Daylies è un progetto musicale pop-rock alternative che nasce con Alberto, cantante, Matteo, chitarrista / tastierista e Stefano, batterista.
Dopo avere condiviso un tour europeo con le rispettive band precedenti, decidono di inseguire una nuova direzione musicale trasferendosi a Los Angeles in California.
I ragazzi collaborano con nomi noti nel settore musicale statunitense, grazie a cui hanno sviluppato un sound caratteristico per la loro musica.
Tornati in Italia decidono di trasferirsi a Milano per studiare musica e approfondire i vari aspetti della stessa in una nota accademia della città.
La band rilascia il primo singolo “Promises” con cui raggiunge buoni feedback ed entra in classifica iTunes nella categoria “Alternative“.
Il 30 Giugno 2023 i Daylies hanno rilasciato il loro secondo singolo “Beautiful Life” a cui hanno susseguito alcune date estive.
Attualmente stanno lavorando a nuovo materiale in italiano che intendono proporre al panorama discografico nazionale.
Intervista ai Daylies
Come definite il genere musicale che proponete ora?
Difficile dirlo, durante il percorso di questi anni abbiamo cercato di inserire un po’ tutte le influenze musicali che durante la nostra vita abbiamo avuto, dall’hard rock al punk, dalla synthwave all’elettronica. Quindi potremo dire che il nostro è un Alternative Pop-Rock.
Quanto c’è della tradizione italiana e quanto di quella statunitense nel vostro approccio musicale?
Nelle nostre prime produzioni c’è tantissimo della tradizione statunitense, anche perchè le abbiamo realizzate proprio mentre eravamo a Los Angeles. Ultimamente ci stiamo concentrando su produzioni totalmente in italiano in cui sicuramente inseriremo il vibe americano.
Quali sono oggi i brani che meglio rappresentano il vostro passato, il presente e il futuro?
Beh sinceramente non abbiamo fatto uscire molti brani, ma potremmo dire che il nostro singolo d’esordio, a livello di sound rappresenta benissimo quello che è il nostro passato e in esso è racchiuso tanto del sound che ha costruito questo progetto.
Sul nostro futuro non vogliamo spoilerare troppo, ma ci sarà da ballare e saltare!
Come sono cambiati nel tempo i vostri modelli di riferimento?
Generalmente non prendiamo troppi riferimenti. Con questo non vogliamo dire che non ne abbiamo, anzi. Cerchiamo sempre di andare avanti per la nostra strada, senza che le influenze altrui generino il “già sentito”, anche se il processo è lungo. Fare tantissime produzione e scartarne altrettante per arrivare ad un sound personale.
Qual è il segreto che sta alla base della ricerca di un approccio musicale originale?
Vorremmo saperlo anche noi haha, ma come abbiamo risposto alla domanda precedente probabilmente è sperimentare il più possibile al costo di scartare tantissimo lavoro, con la consapevolezza di crescere tantissimo durante la fare di questo processo.
Qual è la difficoltà principale che si incontra quando si lavora a un testo in italiano?
Eh bella domanda! Per noi in particolare inizialmente è stato molto difficile anche perché avevamo un’impronta prettamente inglese e abbiamo fatto molta fatica a fare lo switch di linguaggio.
La difficoltà sono le tematiche, la formulazione delle frasi, la dizione… chi più ne ha più ne metta.
Pian piano stiamo comunque iniziando ad ingranare la marcia giusta e a prendere la direzione che ci convince di più. Quando uscirà il nostro primo brano in italiano ci direte cosa ne pensate. Noi siamo carichissimi.
A vostro avviso quanto è stato importante il ruolo dei Maneskin nella percezione del pop rock a livello internazionale?
A livello internazionale nulla. Sono un progetto italiano che ha il suo perché e i risultati che hanno raggiunto parlano da soli, ma a livello internazionale pensiamo che le sorti del pop-rock dipendano dal ben altri artisti.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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