“Ci Penso” è il nuovo singolo della band romana Tigri Da Soggiorno e rappresenta un nuovo capitolo nella vita del quartetto rock italiano.
Il brano è un’esplosione di emozioni crude e autentiche, che mescola introspezione e ribellione in un mix potente di suoni e parole.
Ci penso racconta il peso dei pensieri, l’insonnia e il bisogno di rompere con tutto ciò che trattiene, esprimendo la voglia di libertà e di sbagliare senza rimorsi. Con un ritornello coinvolgente e un sound che vibra di energia. Il brano è un invito a gridare contro la monotonia e a lasciarsi andare.
Intervista alla band Tigri da Soggiorno
“Ci Penso” mescola introspezione e ribellione. Come è nato questo brano e qual è il messaggio principale che volete trasmettere?
Il brano nasce da un testo scritto e rimasto tra le note del telefono. Un giro di chitarra ha fatto poi riaffiorare il testo nella mente di Guglielmo e abbiamo unito le due cose. Questa unione ha generato in noi un’emozione, ed il risultato è “Ci Penso”.
Nel testo parlate del “peso dei pensieri” e della voglia di libertà. C’è un’esperienza personale che ha ispirato queste tematiche?
Il testo prende ispirazione dalle tipiche situazioni giornaliere. Tutti quanti abbiamo bisogno di un momento di sfogo, e questo testo ne rappresenta uno.
Il ritornello di *Ci Penso* è particolarmente coinvolgente. Come avete lavorato sull’equilibrio tra testo e sound per ottenere questa energia esplosiva?
E’ stata un po’ una magia della musica, che si crea in studio senza volerlo. Succede più facilmente quando crei uno stile che ti piace e ti ci butti. In studio con Wepro (che ha coprodotto il brano) ci siamo messi a sperimentare coi suoni, lasciandoci guidare dalle sensazioni, nchè non abbiamo trovato quell’armonia.
Il brano è un invito a rompere la monotonia e lasciarsi andare. Che ruolo gioca la ribellione nella vostra musica e nella vostra vita?
La ribellione è parte fondamentale di chi vuole esprimere se stesso; senza una ribellione interiore non c’è innovazione e non c’è divertimento.
Avete detto che *Ci Penso* rappresenta un nuovo capitolo per voi. In che modo questo brano segna un’evoluzione rispetto alle vostre produzioni precedenti?
È frutto di una maturazione artistica dovuta all’incontro di menti diverse, che però hanno trovato sintonia, questo è quello che è successo lavorando con Wepro che ci ha accompagnato nel processo di scrittura. I nostri brani precedenti sono autoprodotti; andavamo in studio di registrazione con il brano in tasca così come lo suonavamo in sala prove. Per Ci Penso invece l’approccio è stato diverso, avevamo un giro di chitarra e basso, una parte di testo e un beat di batteria. Con questi elementi ci siamo subito immersi in
studio, e abbiamo iniziato a mettere insieme i pezzi del puzzle, buttandone alcuni e trovandone altri. Siamo molto entusiasti del nuovo sound che stiamo trovando, e potrete sentire questa rivoluzione ancora di più nelle nuove canzoni che stiamo scrivendo.
La vostra musica è un mix tra funk rock, hip hop soul e sperimentazione. Come riuscite a integrare questi elementi così diversi nel vostro sound?
E’ un processo alquanto naturale per noi, poiché ognuno, senza pensarci, porta la propria inuenza nel gruppo. Guglielmo ha sempre amato il soul e l’R&B, Fabio ha iniziato a suonare con il funk rock mentre il rock è stata da sempre la matrice di Leonardo e Mattia. Non sempre è possibile mettere tutto insieme, se fosse un processo meccanico il risultato ne risentirebbe. Però ecco, le inuenze sono lì che bollono nel calderone e ogni tanto schizzano fuori.
Guglielmo, la tua versatilità vocale è spesso sottolineata. Come riesci a bilanciare istinto e controllo nella tua interpretazione?
Innanzi tutto grazie mille! Riesco a bilanciarle grazie a madre natura e all’istinto. Quando canto mi viene da dentro, basta lasciarmi andare e sentire quella sorta di “rabbia” positiva.
Il vostro stile è stato definito come “ribellione educata”. Cosa significa per voi questo concetto e come si riflette nella vostra musica?
La cosa divertente è che siamo stati etichettati così da una nostra amica. Con questa definizione ci siamo sentiti descritti perfettamente; per noi rappresenta un “passaggio” dall’educazione alla ribellione, un momento di transizione.
Suonate spesso dal vivo nei music-club italiani. Come cambia il vostro approccio alla musica quando siete sul palco rispetto alla sala di registrazione?
Il live deve essere una montagna russa di emozioni. L’approccio live è diverso, perché le persone ti vedono, sono lì per uno spettacolo, quindi è molto importante quello che fai vedere, oltre che ascoltare. La sala di registrazione è un mondo a parte, porta alla luce milioni di idee inaspettate, e ci si concentra su un brano alla volta.
Qual è il feedback più memorabile che avete ricevuto dal pubblico durante i vostri concerti?
Sicuramente sentire il pubblico cantare e ballare le nostre canzoni.
Dal 2019 a oggi, come è cambiata la vostra visione della musica e il vostro approccio come band?
La nostra visione della musica come gruppo si è sempre più amalgamata nel tempo; dopo un lungo periodo insieme possiamo dire di condividere la musica “sotto lo stesso tetto” e punto di vista. Crescendo capisci sempre più a fondo la musica e dove vuoi arrivare con lei. Questa nostra visione della
musica è evoluta di pari passo a noi.
Avete raggiunto importanti traguardi sui social. Quanto sono importanti i social media per il successo di una band e come li usate per connettervi con il vostro pubblico?
Grazie, abbiamo appena iniziato “ahahah”, ci siamo resi conto di essere abbastanza portati. Purtroppo e per fortuna i social media ad oggi per un musicista rappresentano un megafono, che serve per dire che “esisti” (come scriviamo nel testo di Ci Penso). Li utilizziamo per far vedere chi siamo e cosa sappiamo fare.
Qual è il sogno più grande che volete realizzare come band?
Fare un tour mondiale e viaggiare insieme, da amici, oltre che per lavoro, con la musica.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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