Cosmonauti Borghesi

Dopo un’estate in giro tra festival e concerti, la giovane band romana Cosmonauti Borghesi si prepara a Sanremo Giovani 2024, traguardo importante a questo punto del loro percorso artistico.

La formazione – Leonardo Rese (voce e tastiere), Alessandro Mastropietro (chitarra) e Marco Cestrone (batteria) – si esibirà con “Aurora Tropicale“, una traccia che fonde influenze pop, funk, rock e disco, catturando l’anima della generazione contemporanea.

Qui il link per visualizzare il video di Aurora Tropicale su Rai Play.

Intervista ai Cosmonauti Borghesi, in gara a Sanremo Giovani 2024

Cosmonauti Borghesi, Sanremo Giovani è alle porte, e voi siete stati selezionati tra i 24 finalisti! Quali sono le emozioni che provate in vista di questa grande avventura?

Beh, è una grandissima emozione, inutile negarlo! Un po’ di ansia c’è, quella giusta però, quella che ti motiva. Siamo carichi a pallettoni, non vediamo l’ora di essere lì e dare il massimo! Tra mille impegni, prove e preparativi, il tempo vola, ma tutto questo fermento lo viviamo con entusiasmo. Siamo casatissimi!

Questa carica e l’entusiasmo si percepiscono, e sono sicuro che si riflettono anche nella vostra musica! Parliamo del vostro brano “Aurora Tropicale”: cosa rappresenta per voi e cosa vi rende più “Cosmonauti Borghesi” in questo pezzo?

Aurora Tropicale” è un po’ la nostra essenza musicale, una fusione delle influenze che ci hanno formati. Nel brano si sentono echi degli anni ‘70 e ‘80, con riferimenti a band come i Toto, i Police, Michael Jackson e tanti altri. Sono artisti che amiamo e che ascoltiamo tutti i giorni, quindi naturalmente ci siamo ispirati a loro, ma sempre con l’idea di fare qualcosa di attuale, fresco, giovanile e moderno. È un pezzo che rappresenta anche un messaggio importante per noi: accettarsi e mostrarsi per quello che si è, senza cadere negli standard imposti dalla società. Crediamo che, come artisti, sia fondamentale essere sinceri e portare nella musica il nostro vero io.

Ho letto infatti che avete definito “Aurora Tropicale” un inno alla bellezza imperfetta e all’accettazione. Come avete bilanciato questa tematica profonda con l’aspetto leggero e divertente del brano?

Bella domanda! Scrivere canzoni felici che abbiano anche un messaggio significativo non è per niente facile. Il nostro paroliere principale è Marco, il batterista del gruppo, che ha un talento particolare per la scrittura. Tutti noi però partecipiamo attivamente alla creazione dei testi, ed è sempre una sfida riuscire a infondere un significato in pezzi che suonano “leggeri” e spensierati. Non vogliamo che sembri una semplice “canzone estiva”, anche se ci piacciono anche quei pezzi! Vogliamo che ci sia un messaggio interessante sotto la superficie, senza renderlo pesante. La chiave è restare sinceri e ispirarsi alla vita reale: come dice John Mayer, scrivere di qualcosa di semplice e autentico può creare un significato enorme.

Penso che proprio questa vostra semplicità genuina sia una parte importante della vostra cifra stilistica, insieme alla capacità di non prendervi troppo sul serio. È un aspetto che si vede sia nel vostro approccio che nelle vostre esibizioni.

Sì, assolutamente, essere noi stessi è sempre stato il nostro punto di forza. Non siamo mai stati “seriosi” e non lo saremo mai. Siamo amici prima di tutto, ci conosciamo bene e ci divertiamo sempre insieme. Questa leggerezza è qualcosa che portiamo sul palco e nei nostri pezzi: vogliamo che il pubblico si diverta con noi e che senta la nostra autenticità.

Parliamo del vostro primo singolo, “Tutto inutile,” uscito nel 2023. È stato un momento significativo per voi.

Assolutamente sì! “Tutto inutile” è un pezzo a cui siamo molto legati, perché è stato il primo a farci sentire una connessione forte con il pubblico. Nei live vedevamo la gente cantarlo con noi, anche prima che fosse pubblicato! È diventato il nostro cavallo di battaglia, ed è stato incredibile quando finalmente è uscito ufficialmente. Abbiamo organizzato un release party che ci ha dato tanta autostima e ha rafforzato il nostro legame con chi ci segue.

Dopo “Tutto inutile” avete continuato a sperimentare, esplorando un sound più fresco con “Lemon Gin.” Come si collocano questi due pezzi nel vostro percorso artistico?

Questi due brani rappresentano due facce dei Cosmonauti Borghesi. Da una parte c’è la ballad, più riflessiva, e dall’altra un pezzo più spensierato, estivo. Amiamo sperimentare e spaziare tra stili diversi, perché ci rappresentano tutti. Le nostre influenze sono tantissime, quindi è naturale per noi voler esplorare vari generi e temi, dal pop al funk, dal rock alla disco.

In effetti ho notato anche una bella differenza nel brano “Quel che sarà”, che ha un sound un po’ diverso, quasi sperimentale. Come lo descrivereste?

“Quel che sarà” è stato un brano speciale, perché abbiamo voluto sperimentare un po’ di più. Ha influenze disco e riferimenti alla new wave degli anni ’80, che sono meno frequenti nel pop di oggi. Ci siamo divertiti a inserire quelle vibrazioni un po’ retro, ma sempre con un tocco moderno.

Parlando di performance, quanto contano per voi la performance live, il testo e il sound, in percentuale?

Difficile da dire! La performance live è fondamentale per noi, essendo nati come band, quindi diremmo che forse è al 40%. Il sound arriva subito dopo, con un 35%, perché è quello che studiamo e curiamo di più da anni. Il testo è al 25%, ma non perché sia meno importante, è solo che lo stiamo ancora esplorando. Essere musicisti significa migliorarsi costantemente e ricercare sempre nuove ispirazioni!

Ultima domanda: avete dichiarato che volete portare il pubblico “là dove nessun uomo è mai giunto prima.” Qual è il segreto per trovare un proprio sound e per essere innovativi?

Essere davvero innovativi è molto difficile. Più che cercare di “essere i primi a fare qualcosa,” bisogna puntare a essere autentici. Se sei sincero e fedele a te stesso, questo traspare nella tua musica. Noi cerchiamo di osare sempre, di non porci limiti e di lasciare spazio alla creatività. Il mondo della musica è saturo, ma per noi è proprio questo a rendere la sfida ancora più stimolante!

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