A distanza di un anno dalla pubblicazione dell’album “Popcorn“, Caleido torna con un nuovo singolo dal titolo “Noi Suonavamo In Un Gruppo Rock“. Nel frattempo, il cantautore livornese ha appena concluso un tour realizzato in collaborazione con Open Stage, che gli ha permesso di esibirsi in diverse piazze italiane.
Scritto da Caleido, composto insieme a Francesco Massidda e prodotto da David Paysden e Giordano Colombo, “Noi Suonavamo In Un Gruppo Rock” è un brano che guarda con struggente nostalgia agli anni Novanta, il periodo in cui Caleido ha effettivamente iniziato a suonare.
«Noi Suonavamo In Un Gruppo Rock parla di me, di tutto quello che è stato il mio passato e delle cose che con gli anni ho fatto a pezzi. Ho voluto raccontare in maniera cinematografica quelli che sono stati i miei vent’anni, come sono mutati col tempo e com’è avere vent’anni oggi. In fin dei conti noi eravamo come loro, solo che avevamo il Britpop e il Grunge».

Intervista a Caleido
Ciao Cristiano, bentrovato su IMusicFun. Come stai?
Ciao! Tutto bene, grazie mille.
Nel 2017 sei entrato a far parte dei Siberia come bassista. Cosa ti ha spinto ad intraprendere parallelamente la via del cantautorato? Come nasce Caleido?
Ho sempre scritto canzoni, anche prima di entrare nei Siberia. Credo che il motivo della nascita di Caleido sia proprio il fatto di poter cantare le canzoni che scrivevo, niente di più. Caleido nasce come progetto di canzoni sincere, dove io racconto la mia vita in maniera del tutto naturale.
Ci racconti la genesi del tuo nuovo singolo “Noi suonavamo in un gruppo rock”?
Questa canzone è nata dal titolo. Avevo questa frase in testa già da un po’. Ricordo che una sera, dopo aver guardando su YouTube un live dei Pulp, scrissi un pensiero che finiva proprio con “Noi suonavamo in un gruppo rock”. Pochi giorni dopo ci ho scritto una canzone.
“Noi suonavamo in un gruppo rock”. Ed ora?
Ed ora non più, perché ho intrapreso la carriera solista, ma guardo indietro sempre con tanto amore, dato che è stata un’esperienza meravigliosa e molto formativa.
Com’era avere vent’anni negli anni ‘00? Cos’è cambiato?
Per me sono stati fighissimi, mi sono proprio divertito. Credo che non siano cambiate tantissime cose. A mio parere i sogni sono gli stessi. Magari il modo di affrontare le cose è un po’ diverso, dato che oggi è tutto molto veloce e i social sono alla base della vita di molti. Per il resto, non credo ci siano grandi differenze. La differenza maggiore è che noi avevamo gli Oasis e i Blur, mentre adesso hanno la trap.
Cosa ti manca di quegli anni?
Mi manca non avere più vent’anni e non poter fare le ore piccole senza poi star male il giorno dopo.
Questo singolo è l’inizio di un nuovo capitolo. Stai già lavorando a un album?
Sto scrivendo tante canzoni, ma non voglio pensare al futuro. Per adesso mi godo questo singolo, poi si vedrà.
Nel mentre, hai appena concluso l’Open Stage Tour. Com’è il bilancio di questa esperienza? Cosa ti porti a Livorno di questi 6 appuntamenti live?
È stato molto bello! Mi piace portare in giro le canzoni e vedere nuovi posti. Il bilancio è più che positivo. Open stage è una grande cosa, che consiglio vivamente a tutti di provare. A Livorno porto un bagaglio di esperienza nuovo e tanti km in più sul contachilometri della mia auto.
A questo proposito, ci saranno altre date live?
Sicuro! Sto preparando i live insieme a una band meravigliosa, formata da Alessio Masoni, Francesco Massidda e Luca Mele.
Cristiano, grazie per essere stato qui con noi. In bocca al lupo per tutto e buona musica!
Grazie a voi e campi il lupo.
Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.