Intervista all’artista e producer underground milanese Anzj, che venerdì 4 ottobre 2024 pubblicherà l’album d’esordio Illumina. Attivo il pre-save a questo link: https://forms.sonymusicfans.com/campaign/cinwemcm/
Intervista ad Anzj
Quali sono le sensazioni a poche ore dal lancio del tuo primo album “Illumina”?
Sono molto emozionato, realmente emozionato. E soprattutto felice, perché per la prima volta sento di riuscire a comunicarmi completamente.
Il tuo album è un invito all’espressione creativa e a illuminare il mondo intorno a noi. Come è nato questo concetto e come l’hai trasmesso nelle tracce?
È nato in maniera organica. Non c’è mai stato un brainstorming per decidere il concept dell’album. Con Matia, che mi ha seguito per la parte visuale, abbiamo sempre avuto chiara la visione: comunicare noi stessi in maniera nitida. Questa chiarezza ha portato naturalmente all’idea della figura illuminata. È un po’ autoreferenziale, come rompere la quarta parete: lo stesso messaggio che lancio è quello che ho ascoltato per primo.
Nel disco parli anche di una maturazione artistica e personale. Come la scrittura e la produzione di Illumina hanno influenzato la tua crescita come persona e come artista?
Tantissimo, soprattutto come persona. Il canto, ad esempio, mi ha permesso di affrontare la paura di farmi sentire. Sono stato, e sono ancora, una persona introversa, ma grazie al canto ho trovato il modo di esprimermi. Mi ha dato una voce per tutto ciò che prima non riuscivo a dire.
Sei sia cantautore che produttore. Come sei riuscito a bilanciare questi due aspetti nella creazione dei brani?
È rischioso, perché lavorare da solo significa avere meno input esterni. Ma il lato positivo è che il risultato è totalmente mio. Mi è difficile pensare di separare testo, melodia e strumentale. Spesso inizio con la strumentale, canto parole a caso e poi inserisco il concetto.
A proposito delle scelte sonore, il tuo album ha sonorità innovative. Come hai lavorato su questo aspetto?
Mi sono sempre ispirato ad artisti che esplorano nuove sonorità, come Flume e Aphex Twin. La gioia che provo sperimentando nuovi suoni è impagabile. Per me, il momento di euforia è quando sono in studio, non tanto quando il brano viene pubblicato.
Il disco sembra un invito al pubblico a esplorare nuove direzioni creative. È così?
Sì, ci provo. Penso che ci sia un brano per tutti in questo album, data la sua eterogeneità. L’invito è affrontare la quotidianità con creatività e modellarla secondo la propria visione.
Un rischio non avere una vera focus track nel disco. Cosa ne pensi?
Sì, ma era proprio il nostro obiettivo. Ogni brano doveva vivere da sé. Volevo comunque creare un legame sonoro che rendesse le tracce coerenti tra loro.
La tua carriera è iniziata molto presto, con tracce pubblicate su SoundCloud. Guardandoti indietro, di cosa sei particolarmente orgoglioso?
Del non essermi mai accontentato. Non mi sento mai completamente soddisfatto del mio lavoro e questo mi spinge sempre a migliorare. È un’arma a doppio taglio, ma è ciò che mi motiva.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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