“Vita calma/vera” è il nuovo singolo dei Te quiero Euridice, pubblicato da Futura Dischi in collaborazione con Artist First.
Un brano che riflette sul fluire della vita mentre tutto intorno cambia: a volte ci travolge, altre volte ci sfiora appena.
I Te quiero Euridice raccontano: “Volevamo parlare di quel senso di smarrimento che si prova in una città che non sentiamo nostra. È un invito a chiudere gli occhi e pensare a casa, ovunque essa sia e qualunque forma abbia. A fermare il tempo, anche solo per un istante, mentre tutto continua a muoversi. “Vita calma/vita vera” vuole essere uno spazio sospeso, dove scoprire che, nonostante tutto, si può andare avanti. Con qualche graffio, certo, ma anche con un po’ di allegria”.
Il brano segna una nuova tappa nel percorso artistico del duo piacentino formato da Elena Brianzi e Pietro Malacarne, che tornano dopo quattro anni di pausa dalle pubblicazioni. Un periodo di crescita e sperimentazione sonora che ha contribuito a definire un’identità musicale ancora più matura, culminata nella scrittura di nuovi brani, tra cui “Serate cinema”, uscito a luglio.
Intervista ai Te quiero Euridice
“Vita calma/vita vera” nasce dopo quattro anni di silenzio discografico: cosa vi ha spinto a tornare proprio adesso e con questo brano?
Ci siamo dovuti prendere il tempo che serviva, non volevamo tornare con qualcosa di costruito a tavolino: i brani che stiamo pubblicando – prima Serate cinema, ora Vita calma/vita vera e quelli che arriveranno – sono il frutto naturale del nostro percorso.
Avete raccontato che la canzone parla del senso di smarrimento in una città che non vi appartiene. Qual è stata l’esperienza personale che più ha ispirato questa immagine?
Negli ultimi anni entrambi ci siamo spesso dovuti spostare per studio e lavoro, nel bene e nel male lontani dalla provincia verso grandi città, belle ma spaventose. Volevamo raccontare proprio quel senso di smarrimento che si prova tra i traslochi temporanei di città in città.
Nel testo emergono due dimensioni, la “vita calma” e la “vita vera”. Come convivono queste due anime nella vostra quotidianità e nella vostra musica?
La vita vera corre veloce ed è a volte difficile da afferrare, mentre la vita calma è quella a cui ogni tanto dobbiamo per forza tornare per ritrovare un po’ di equilibrio e per tornare in contatto con la nostra interiorità.
L’invito a “chiudere gli occhi e tornare a casa” è molto potente. Cosa significa per voi “casa” oggi?
Per noi “casa” non è tanto un luogo preciso, ma una sensazione. Sono le persone di una vita e i ricordi costruiti insieme.
Il brano ha un equilibrio tra malinconia e leggerezza. Come siete riusciti a trovare questo bilanciamento in fase di scrittura e produzione?
Nello scrivere questo brano abbiamo cercato di essere il più sinceri e autentici possibile. Se trasmette un mix di malinconia e leggerezza è perché, in fondo, noi due siamo proprio così. Avevamo un’idea musicale iniziale, ma è soprattutto grazie al lavoro di Matte e Fra – Matteo Domenichelli e Francesco Brianzi – che la canzone si è trasformata, secondo noi, in una piccola chicca.
Rispetto ai vostri esordi, come sentite di essere cambiati musicalmente e umanamente?
Siamo cresciuti, le cose cambiano e oggi abbiamo forse un po’ più consapevolezza. La nostra scrittura rimane fedele a chi siamo, ma matura insieme a noi. Nei nuovi brani stiamo sperimentando sonorità diverse, anche ispirandoci a riferimenti internazionali come Dominic Fike, Novo Amor, Dijon e altri.
Dopo l’album “Sempre qui” e i tanti concerti, avete attraversato un periodo di pausa. Quanto quella pausa è stata importante per ritrovare ispirazione e nuove idee?
Il tempo ci ha permesso di non fermarci alle prime idee, ma di scegliere tra tanti testi e canzoni nuove, lavorando con più calma e attenzione, cercando davvero qualcosa che potesse rappresentare al meglio noi, il progetto e la sua evoluzione.
In “Vita calma/vita vera” c’è anche un respiro cinematografico, con immagini sospese e quasi oniriche. Quanto il mondo del cinema influenza il vostro immaginario musicale?
Moltissimo. Siamo cresciuti con film in cui la musica è un linguaggio emotivo e visivo allo stesso tempo. Quando scriviamo pensiamo spesso per immagini, ed è per questo che le nostre canzoni portano con loro anche una dimensione cinematografica.
Avete già pubblicato “Serate cinema” a luglio: che legame c’è tra quel brano e “Vita calma/vita vera”? Sono tasselli di un progetto più ampio?
Sì, i due brani fanno parte di un percorso più ampio che stiamo costruendo. Per ora, però, preferiamo non svelare troppo. 🙂

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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