Je Ne Me Vois Plus”?

Certo.
Credo in realtà di averlo svelato nelle domande precedenti, ma lo ripeto.

Smettiamola di unire i puntini a caso e cercare di far fare al fato il resto. A caso.
Perché non è così.
Niente avviene per caso.
Se ti imbatti in un loop tossico e causa di una te che si impregna di tossicità a causa del malessere di turno, ne puoi uscire per davvero.
Ma prima ti tocca di guardarti dentro per davvero.
Non sarà facile, ma quando lo farai la luce in fondo al tunnel è lì, pronta ad aspettarti.
E a quel punto farsi piccole per entrare in una situazione che non ci appartiene più e ha finito la sua funzione, non ha più nessun senso.
Alzati un bel giorno, scrollati di dosso il passato e accogli quella nuova versione di te che deve splendere per diritto divino.
Sempre.

15. Guardando al futuro, a cosa stai lavorando adesso? Possiamo aspettarci un nuovo EP o un progetto più ampio nei prossimi mesi?

Io credo che ci saranno cose che usciranno
Anche abbastanza presto
Però se te lo dico che gusto c’è?!

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